Politica monetaria
Perché Neuberger Berman non esclude una pausa nel rialzo dei tassi da parte di Fed e Bce
Per Brad Tank (Neuberger Berman) le tensioni nel sistema bancario (il crollo della Silicon Valley Bank e la crisi del Credit Suisse) hanno rappresentato un importante passo avanti nel processo di inasprimento monetario
di Leo Campagna 21 Marzo 2023 12:51
Di recente Neuberger Berman ha messo in guardia gli investitori dall'apparente ottimismo dei mercati. Sottolineando che la politica monetaria agisce con un certo ritardo (una volta aumentati i tassi, che ci vuole tempo affinché l’economia ne percepisca appieno gli effetti) e che le banche centrali non hanno ancora terminato il loro ciclo di rialzo. “Riteniamo che questi effetti stiano iniziando, ora, a farsi sentire seriamente” fa sapere Brad Tank, Chief Investment Officer—Fixed Income di Neuberger Berman
Secondo il manager, il 2023 dovrebbe essere l'anno dell'adeguamento dell'economia e del sistema finanziario ad un nuovo mondo a tassi più elevati. “Quando le condizioni finanziarie cambiano così velocemente, riteniamo sia prudente fare attenzione a eventuali rotture che potrebbero verificarsi da qualche parte nel sistema. Per gli investitori è importante essere pronti alle brutte sorprese" specifica Tank.
Il crollo della Silicon Valley Bank (SVB) ha ricordato che non si possono alzare i tassi e drenare liquidità così velocemente, né invertire la curva dei rendimenti così profondamente, senza conseguenze. In Europa, invece, Credit Suisse ha dovuto chiedere aiuto alle autorità, prima prendendo in prestito ben 50 miliardi di franchi svizzeri da una linea di liquidità messa a disposizione dalla Banca Centrale Svizzera (BNS) e successivamente annunciando la cessione di tutte le proprie attività ad UBS grazie anche alla liquidità, fino a 100 miliardi, fornita dalla BNS per far fronte ad eventuali perdite.
La scorsa settimana la Bce ha fornito un indizio su cosa faranno le banche centrali in questo nuovo contesto. Da un lato ha confermato la volontà di aumentare i tassi di 50 punti base, ma dall’altro ha abbandonato la precedente promessa di voler continuare ad "aumentare i tassi di interesse ad un ritmo costante" e ha rivisto al ribasso le sue previsioni sull’inflazione per il 2024 e il 2025, rispettivamente di 30 e 20 punti base. Un chiaro primo segnale “dovish” da qualche tempo a questa parte.
In ogni caso, le banche centrali non possono fare nulla per rallentare la corsa dell'inflazione di oggi. Meglio concentrarsi sui prezzi al consumo di domani che, probabilmente, saranno determinati dallo stato della domanda nell'economia e dalla rigidità delle condizioni finanziarie generali.” Negli ultimi giorni molti indicatori hanno segnalato un indebolimento dell’economia e il più significativo irrigidimento dell'indice Bloomberg relativo alle condizioni finanziarie degli Stati Uniti dall'apice della pandemia da Covid-19. In pratica, i costi di finanziamento sono aumentati in modo significativo, mentre gli standard di prestito sono stati innalzati in modo aggressivo” puntualizza Tank.
Si tratta di segnali che indicano che l'economia e il sistema finanziario stanno iniziando ad adattarsi all'inasprimento delle politiche monetarie degli ultimi 12 mesi. La scorsa settimana ha rappresentato un importante passo avanti in questo processo di inasprimento, che contribuirà notevolmente al raggiungimento degli obiettivi di rallentare la crescita, la creazione di posti di lavoro e, in ultima battuta, l'inflazione. A patto che queste tensioni bancarie non si trasformino in qualcosa di più grave, la Bce e la Fed potrebbero ritenere di aver raggiunto o di essere vicine ai loro obiettivi di politica monetaria. Non a caso, i mercati stanno di nuovo scontando un taglio dei tassi sui fed funds nel 2023 dal momento che la Fed sembra avere più flessibilità visto che è più avanti nel suo ciclo di inasprimento.
