Investimenti sostenibili

Green Bond: non sono un miraggio ma l’etichetta non basta, serve gestione attiva

La Financière de l’Echiquier analizza il calo delle emissioni verdi nel 2022, dovuto anche alla scarsa diversificazione. Mercato già in ripresa quest’anno, ma serve una gestione attiva e esperta, non solo ‘green’

di Stefano Caratelli 20 Marzo 2023 18:00

financialounge -  Alexis Bienvenu ESG green bond La Financière de l'Echiquier mercati
I green bond sostengono veramente la ‘’rivoluzione verde’’ sui mercati finanziari, o sono solo un miraggio bello ma fugace? Nel 2022, per la prima volta nella storia le emissioni di green bond sono calate da un totale di 596 miliardi di dollari nel 2021 a 443 miliardi, pari a un -25%. In realtà è stato l’intero settore obbligazionario a essere devastato l’anno scorso, per l’inflazione galoppante che ha spinto le Banche Centrali a bruschi rialzi dei tassi. Ma i green bond non hanno fornito particolare protezione, e hanno perso anche più delle obbligazioni tradizionali: -17% per l’indice Bloomberg MSCI Green Bond contro il -11% del Bloomberg Global Aggregate.

LA SCARSA DIVERSIFICAZIONE NON HA AIUTATO


Alexis Bienvenu, Gestore, La Financiere de l’Echiquier, sottolinea che la caduta non è dovuta all’essere ‘green’, e sicuramente non ha aiutato la scarsa diversificazione settoriali e di strumenti, essendo un mercato agli esordi. Inoltre il 2023 è iniziato con una dinamica opposta, le emissioni ‘green’ a gennaio hanno raggiunto i 39 miliardi di euro, in aumento del 25% rispetto a gennaio 2022, e molte banche prevedono che quest’anno torneranno ai livelli del 2021. Sicuramente è solo un inizio, secondo Bienvenu, che cita il supporto dei piani governativi americani (Inflation Reduction Act), europei (Green Deal) e cinesi, l’appetito degli investitori, e le varie pressioni a favore di un’economia più ecosostenibile.

IL GOAL AMBIZIOSO DI 5.000 MILIARDI DI DOLLARI


Ad esempio. la Climate Bonds Initiative prevede per le emissioni di green bond l’ambizioso livello di 5.000 miliardi di dollari l’anno a partire dal 2025. Si costituirebbe in questo modo, secondo l’esperto di La Financiere de l’Echiquier, un mercato estremamente liquido. Anche la Cina promette bene: malgrado un’economia ancora largamente dipendente dal carbone, è stato il primo emittente di green bond nel 2022. E, dato che probabilmente altri Paesi seguiranno, le emissioni verdi dovrebbero ulteriormente aumentare, contrariamente, spera Bienvenu, a quelle di CO2.

RISCHIO DI SFIDUCIA NELL’INVESTIMENTO SOSTENIBILE, SOPRATTUTTO IN USA


Ma se il 2022 è un semplice incidente di percorso, segna forse anche l’inizio di un’altra tendenza, in crescita soprattutto negli Usa, vale a dire la sfiducia verso l’investimento responsabile. Scelte di questo tipo rischiano di giocare contro l’ecosostenibilità, ma Bienvenu sottolinea anche che di fronte allo slancio generalizzato per un’economia più sostenibile, è difficile immaginare che i prodotti finanziari verdi risentiranno profondamente di questo movimento. Il mercato dovrà semplicemente venire a patti.

GREENWASHING PROBLEMA ANCORA DA RISOLVERE


Infine, secondo l’analisi di La Financiere de l’Echiquier, un ultimo ma inevitabile ostacolo minaccia lo sviluppo delle obbligazioni green e, in senso più lato, “sostenibili”. Non necessariamente il prezzo più alto, che l’investitore sembra disposto fino a un certo punto a pagare, ma il greenwashing, vale a dire l’inganno sul valore ecologico dei progetti, che può minare la fiducia. La Climate Bond Initiativeritiene che solo il 20% delle obbligazioni green presenti standard sufficientemente elevati per ottenere una certificazione.

L’EUROPA NON PUO’ FARE IL CAVALIERE SOLITARIO


Per sviluppare il mercato green, sottolinea Bievenu, la proporzione deve essere come minimo invertita: il lavoro da fare è ancora tanto, richiede tempo, e l’Europa non può fare il cavaliere solitario. Se i green bond sono destinati a diventare obbligatori nei portafogli, devono dimostrare che non basta l’etichetta ma è fondamentale provarne la veridicità

LA PROSSIMA RIVOLUZIONE: GESTIONE NON SOLO VERDE MA ATTIVA


Solo a questa condizione, secondo La Financiere de l’Echiquier, il ‘verde’ non sarà più un miraggio. Nel frattempo, gli investitori hanno la responsabilità di condurre un’analisi approfondita della valenza ecologica reale dei titoli green. Compito che può essere svolto solo da una gestione attiva ed esperta. La prossima rivoluzione in finanza, conclude Bienvenu, potrebbe quindi essere non solo verde ma anche attiva.

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