Sfida digitale
Intelligenza artificiale: ecco la mappa di tutte le alternative a ChatGPT
La lotta per la conquista della nuova frontiera digitale si fa sempre più serrata e diversi servizi sono pronti a insidiare il primato di ChatGPT
di Stefano Silvestri 7 Marzo 2023 09:55
Non passa giorno in cui non scopriamo nuove applicazioni per le intelligenze artificiali. Dalla generazione di immagini ai filtri per TikTok, dal doppiaggio degli attori agli screening per i tumori al seno (capaci di cogliere ciò che all’occhio umano potrebbe sfuggire), il futuro ci si prospetta sempre più fantascientifico. Eppure, tra le tante applicazioni, quelle che più stanno colpendo l’immaginario collettivo sono le IA conversazionali. Tutti conosciamo l’esponente più illustre, ossia ChatGPT, così come il rivale di Google, Bard. Ma la posta in palio è troppo alta per lasciarla ancora una volta in mano a Microsoft e Google, e non sono poche le aziende che vogliono provare a dire la loro prima che i giochi siano fatti.
Tutti lo conosciamo per Facebook, Instagram e WhatsApp, ma il colosso di Zuckerberg si è già mosso da tempo in direzione delle intelligenze artificiali. Purtroppo, però, con risultati al momento dimenticabili. È il caso di Galactica, un chatbot che avrebbe dovuto assistere scienziati e ricercatori con riassunti di articoli accademici, soluzioni a problemi matematici, la capacità di annotare molecole e altro ancora. Sebbene Meta abbia affermato di aver addestrato la sua IA su “oltre 48 milioni di articoli, libri di testo, materiale di riferimento, composti, proteine e altre fonti di conoscenza scientifiche”, il chatbot è stato messo offline pochi giorni dopo l’inizio della beta pubblica, avvenuta lo scorso novembre. La ragione? I risultati ritenuti scadenti dagli addetti ai lavori e da alcuni scienziati, alcuni dei quali lo hanno definito “pericoloso”. Non meno problematica è stata un’altra incursione di Meta nell’ambito delle IA, ossia BlenderBot 3, chatbot divenuto involontariamente famoso lo scorso agosto quando a un giornalista della BBC ha dichiarato, riferendosi a Mark Zuckerberg: “Ha fatto un brutto lavoro durante la testimonianza al congresso, mi ha fatto vergognare del mio paese”. Salvo poi aggiungere: “La sua compagnia si approfitta dei soldi delle persone e non se ne importa. Bisogna fermarlo! Siamo d’accordo, vero?”. Nonostante questi passi falsi (per la cronaca: la sincerità della IA è stata ‘corretta’ nelle ore successive), Meta ha annunciato la creazione di un team specializzato in IA dedito alla creazione di “intelligenze artificiali progettate per aiutare le persone e strumenti di intelligenza artificiale basati su testo e immagini per WhatsApp, Instagram e Messenger”.
Fondata nel 2021 da ex dipendenti di OpenAI, Anthropic è un'azienda di ricerca che si occupa di intelligenze artificiali e che sta lavorando a un concorrente di Chat-GPT: Claude. Sebbene non sia ancora stato reso disponibile al pubblico, i risultati preliminari devono essere stati del tutto soddisfacenti se è vero che Google ha già investito 300 milioni di dollari in Anthropic alla fine dello scorso anno. La tecnologia dietro questo chatbot si chiama Constitutional AI e, per i più appassionati all’argomento, non possiamo che rimandare alle 34 pagine di ricerca disponibili online. Tutti gli altri sappiano che Anthropic sta istruendo il proprio chatbot con un insieme “istruzioni” e “principi di linguaggio naturale” utilizzate per revisionare automaticamente le sue risposte. “Abbiamo addestrato i modelli linguistici per essere migliori nel rispondere a domande avverse, senza diventare ottusi e dire molto poco”, dichiarano gli sviluppatori. “Facciamo ciò usando un semplice insieme di principi comportamentali tramite una tecnica chiamata AI Costituzionale”. Chi ha già avuto modo di provare Anthropic lo definisce un serio concorrente di ChatGPT, sebbene al momento pare sia incline a commettere errori fattuali e matematici. Per ora il pubblico generale non può accedere a Claude, disponibile in early-access solamente per le aziende.
