Fisco
I diversi aumenti in busta paga con la riforma Irpef
La riforma dell'Irpef sta per arrivare in Consiglio dei ministri. Tra le ipotesi nella legge delega sul fisco per i lavoratori dipendenti ci sono tre aliquote Irpef, al posto delle quattro attuali. Ecco cosa cambia
di Fabrizio Arnhold 14 Marzo 2023 08:50
La riforma dell’Irpef potrebbe approdare in Consiglio dei ministri già questa settimana, l’intento è quello di far approvare in Parlamento le novità della legge delega entro maggio. Come cambierà il Fisco? Irpef avrà tre aliquote, da considerarsi come un primo passo verso la flat tax, sarà introdotto un tetto agli sconti fiscali, in relazione al reddito, l’Ires si sdoppia per riservare un’aliquota agevolata per gli investimenti in beni strumentali e innovativi e in occupazione.
L’obiettivo dell’esecutivo resta ridurre la pressione fiscale. L’Irpef, dalle attuali quattro aliquote, dovrebbe essere ridisegnata con tre scaglioni di reddito. Ci sarà anche un taglio delle spese fiscali che oggi contano più di 600 voci e costano all’Erario circa 165 miliardi di euro. Saranno escluse dal taglio le detrazioni per spese sanitarie, per l’istruzione e per gli interessi passivi sui mutui prima casa, così come le deduzioni per i contributi di colf e badanti.
Prima di ipotizzare come potrebbe cambiare l’Irpef, è utile un riepilogo su quelli che oggi sono i quattro scaglioni in vigore. Fino a 15mila euro di reddito attualmente si paga un’aliquota Irpef al 23%, che sale al 25% per redditi fino a 28mila euro. Scatta l’aliquota al 35% per redditi compresi tra 28mila euro e 50mila euro. Oltre questa soglia, infine, si applica un’aliquota del 43%.
Chi ci guadagna con la riforma delle aliquote dell’Irpef? Ci sono principalmente due ipotesi, la prima prevede l’accorpamento del secondo e del terzo scaglione in un’unica fascia che comprenda i redditi tra i 15mila e i 50mila euro, tassati al 27% (ma circola anche l’ipotesi 28%). In questo caso, fino a 15mila euro si pagherebbe un’aliquota Irpef invariata al 23% e sempre senza cambiamenti anche quella al 43% riservata ai redditi oltre i 50mila euro. In questo scenario chi guadagna 20mila euro all’anno andrebbe addirittura a pagare più tasse, circa 100 euro in più. Chi ha uno stipendio da 50mila euro, avrebbe un risparmio di circa 1.500 euro all’anno.
Un’altra ipotesi al vaglio dei tecnici della Ragioneria di Stato ridisegna sia il primo che il secondo scaglione. L’aliquota Irpef al 23% riguarderebbe redditi fino a 28mila euro, ferma l’aliquota al 23% per i redditi fino a 15mila euro. Fino a 50mila euro si applicherebbe un’aliquota al 33%. Il terzo scaglione, al 43%, resterebbe invariato per i redditi oltre 50mila euro. In questa ipotesi, il dipendente con una busta paga da 20mila euro annui, si ritroverebbe uno sgravio fiscale di circa 100 euro; chi guadagna fino a 35mila euro all’anno, risparmierebbe 400 euro di tasse, sgravio che salirebbe a 700 euro per redditi di 50mila euro.
Negli ultimi giorni si sta facendo largo anche un terzo scenario, anche se pare il meno probabile. In questa ipotesi si penserebbe di introdurre un’aliquota più vantaggiosa al 20% per le prime due fasce, ovvero quelle fino a 28mila euro di reddito, e un aumento al 35% per la fascia di redditi che va da 28 a 50mila euro. Invariata, anche in questa simulazione, l’aliquota al 43% sopra i 50mila euro. Aumenterebbe il risparmio per chi guadagna 20mila euro all’anno che pagherebbe 700 euro in meno di Irpef, ma anche chi ha uno stipendio di 35mila euro all’anno risparmierebbe 1.100 euro, la stessa cifra di chi guadagna 50mila euro all’anno ma anche di stipendi più alti, da 60mila euro.
