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Fidelity: “Fed e Bce, ulteriori rialzi dei tassi potrebbero essere un errore”
Secondo Anna Stupnytska, Global Macro Economist di Fidelity International, la debolezza del settore bancario, pur essendo finora limitata a storie isolate, è un effetto della politica monetaria molto rigida
di Antonio Cardarelli 17 Marzo 2023 07:55
Le tensioni sui mercati e le debolezze del settore bancario non hanno intaccato la determinazione della Banca Centrale Europea nel contrastare l’inflazione. Nella riunione di giovedì 16 marzo il Consiglio direttivo, allo scopo di riportare l’inflazione verso l’obiettivo del 2%, ha aumentato i tassi d’interesse di 50 punti base, portando il tasso di finanziamento principale al 3,5%.
“Con questa scelta la Bce ha voluto chiaramente mettere in luce la sua capacità di affrontare i problemi di stabilità finanziaria con strumenti adeguati, senza però distogliere lo sguardo dall'obiettivo della stabilità dei prezzi”, commenta Anna Stupnytska, Global Macro Economist di Fidelity International. Inoltre, specifica l’esperta, a differenza della precedente riunione la Bce ha abbandonato la forward guidance, sottolineando l'importanza della dipendenza dai dati e segnalando la sua disponibilità a "rispondere come necessario" per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell'area dell'euro.
Stupnytska si chiede, però, se questa strategia sarà sufficiente per riportare la calma sui mercati e gestire eventuali ricadute. Immediatamente dopo l’annuncio dell’aumento dei tassi, i listini europei hanno reagito positivamente. Ma resta da vedere se sarà così anche nel prossimo futuro. “Impegnandosi quasi incondizionatamente in questo rialzo, la Bce si è messa in una posizione, a nostro avviso non necessaria, di difficoltà, lasciando poco spazio di manovra in caso di shock”, spiega Stupnytska. Secondo Fidelity, pur essendo storie isolate, i problemi del settore bancario sono comunque “un sintomo dello scenario di politica monetaria molto più rigido creato dalle banche centrali negli ultimi mesi”.
Da qui la considerazione sulle prossime mosse delle banche centrali: “Siamo dell'idea che la portata dell'inasprimento delle politiche da parte della Bce e della Fed sia già sufficiente a provocare un hard landing. Entrambe devono procedere con estrema cautela da qui in poi, in modo flessibile e aperto”. L'ultima indagine sui prestiti bancari della Bce per il primo trimestre del 2023 ha già mostrato un significativo inasprimento delle condizioni di credito e una domanda di prestiti più debole.
“Prevediamo ora che le vulnerabilità del settore bancario che sono emerse avranno un impatto diretto sulla disponibilità delle banche a fornire credito, portando a condizioni di finanziamento ancora più restrittive che a loro volta colpirebbero l'economia reale potenzialmente prima e più duramente del previsto”, commenta l’esperta di Fidelity. “A questo proposito, ulteriori rialzi dei tassi sarebbero probabilmente un errore di politica monetaria che alla fine richiederebbe una rapida correzione di rotta nei prossimi mesi. Monitoreremo da vicino i CDS bancari poiché questo costituisce ora il principale indicatore di condizioni di finanziamento più restrittive”, conclude l’esperta.
IL MESSAGGIO DELLA BCE
“Con questa scelta la Bce ha voluto chiaramente mettere in luce la sua capacità di affrontare i problemi di stabilità finanziaria con strumenti adeguati, senza però distogliere lo sguardo dall'obiettivo della stabilità dei prezzi”, commenta Anna Stupnytska, Global Macro Economist di Fidelity International. Inoltre, specifica l’esperta, a differenza della precedente riunione la Bce ha abbandonato la forward guidance, sottolineando l'importanza della dipendenza dai dati e segnalando la sua disponibilità a "rispondere come necessario" per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell'area dell'euro.
GLI EFFETTI SUL SETTORE BANCARIO
Stupnytska si chiede, però, se questa strategia sarà sufficiente per riportare la calma sui mercati e gestire eventuali ricadute. Immediatamente dopo l’annuncio dell’aumento dei tassi, i listini europei hanno reagito positivamente. Ma resta da vedere se sarà così anche nel prossimo futuro. “Impegnandosi quasi incondizionatamente in questo rialzo, la Bce si è messa in una posizione, a nostro avviso non necessaria, di difficoltà, lasciando poco spazio di manovra in caso di shock”, spiega Stupnytska. Secondo Fidelity, pur essendo storie isolate, i problemi del settore bancario sono comunque “un sintomo dello scenario di politica monetaria molto più rigido creato dalle banche centrali negli ultimi mesi”.
PROCEDERE CON ESTREMA CAUTELA
Da qui la considerazione sulle prossime mosse delle banche centrali: “Siamo dell'idea che la portata dell'inasprimento delle politiche da parte della Bce e della Fed sia già sufficiente a provocare un hard landing. Entrambe devono procedere con estrema cautela da qui in poi, in modo flessibile e aperto”. L'ultima indagine sui prestiti bancari della Bce per il primo trimestre del 2023 ha già mostrato un significativo inasprimento delle condizioni di credito e una domanda di prestiti più debole.
I PERICOLI DI ALTRI RIALZI
“Prevediamo ora che le vulnerabilità del settore bancario che sono emerse avranno un impatto diretto sulla disponibilità delle banche a fornire credito, portando a condizioni di finanziamento ancora più restrittive che a loro volta colpirebbero l'economia reale potenzialmente prima e più duramente del previsto”, commenta l’esperta di Fidelity. “A questo proposito, ulteriori rialzi dei tassi sarebbero probabilmente un errore di politica monetaria che alla fine richiederebbe una rapida correzione di rotta nei prossimi mesi. Monitoreremo da vicino i CDS bancari poiché questo costituisce ora il principale indicatore di condizioni di finanziamento più restrittive”, conclude l’esperta.