Fondato da due ex dipendenti di Salesforce, You.com si propone al pubblico come “il motore di ricerca che controlli tu”. E a prima vista una dichiarazione di questo tipo può sembrare inspiegabile non appena ci si trova di fronte a quello che sembra un tradizionale motore di ricerca. La sua peculiarità, però, è di essere dotato di uno strumento di “chat” gestito dall’IA che funziona in modo analogo a quanto Microsoft sta facendo con Bing. You.com ha introdotto lo scorso dicembre il proprio chatbot, chiamato YouChat, che può fornire risposte a vari tipi di richieste, riassumere articoli presi dal web, generare codice, scrivere saggi e tutto quello cui siamo ormai abituati. You.com recentemente ha anche integrato generatori di immagini basati sull’IA quali Stable Diffusion 1.5, Stable Diffusion 2.1 e Open Journey, con l’obiettivo di diventare la classica “one stop solution” per gli early adopter di intelligenze artificiali.
La sfida per la tecnologia, ahinoi europei, è un discorso che riguarda sempre più Stati Uniti e Cina. E viste le tante novità tecnologiche a stelle e strisce annunciate negli ultimi tempi, era facile immaginare che oltre la Grande Muraglia non sarebbero stati a guardare. Ecco allora il noto Alibaba, gigante dell'e-commerce cinese, salire sul treno dei chatbot basati sull'IA. Non c’è però ancora nulla di tangibile e questo paragrafo deriva dalla dichiarazione di un portavoce dell'azienda a CNBC, secondo cui l'azienda cinese, che già sta sperimentando le IA generative dal 2017, è in fase di testing di un concorrente di Chat-GPT. Non è però stata fornita alcuna indicazione su quando si potrà provare il frutto del suo lavoro, né cosa sarà realmente in grado di fare. C’è però un grosso punto interrogativo da tenere a mente quando ci s’immagina un colosso cinese competere contro gli equivalenti occidentali, quanto meno in quest’ambito: secondo un rapporto di Nikkei Asia, gli organi regolatori cinesi avrebbero già detto a Tencent e Ant Group, di proprietà di Alibaba, che dovranno limitare l'accesso a soluzioni alla ChatGPT per timore che possano essere usate per aggirare la censura. Le aziende, quindi, avranno l’obbligo di consultarsi col governo prima di rendere disponibili al pubblico i propri software, il che getta una seria ombra sull’utilità o quanto meno sulla competitività dei chatbot made in China. Regole simili si applicheranno presumibilmente a tutte le altre aziende cinesi che vorranno sviluppare prodotti basati sull'IA.
Insieme ad Alibaba, un'altra azienda cinese lancerà questo mese uno strumento basato sull’IA chiamato "Ernie Bot". Ci riferiamo a Baidu, l’equivalente cinese di Google, che non a caso insieme al proprio motore di ricerca propone servizi correlati quali Baidu Maps, l'enciclopedia online Baidu Baike, il servizio di archiviazione cloud Baidu Wangpan e altro ancora. Restando nell’ambito delle intelligenze artificiali Baidu sta ragionando anche sulla preparazione di un sistema di guida autonoma ma Ernie, che sta per Enhanced Representation through kNowledge IntEgration, è un servizio assimilabile a ChatGPT. Apparso per la prima volta nel 2019, può generare risposte conversazionali e, assicura Baidu, dal 2021 è addestrato su un modello “massive unstructured data” e su una “gigantesca knowledge graph” che gli permette di eccellere “sia nella comprensione del linguaggio naturale (NLU) che nella sua generazione (NLG)”. Com’è ormai prassi (leggasi, Microsoft e Google), anche Baidu vuole integrare il proprio chatbot nel proprio motore di ricerca e su di esso baserà addirittura l'interfaccia del prossimo veicolo elettrico prodotto dalla startup cinese Jidu. Oltre a questo chatbot, Baidu sta sviluppando anche un modello text-to-image chiamato Ernie ViLG, che andrà a fare concorrenza a DALL-E 2 di OpenAI e a Stable Diffusion di Stability AI.