“Non riteniamo che questo ciclo di rialzi sia definitivamente concluso - i responsabili di politica monetaria vorranno prima avere una conferma dai dati sull'inflazione nei prossimi mesi - ma dopo questa settimana non possiamo escludere una pausa a tempo indeterminato” conclude il CIO Fixed Income di Neuberger Berman.
GLI INVESTITORI DEVONO ESSERE PRONTI A RICEVERE BRUTTE SORPRESE
Secondo il manager, il 2023 dovrebbe essere l'anno dell'adeguamento dell'economia e del sistema finanziario ad un nuovo mondo a tassi più elevati. “Quando le condizioni finanziarie cambiano così velocemente, riteniamo sia prudente fare attenzione a eventuali rotture che potrebbero verificarsi da qualche parte nel sistema. Per gli investitori è importante essere pronti alle brutte sorprese" specifica Tank.
IL CROLLO DELLA SILICON VALLEY BANK
Il crollo della Silicon Valley Bank (SVB) ha ricordato che non si possono alzare i tassi e drenare liquidità così velocemente, né invertire la curva dei rendimenti così profondamente, senza conseguenze. In Europa, invece, Credit Suisse ha dovuto chiedere aiuto alle autorità, prima prendendo in prestito ben 50 miliardi di franchi svizzeri da una linea di liquidità messa a disposizione dalla Banca Centrale Svizzera (BNS) e successivamente annunciando la cessione di tutte le proprie attività ad UBS grazie anche alla liquidità, fino a 100 miliardi, fornita dalla BNS per far fronte ad eventuali perdite.
UN PRIMO SEGNALE DOVISH DALLA BCE
La scorsa settimana la Bce ha fornito un indizio su cosa faranno le banche centrali in questo nuovo contesto. Da un lato ha confermato la volontà di aumentare i tassi di 50 punti base, ma dall’altro ha abbandonato la precedente promessa di voler continuare ad "aumentare i tassi di interesse ad un ritmo costante" e ha rivisto al ribasso le sue previsioni sull’inflazione per il 2024 e il 2025, rispettivamente di 30 e 20 punti base. Un chiaro primo segnale “dovish” da qualche tempo a questa parte.
FOCUS SULL’INFLAZIONE
In ogni caso, le banche centrali non possono fare nulla per rallentare la corsa dell'inflazione di oggi. Meglio concentrarsi sui prezzi al consumo di domani che, probabilmente, saranno determinati dallo stato della domanda nell'economia e dalla rigidità delle condizioni finanziarie generali.” Negli ultimi giorni molti indicatori hanno segnalato un indebolimento dell’economia e il più significativo irrigidimento dell'indice Bloomberg relativo alle condizioni finanziarie degli Stati Uniti dall'apice della pandemia da Covid-19. In pratica, i costi di finanziamento sono aumentati in modo significativo, mentre gli standard di prestito sono stati innalzati in modo aggressivo” puntualizza Tank.
FED E BCE FORSE VICINI AGLI OBIETTIVI DI POLITICA MONETARIA
Si tratta di segnali che indicano che l'economia e il sistema finanziario stanno iniziando ad adattarsi all'inasprimento delle politiche monetarie degli ultimi 12 mesi. La scorsa settimana ha rappresentato un importante passo avanti in questo processo di inasprimento, che contribuirà notevolmente al raggiungimento degli obiettivi di rallentare la crescita, la creazione di posti di lavoro e, in ultima battuta, l'inflazione. A patto che queste tensioni bancarie non si trasformino in qualcosa di più grave, la Bce e la Fed potrebbero ritenere di aver raggiunto o di essere vicine ai loro obiettivi di politica monetaria. Non a caso, i mercati stanno di nuovo scontando un taglio dei tassi sui fed funds nel 2023 dal momento che la Fed sembra avere più flessibilità visto che è più avanti nel suo ciclo di inasprimento.
NON SI PUÒ ESCLUDERE UNA PAUSA NEL RIALZO DEI TASSI
“Non riteniamo che questo ciclo di rialzi sia definitivamente concluso - i responsabili di politica monetaria vorranno prima avere una conferma dai dati sull'inflazione nei prossimi mesi - ma dopo questa settimana non possiamo escludere una pausa a tempo indeterminato” conclude il CIO Fixed Income di Neuberger Berman.