RIDURRE LA PRESSIONE FISCALE
L’obiettivo dell’esecutivo resta ridurre la pressione fiscale. L’Irpef, dalle attuali quattro aliquote, dovrebbe essere ridisegnata con tre scaglioni di reddito. Ci sarà anche un taglio delle spese fiscali che oggi contano più di 600 voci e costano all’Erario circa 165 miliardi di euro. Saranno escluse dal taglio le detrazioni per spese sanitarie, per l’istruzione e per gli interessi passivi sui mutui prima casa, così come le deduzioni per i contributi di colf e badanti.
GLI SCAGLIONI IRPEF ATTUALI
Prima di ipotizzare come potrebbe cambiare l’Irpef, è utile un riepilogo su quelli che oggi sono i quattro scaglioni in vigore. Fino a 15mila euro di reddito attualmente si paga un’aliquota Irpef al 23%, che sale al 25% per redditi fino a 28mila euro. Scatta l’aliquota al 35% per redditi compresi tra 28mila euro e 50mila euro. Oltre questa soglia, infine, si applica un’aliquota del 43%.
PRIMA IPOTESI IRPEF: 23%-27%-43%
Chi ci guadagna con la riforma delle aliquote dell’Irpef? Ci sono principalmente due ipotesi, la prima prevede l’accorpamento del secondo e del terzo scaglione in un’unica fascia che comprenda i redditi tra i 15mila e i 50mila euro, tassati al 27% (ma circola anche l’ipotesi 28%). In questo caso, fino a 15mila euro si pagherebbe un’aliquota Irpef invariata al 23% e sempre senza cambiamenti anche quella al 43% riservata ai redditi oltre i 50mila euro. In questo scenario chi guadagna 20mila euro all’anno andrebbe addirittura a pagare più tasse, circa 100 euro in più. Chi ha uno stipendio da 50mila euro, avrebbe un risparmio di circa 1.500 euro all’anno.
SECONDA IPOTESI IRPEF: 23%-33%-43%
Un’altra ipotesi al vaglio dei tecnici della Ragioneria di Stato ridisegna sia il primo che il secondo scaglione. L’aliquota Irpef al 23% riguarderebbe redditi fino a 28mila euro, ferma l’aliquota al 23% per i redditi fino a 15mila euro. Fino a 50mila euro si applicherebbe un’aliquota al 33%. Il terzo scaglione, al 43%, resterebbe invariato per i redditi oltre 50mila euro. In questa ipotesi, il dipendente con una busta paga da 20mila euro annui, si ritroverebbe uno sgravio fiscale di circa 100 euro; chi guadagna fino a 35mila euro all’anno, risparmierebbe 400 euro di tasse, sgravio che salirebbe a 700 euro per redditi di 50mila euro.
TERZA IPOTESI IRPEF: 20%-35%-43%
Negli ultimi giorni si sta facendo largo anche un terzo scenario, anche se pare il meno probabile. In questa ipotesi si penserebbe di introdurre un’aliquota più vantaggiosa al 20% per le prime due fasce, ovvero quelle fino a 28mila euro di reddito, e un aumento al 35% per la fascia di redditi che va da 28 a 50mila euro. Invariata, anche in questa simulazione, l’aliquota al 43% sopra i 50mila euro. Aumenterebbe il risparmio per chi guadagna 20mila euro all’anno che pagherebbe 700 euro in meno di Irpef, ma anche chi ha uno stipendio di 35mila euro all’anno risparmierebbe 1.100 euro, la stessa cifra di chi guadagna 50mila euro all’anno ma anche di stipendi più alti, da 60mila euro.
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