Finora abbiamo parlato di chatbot ma l'IA generativa può essere usata in modi diversi, a volte anche imprevedibili. I più informati sapranno già di Snapchat, che sta lavorando a un chatbot sperimentale di nome My AI che funziona più o meno come ChatGPT. È però più limitato rispetto alla proposta di OpenAI, poiché limitato dalle linee guida dell’azienda sulla fiducia e sulla sicurezza. Al momento il servizio è disponibile solo per gli abbonati Plus di Snapchat ma il CEO Evan Spiegel ha dichiarato che in futuro sarà disponibile per tutti gli utenti.
Dalle intelligenze artificiali trarranno beneficio anche i videogiochi e la memoria va a illuminati game designer quali David Perry e Peter Molyneux, che nella seconda metà degli anni ’90 già teorizzavano quanto sta per accadere ora. Il colosso cinese dei videogiochi NetEase, infatti, introdurrà uno strumento simile a ChatGPT nel videogioco Justice Online Mobile. Lo strumento “permetterà ai giocatori di dialogare con gli NPC” (Non Playing Characters, ovvero i personaggi gestiti dal computer, ndR) che reagiranno “in modi unici che influenzeranno il gioco”. Ci aspettiamo di rivedere questa intuizione in moltissimo altri videogame nei prossimi anni.
Decisamente più insolito è Character.AI, che consente di usare chatbot modellati su celebrità realmente esistenti quali Elon Musk o Mark Zuckerberg, o di fantasia come Tony Stark degli Avengers. Conversando con questi bot, l'IA risponde in modo da riflettere la personalità della controparte reale (o immaginaria). Potremo anche ricevere consigli su quali libri leggere, quali nuove lingue imparare, e altro ancora.
Restando nell’ambito degli amici immaginari è ben più inquietante Replika, un bot con cui parlare tramite chat testuali e videochiamate (!). Il servizio unisce risposte create in tempo reale, generate grazie alla propria versione del modello GPT-3, a dialoghi predefiniti usati per costruire ricordi e generare risposte personalizzate che si adattano al proprio stile di conversazione. L'azienda che sviluppa Replika ha recentemente escluso l’inclusione del gioco di ruolo erotico, il che se da un lato pare abbia deluso alcuni utenti, dall’altro lascia intuire gli inaspettati sviluppi delle IA cui assisteremo nei prossimi anni.
META
Tutti lo conosciamo per Facebook, Instagram e WhatsApp, ma il colosso di Zuckerberg si è già mosso da tempo in direzione delle intelligenze artificiali. Purtroppo, però, con risultati al momento dimenticabili. È il caso di Galactica, un chatbot che avrebbe dovuto assistere scienziati e ricercatori con riassunti di articoli accademici, soluzioni a problemi matematici, la capacità di annotare molecole e altro ancora. Sebbene Meta abbia affermato di aver addestrato la sua IA su “oltre 48 milioni di articoli, libri di testo, materiale di riferimento, composti, proteine e altre fonti di conoscenza scientifiche”, il chatbot è stato messo offline pochi giorni dopo l’inizio della beta pubblica, avvenuta lo scorso novembre. La ragione? I risultati ritenuti scadenti dagli addetti ai lavori e da alcuni scienziati, alcuni dei quali lo hanno definito “pericoloso”. Non meno problematica è stata un’altra incursione di Meta nell’ambito delle IA, ossia BlenderBot 3, chatbot divenuto involontariamente famoso lo scorso agosto quando a un giornalista della BBC ha dichiarato, riferendosi a Mark Zuckerberg: “Ha fatto un brutto lavoro durante la testimonianza al congresso, mi ha fatto vergognare del mio paese”. Salvo poi aggiungere: “La sua compagnia si approfitta dei soldi delle persone e non se ne importa. Bisogna fermarlo! Siamo d’accordo, vero?”. Nonostante questi passi falsi (per la cronaca: la sincerità della IA è stata ‘corretta’ nelle ore successive), Meta ha annunciato la creazione di un team specializzato in IA dedito alla creazione di “intelligenze artificiali progettate per aiutare le persone e strumenti di intelligenza artificiale basati su testo e immagini per WhatsApp, Instagram e Messenger”.
