Asset allocation

LGIM vede opportunità selettive nel reddito fisso europeo anche dopo il rally

James Carrick, Global Economist, Simon Bell, Fund manager Active Fixed Income, e Marc Rovers, Head di Euro credit, in un webinar fanno il punto sulle prospettive di prosecuzione del buon avvio dell’anno

di Stefano Caratelli 22 Marzo 2023 08:00

financialounge -  James Carrick LGIM Marc Rovers reddito fisso Simon Bell
Dopo una partenza spumeggiante del 2023 per il reddito fisso che ha visto spiccare in evidenza il mercato del credito europeo, restano comunque interessanti opportunità da cogliere anche nei prossimi mesi, in un panorama globale estremamente diversificato. Gran Bretagna e Europa si stanno avviando verso la recessione a seguito dei rialzi delle banche centrali, ma i prezzi dell’energia sono scesi significativamente mentre le condizioni finanziarie si sono stabilizzate nel Regno Unito dopo la tempesta di settembre. Anche in USA ci sono segni di recessione in arrivo che impatterà gli utili societari, in Asia è attesa una ripresa vigorosa guidata da una Cina uscita dalle restrizioni, mentre l’inflazione che rialzo la testa in Giappone crea problemi alla banca centrale.

LE POSSIBILITÀ DI RECESSIONE RESTANO ELEVATE


LGIM, in un webinar con James Carrick, Global Economist, Simon Bell, Fund manager Active Fixed Income, e, Marc Rovers, Head di Euro credit, ha fatto il punto sulle prospettive del reddito fisso in Europa partendo dalle probabilità di recessione, che potrebbero essere ridotte dalla caduta dei prezzi energetici e dalla ripartenza cinese, ma restano comunque elevate a partire dalla seconda metà del 2023 e per il 2024. In Europa inoltre permane comunque un significativo shock energetico, in una fase di condizioni particolarmente restrittive del mercato del credito. La contrazione economica sarebbe comunque moderata, mentre un mercato del lavoro ancora ‘tirato’ spinge in alto i salari e mantiene preoccupata la Bce.

TRE DOMANDE CHIAVE A CUI RISPONDERE NEL 2023


Per gli esperti di LGIM sono tre le domande chiave a cui rispondere per il 2023. La prima riguarda il mercato del lavoro, dove il punto di riferimento resta la ‘curva di Phillips’, secondo cui quando la disoccupazione scende i salari salgono. La seconda è sull’intensità della recessione, che farà comunque tornare il valore dei bond come protezione ‘assicurativa’, e infine l’interrogativo su quanto l’inflazione sia già realmente rientrata, la cui risposta dipende molto dalla risposta che le politiche fiscali e di bilancio dei governi adotteranno per rispondere all’inflazione. Ci sono comunque ragioni per ritenere che la recessione sarà più accentuata di quanto i mercati si aspettano, mantenendo pressione sulle banche centrali.

POSSIBILI CATALIZZATORI POSITIVI MA ANCHE AVVERSI


Le curve dei tassi invertite puntano in ogni caso a scenari recessivi, mentre l’azione delle banche centrali ha effettivamente ‘piegato’ verso il basso le aspettative di inflazione a 3 anni, avvicinandole all’obiettivo. Nell’attuale ambiente di tassi elevati come non si vedevano da un decennio, sottolineano gli esperti di LGIM, i bond Investment Grade europei appaiono attraenti, mentre gli spread possono tornare a un livello di equilibrio. I potenziali catalizzatori di mercato a cui guardare nel 2023 sono, nella colonna dei fattori positivi, il picco dell’inflazione USA, il fine del ciclo della Fed, la riapertura cinese, un ciclo favorevole del credito e un allentamento del conflitto in Ucraina, mentre su quella dei fattori avversi ci sono una svolta violenta della politica monetaria giapponese, la recessione in USA e Europa, un collasso del mercato immobiliare, un’escalation delle tensioni su Taiwan e il Quantitative Tightening della Bce. LGIM nota che il mercato sta prestando meno attenzione ai fattori potenzialmente avversi.

COME POSIZIONARSI SULLE UTILITY


Tra i temi settoriali gli esperti di LGIM segnalano in particolare le utility, suggerendo un posizionamento più sulla distribuzione e trasmissione di energia elettrica che l’esposizione sulla generazione. In generale, l’indicazione è che non occorre più ‘andare a caccia’ del rendimento, visto che perfino il Bund tedesco ormai offre più del 2%, e di cercare invece la qualità. Su un orizzonte di lungo termine gli spread creditizi appaiono attraenti per cui è opportuno tenersi ‘investiti’ ma con un occhio ai ‘rischi di coda, come l’esposizione alla Cina, ad alcuni segmenti delle utility, e limitando l’esposizione ai titoli ciclici.

LA LIQUIDITÀ RIMANE UN ELEMENTO CHIAVE


Infine la liquidità, che gli esperti di LGIM considerano un fattore chiave nella fase attuale, perché serve a cogliere le occasioni generate dalla volatilità, che i gestori attivi non temono ma considerano invece un’opportunità.

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