L'analisi

Obbligazioni dei mercati emergenti, ecco i Paesi favoriti secondo Capital Group

Peter Becker, Investment Director di Capital Group, analizza cosa potrebbe accadere nei mercati emergenti nei prossimi mesi

di Anna Patti 9 Marzo 2023 14:30

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Nel 2022, il contesto globale ha innescato ampi deflussi dai mercati del debito dei mercati emergenti. Il rialzo dei tassi d’interesse negli Usa, l’aumento dell’inflazione nei ME e l’incremento del premio al rischio generale hanno ridotto l’interesse al debito dei mercati emergenti per gli investitori globali. Nei primi 11 mesi dell’anno, i deflussi globali netti dai ME hanno totalizzato poco meno di USD 100 miliardi. Di conseguenza, la partecipazione globale nel debito dei ME è oggi al livello più basso in quasi un decennio.

I ME CON FONDAMENTALI SOLIDI BENEFICERANNO DEI FLUSSI IN ENTRATA


Quando la Fed interromperà i rialzi dei tassi o ne ridimensionerà il ritmo, ci sarà la possibilità di ampi flussi in entrata. Peter Becker, Investment Director di Capital Group, sostiene che, dopo un anno di rialzi aggressivi dei tassi, ci aspettano ulteriori incrementi nel 2023 anche se nei prossimi mesi ci sarà una situazione politica meno drammatica. I Paesi dei ME che potrebbero beneficiare di questi primi afflussi saranno probabilmente quelli con tassi di riferimento reali interessanti e saldi con l'estero solidi.

FAVORITI BRASILE E MESSICO


I tassi di riferimento reali sono in genere più alti nei paesi dell’America Latina come Brasile e Messico perché hanno alzato in anticipo i tassi di interesse e hanno contribuito a contenere l’inflazione. In America Latina, l’inflazione sembra vicina al picco, dice l’esperto di Capital Group, aiutata dall’impatto ritardato dell’investimento monetario, dall’inflazione dell’energia più ridotta, insieme alla crescita più debole. In Asia l’inflazione invece continua a salire, in parte per i ritardi nella riapertura del mercato ma anche per l’eliminazione dei sussidi per l’acquisto di carburante in alcune economie.

EUROPA CENTRALE E ORIENTALE, MEDIO ORIENTE


La situazione appare più eterogenea nell’Europa centrale e orientale, nel Medio Oriente e in Africa (CEEMEA): l’inflazione potrebbe aver ormai raggiunto il picco in alcuni Paesi come il Sudafrica (anche se il dato inerziale ha recentemente ricominciato a salire) ma rimane elevata nell’Europa orientale.

LA SITUAZIONE DEI MERCATI DI FRONTIERA


Secondo Peter Becker, Investment Director di Capital Group Le previsioni relative ai saldi con l'estero sono piuttosto eterogenee. La combinazione aumento dei tassi statunitensi e del premio al rischio generale ha portato un incremento del costo di finanziamento per gli emittenti di debito in dollari dei Mercati Emergenti. Alcuni paesi sono rimasti esclusi dai mercati primari e le ristrutturazioni del debito sovrano hanno raggiunto livelli record in questi ultimi due anni.

PAESI CON ME PIU’SVILUPPATI


Si riscontra una situazione differente nei paesi dei ME più sviluppati, molto dei quali ora dipendono meno dai finanziamenti esteri rispetto ai periodi precedenti. Questi paesi, sottolinea Peter Becker, hanno esteso la scadenza delle loro emissioni e considerato che il possesso estero delle obbligazioni in valuta locale è in generale diminuito, dovrebbero ridurre il rischio di un’improvvisa inversione dei flussi di capitale. Molti di questi paesi hanno bilanci esterni solidi e un accesso ai capitali tale da poter gestire la volatilità e hanno costruito ampie riserve in valuta estera, che rimangono a livelli confortevoli nonostante la pressione di quest’anno. Inoltre va aggiunto che, conclude l’Investment Director di Capital Group, i differenziali dei tassi reali positivi rispetto agli USA offrono un ulteriore elemento di protezione.

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