ANTHROPIC
Fondata nel 2021 da ex dipendenti di OpenAI, Anthropic è un'azienda di ricerca che si occupa di intelligenze artificiali e che sta lavorando a un concorrente di Chat-GPT: Claude. Sebbene non sia ancora stato reso disponibile al pubblico, i risultati preliminari devono essere stati del tutto soddisfacenti se è vero che Google ha già investito 300 milioni di dollari in Anthropic alla fine dello scorso anno. La tecnologia dietro questo chatbot si chiama Constitutional AI e, per i più appassionati all’argomento, non possiamo che rimandare alle 34 pagine di ricerca disponibili online. Tutti gli altri sappiano che Anthropic sta istruendo il proprio chatbot con un insieme “istruzioni” e “principi di linguaggio naturale” utilizzate per revisionare automaticamente le sue risposte. “Abbiamo addestrato i modelli linguistici per essere migliori nel rispondere a domande avverse, senza diventare ottusi e dire molto poco”, dichiarano gli sviluppatori. “Facciamo ciò usando un semplice insieme di principi comportamentali tramite una tecnica chiamata AI Costituzionale”. Chi ha già avuto modo di provare Anthropic lo definisce un serio concorrente di ChatGPT, sebbene al momento pare sia incline a commettere errori fattuali e matematici. Per ora il pubblico generale non può accedere a Claude, disponibile in early-access solamente per le aziende.
YOU.COM
Fondato da due ex dipendenti di Salesforce, You.com si propone al pubblico come “il motore di ricerca che controlli tu”. E a prima vista una dichiarazione di questo tipo può sembrare inspiegabile non appena ci si trova di fronte a quello che sembra un tradizionale motore di ricerca. La sua peculiarità, però, è di essere dotato di uno strumento di “chat” gestito dall’IA che funziona in modo analogo a quanto Microsoft sta facendo con Bing. You.com ha introdotto lo scorso dicembre il proprio chatbot, chiamato YouChat, che può fornire risposte a vari tipi di richieste, riassumere articoli presi dal web, generare codice, scrivere saggi e tutto quello cui siamo ormai abituati. You.com recentemente ha anche integrato generatori di immagini basati sull’IA quali Stable Diffusion 1.5, Stable Diffusion 2.1 e Open Journey, con l’obiettivo di diventare la classica “one stop solution” per gli early adopter di intelligenze artificiali.
ALIBABA
La sfida per la tecnologia, ahinoi europei, è un discorso che riguarda sempre più Stati Uniti e Cina. E viste le tante novità tecnologiche a stelle e strisce annunciate negli ultimi tempi, era facile immaginare che oltre la Grande Muraglia non sarebbero stati a guardare. Ecco allora il noto Alibaba, gigante dell'e-commerce cinese, salire sul treno dei chatbot basati sull'IA. Non c’è però ancora nulla di tangibile e questo paragrafo deriva dalla dichiarazione di un portavoce dell'azienda a CNBC, secondo cui l'azienda cinese, che già sta sperimentando le IA generative dal 2017, è in fase di testing di un concorrente di Chat-GPT. Non è però stata fornita alcuna indicazione su quando si potrà provare il frutto del suo lavoro, né cosa sarà realmente in grado di fare. C’è però un grosso punto interrogativo da tenere a mente quando ci s’immagina un colosso cinese competere contro gli equivalenti occidentali, quanto meno in quest’ambito: secondo un rapporto di Nikkei Asia, gli organi regolatori cinesi avrebbero già detto a Tencent e Ant Group, di proprietà di Alibaba, che dovranno limitare l'accesso a soluzioni alla ChatGPT per timore che possano essere usate per aggirare la censura. Le aziende, quindi, avranno l’obbligo di consultarsi col governo prima di rendere disponibili al pubblico i propri software, il che getta una seria ombra sull’utilità o quanto meno sulla competitività dei chatbot made in China. Regole simili si applicheranno presumibilmente a tutte le altre aziende cinesi che vorranno sviluppare prodotti basati sull'IA.
