Focus sull'obbligazionario

RBC BlueBay: obbligazioni High Yield pronte a rimbalzare nel 2023, ecco perché

Justin Jewell, Head of BlueBay European High Yield, Senior Portfolio Manager di RBC BlueBay, sottolinea che dopo un 2022 molto negativo i rendimenti raggiunti possono essere un buon punto d’ingresso per investire

di Stefano Caratelli 10 Marzo 2023 19:00

financialounge -  BlueBay Justin Jewell mercati obbligazioni
Anche se potrebbe essere prematuro affermare che sia stato raggiunto il picco dei rendimenti in questo ciclo per il comparto obbligazionario High Yield a livello globale, fino a quando non saranno pubblicati i nuovi utili trimestrali degli emittenti, i rendimenti attuali, pari a quasi l'8,75%, appaiono sufficienti a compensare gli investitori per i rischi previsti e quelli imprevisti. Nei cicli passati, l'High Yield globale ha generato rendimenti positivi nonostante gli stress creditizi e l'indebolimento della crescita economica. Grazie alla qualità dei fondamentali e a solidi fattori tecnici l'asset class può continuare il suo percorso di rimbalzo, dopo un raro anno di ribassi.

UN INIZIO INCORAGGIANTE DEL 2023


Lo sottolinea RBC BlueBay in un commento di Justin Jewell, Head of BlueBay European High Yield, Senior Portfolio Manager, rilevando che l'inizio del 2023 è stato incoraggiante in termini di rendimenti, engagement e attività. Inoltre, un calo di -11,38% nel 2022 ha posto le basi per rendimenti migliori nei prossimi 1-2 anni. Il forte riprezzamento dei rendimenti dei titoli di Stato ha portato il rendimento dei bond High Yield a livello globale a quasi l'8,75%, storicamente rivelatosi un buon punto di ingresso per gli investitori a lungo termine.

RESTARE IN DISPARTE PUÒ ESSERE COSTOSO


Ma, osserva Jewell, maggiori opportunità portano anche maggiori rischi. Tassi d'interesse più elevati per diversi trimestri tendono a causare più default, per la pressione sugli utili e sui margini degli emittenti. Il cambio di regime sui costi di finanziamento può richiedere del tempo prima di mostrare i suoi effetti sui flussi di cassa, ma può anche essere costoso rimanere in disparte in attesa che i dati confermino che la maggior parte delle società emittenti di bond ad alto rendimento ha superato la tempesta. Grazie al rendimento elevato e costante, l'High Yield globale è tra le asset class più resistenti e tende a riprendersi rapidamente dopo un calo, secondo l’esperto di RBC BlueBay.

FONDAMENTALI SOLIDI CHE SI RIFLETTONO NEI RATING


Anche fondamentali solidi supportano l’asset class. Circa il 58% dell'indice High Yield globale si trova ora nella fascia di rating BB e le metriche creditizie mostrano che i bilanci e i fondamentali sono vicini a livelli di solidità record. Inoltre, la leva finanziaria netta delle obbligazioni High Yield USA è tornata ai minimi di prima della crisi finanziaria globale. In particolare, i settori energia, dei metalli e minerari hanno registrato i miglioramenti più significativi dei parametri di credito. I segmenti più indebitati offrono spread più elevati, ma comportano un rischio aggiuntivo per quanto riguarda il rifinanziamento delle scadenze imminenti.

TASSI DI DEFAULT MOLTO BASSI


I settori in declino su base secolare richiederanno un'attenta due diligence per individuare i bilanci più solidi ed evitare strutture di capitale che si avviano a fasi di stress e un potenziale default o una ristrutturazione. Le aziende hanno comunque un margine di manovra maggiore rispetto alle precedenti recessioni, rileva Jewell, prevedendo che il tasso di default rimanga sotto il 5%, significativamente inferiore rispetto al picco del ciclo precedente. La continua moderazione dell'inflazione rende poi possibile che la Fed passi a una politica più accomodante a fine 2023 o inizio 2024, il che sosterrà ulteriormente il rifinanziamento delle obbligazioni.

GLI UPGRADE CONTINUANO A SUPERARE I DOWNGRADE


Un altro trend favorevole segnalato da RBC BlueBay è che il ritmo degli upgrade da High Yield a Investment Grade continua a superare quello dei downgrade, che in Europa potrebbe superare i 25 miliardi di euro, mentre anche in USA sono attese ‘promozioni’ come quelle di Ford e Occidental Petroleum, che da sole potrebbero eliminare circa 70 miliardi di dollari dagli indici High Yield. Infine, Jewell cita fattori tecnici favorevoli, dopo il calo dell’80% dell'offerta di High Yield statunitensi l’anno scorso. Le emissioni sul mercato primario dovrebbero essere solo leggermente superiori nel 2023 e rappresentano un canale interessante per riposizionare i portafogli.

DESTINATA A ACCELERARE LA TENDENZA A TORNARE A INVESTIRE


Lo stesso vale per l'Europa dove l'esiguità dell'offerta ha fatto restringere gli spread creditizi. Jewell cita anche gli ingenti deflussi dall’asset class, pari al record di 49 miliardi di dollari dai fondi e dagli ETF High Yield del 2022 in USA, mentre altri 12 miliardi di euro sono stati prelevati dai fondi High Yield europei. Più in generale, RBC BlueBay nota che l’asset class nel complesso è poco presidiata, anche se il trend sta iniziando a invertirsi, e con una maggior chiarezza sull'inflazione e sugli utili si aspetta che la tendenza a tornare a investire in questa asset class acceleri.

Trending