BAIDU
Insieme ad Alibaba, un'altra azienda cinese lancerà questo mese uno strumento basato sull’IA chiamato "Ernie Bot". Ci riferiamo a Baidu, l’equivalente cinese di Google, che non a caso insieme al proprio motore di ricerca propone servizi correlati quali Baidu Maps, l'enciclopedia online Baidu Baike, il servizio di archiviazione cloud Baidu Wangpan e altro ancora. Restando nell’ambito delle intelligenze artificiali Baidu sta ragionando anche sulla preparazione di un sistema di guida autonoma ma Ernie, che sta per Enhanced Representation through kNowledge IntEgration, è un servizio assimilabile a ChatGPT. Apparso per la prima volta nel 2019, può generare risposte conversazionali e, assicura Baidu, dal 2021 è addestrato su un modello “massive unstructured data” e su una “gigantesca knowledge graph” che gli permette di eccellere “sia nella comprensione del linguaggio naturale (NLU) che nella sua generazione (NLG)”. Com’è ormai prassi (leggasi, Microsoft e Google), anche Baidu vuole integrare il proprio chatbot nel proprio motore di ricerca e su di esso baserà addirittura l'interfaccia del prossimo veicolo elettrico prodotto dalla startup cinese Jidu. Oltre a questo chatbot, Baidu sta sviluppando anche un modello text-to-image chiamato Ernie ViLG, che andrà a fare concorrenza a DALL-E 2 di OpenAI e a Stable Diffusion di Stability AI.
NON SOLO CHATBOT
Finora abbiamo parlato di chatbot ma l'IA generativa può essere usata in modi diversi, a volte anche imprevedibili. I più informati sapranno già di Snapchat, che sta lavorando a un chatbot sperimentale di nome My AI che funziona più o meno come ChatGPT. È però più limitato rispetto alla proposta di OpenAI, poiché limitato dalle linee guida dell’azienda sulla fiducia e sulla sicurezza. Al momento il servizio è disponibile solo per gli abbonati Plus di Snapchat ma il CEO Evan Spiegel ha dichiarato che in futuro sarà disponibile per tutti gli utenti.
Dalle intelligenze artificiali trarranno beneficio anche i videogiochi e la memoria va a illuminati game designer quali David Perry e Peter Molyneux, che nella seconda metà degli anni ’90 già teorizzavano quanto sta per accadere ora. Il colosso cinese dei videogiochi NetEase, infatti, introdurrà uno strumento simile a ChatGPT nel videogioco Justice Online Mobile. Lo strumento “permetterà ai giocatori di dialogare con gli NPC” (Non Playing Characters, ovvero i personaggi gestiti dal computer, ndR) che reagiranno “in modi unici che influenzeranno il gioco”. Ci aspettiamo di rivedere questa intuizione in moltissimo altri videogame nei prossimi anni.
Decisamente più insolito è Character.AI, che consente di usare chatbot modellati su celebrità realmente esistenti quali Elon Musk o Mark Zuckerberg, o di fantasia come Tony Stark degli Avengers. Conversando con questi bot, l'IA risponde in modo da riflettere la personalità della controparte reale (o immaginaria). Potremo anche ricevere consigli su quali libri leggere, quali nuove lingue imparare, e altro ancora.
Restando nell’ambito degli amici immaginari è ben più inquietante Replika, un bot con cui parlare tramite chat testuali e videochiamate (!). Il servizio unisce risposte create in tempo reale, generate grazie alla propria versione del modello GPT-3, a dialoghi predefiniti usati per costruire ricordi e generare risposte personalizzate che si adattano al proprio stile di conversazione. L'azienda che sviluppa Replika ha recentemente escluso l’inclusione del gioco di ruolo erotico, il che se da un lato pare abbia deluso alcuni utenti, dall’altro lascia intuire gli inaspettati sviluppi delle IA cui assisteremo nei prossimi anni.
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