Politica monetaria
Ethenea vede rischio recessione con altri rialzi dei tassi di Fed e Bce
Andrea Siviero, Investment Strategist di Ethenea Independent Investors, vede la Fed meglio posizionata per orchestrare un soft landing mentre le prospettive impegnative per l'Eurozona metteranno alla prova la Bce
di Stefano Caratelli 23 Marzo 2023 16:00
Gli ultimi dati indicano un discreto andamento economico in USA e Eurozona nel primo trimestre che, abbinati alla ripresa in Cina, hanno fatto salire il rischio che l'inflazione resti elevata e le banche centrali alzino i tassi oltre il previsto. Fed e Bce devono contrastare l’inflazione ma altri rialzi e l'effetto ritardato della stretta monetaria, combinati con la recente instabilità finanziaria, potrebbero far scivolare le economie in recessione. È l’analisi di Andrea Siviero, Investment Strategist di ETHENEA Independent Investors, secondo cui la Fed è meglio posizionata per un soft landing, mentre rallentamento economico e tensioni politiche potrebbero mettere alla prova la determinazione della Bce.
Secondo Siviero, dopo il ciclo di rialzi più aggressivo da 40 anni, la Fed ha in parte raggiunto l’obiettivo di raffreddare la domanda, ma non ha ancora terminato, e i rischi di recessione sono decisamente aumentati. Per evitare un grave crollo congiunturale, la Fed ha gradualmente ridotto il ritmo dei rialzi, ma continuerà probabilmente ad aumentare il costo del denaro fino all'estate. Un soft landing resta possibile ma sarà difficile orchestrarlo: l'inflazione nel terziario resta alta e la recente crisi bancaria causerà un inasprimento del credito che, insieme a una nuova stretta monetaria potrebbe spingere l'economia in recessione.
La Fed ha guidato l'economia Usa verso la disinflazione, guadagnando tempo e ampi margini di manovra, la situazione rimane complessa e incerta, ma secondo Siviero appare meglio posizionata di altre banche centrali per orchestrare un soft landing. Nell’Eurozona, l’economia si è mostrata sorprendentemente robusta, malgrado l'inflazione, la guerra in Ucraina, la crisi energetica e il rallentamento in Cina, ed è riuscita a evitare la recessione. La produzione industriale è rimasta debole ma va stabilizzandosi grazie ai minori problemi delle catene di fornitura e alla rimozione delle restrizioni anti-Covid in Cina, il mercato del lavoro è robusto e gli indicatori puntano alla crescita economica.
Ma, sottolinea l’esperto di Ethenea, le prospettive a medio termine restano impegnative. L'Eurozona deve fare i conti con un rallentamento congiunturale e grandi incertezze, e non si può ancora escludere una lieve recessione nel 2023. Le pressioni sui prezzi stanno diminuendo, ma l'inflazione resta troppo elevata e va espandendosi, e rimane ai massimi, mentre la domanda interna potrebbe subire una contrazione a causa dell'erosione dei redditi reali.
In un contesto di crescita robusta, aumento delle pressioni sui prezzi e sostegno fiscale sostenuto, dalla fine dello scorso anno la Bce ha adottato toni più aggressivi. Essendo partita più tardi i rialzi, deve ora mantenere la rotta della politica restrittiva malgrado i potenziali rischi di recessione, e il 16 marzo ha tenuto fede alle intenzioni alzando i tassi di 50 punti base nonostante le turbolenze finanziarie.
Da qui in avanti, sottolinea in conclusione Siviero, l’orientamento aggressivo della Bce potrebbe suscitare domande dovute al peggioramento della congiuntura nella regione e le tensioni politiche potrebbero mettere alla prova la determinazione dei vertici della Banca centrale di Francoforte nel perseguire il proprio corso restrittivo.
LA FED HA IN PARTE RAGGIUNTO L’OBIETTIVO
Secondo Siviero, dopo il ciclo di rialzi più aggressivo da 40 anni, la Fed ha in parte raggiunto l’obiettivo di raffreddare la domanda, ma non ha ancora terminato, e i rischi di recessione sono decisamente aumentati. Per evitare un grave crollo congiunturale, la Fed ha gradualmente ridotto il ritmo dei rialzi, ma continuerà probabilmente ad aumentare il costo del denaro fino all'estate. Un soft landing resta possibile ma sarà difficile orchestrarlo: l'inflazione nel terziario resta alta e la recente crisi bancaria causerà un inasprimento del credito che, insieme a una nuova stretta monetaria potrebbe spingere l'economia in recessione.
MEGLIO POSIZIONATA DI ALTRE PER UN SOFT LANDING
La Fed ha guidato l'economia Usa verso la disinflazione, guadagnando tempo e ampi margini di manovra, la situazione rimane complessa e incerta, ma secondo Siviero appare meglio posizionata di altre banche centrali per orchestrare un soft landing. Nell’Eurozona, l’economia si è mostrata sorprendentemente robusta, malgrado l'inflazione, la guerra in Ucraina, la crisi energetica e il rallentamento in Cina, ed è riuscita a evitare la recessione. La produzione industriale è rimasta debole ma va stabilizzandosi grazie ai minori problemi delle catene di fornitura e alla rimozione delle restrizioni anti-Covid in Cina, il mercato del lavoro è robusto e gli indicatori puntano alla crescita economica.
L’EUROZONA DEVE FARE I CONTI CON PROBLEMI E INCERTEZZE
Ma, sottolinea l’esperto di Ethenea, le prospettive a medio termine restano impegnative. L'Eurozona deve fare i conti con un rallentamento congiunturale e grandi incertezze, e non si può ancora escludere una lieve recessione nel 2023. Le pressioni sui prezzi stanno diminuendo, ma l'inflazione resta troppo elevata e va espandendosi, e rimane ai massimi, mentre la domanda interna potrebbe subire una contrazione a causa dell'erosione dei redditi reali.
MANTENUTA LA ROTTA DA PARTE DELLA BCE
In un contesto di crescita robusta, aumento delle pressioni sui prezzi e sostegno fiscale sostenuto, dalla fine dello scorso anno la Bce ha adottato toni più aggressivi. Essendo partita più tardi i rialzi, deve ora mantenere la rotta della politica restrittiva malgrado i potenziali rischi di recessione, e il 16 marzo ha tenuto fede alle intenzioni alzando i tassi di 50 punti base nonostante le turbolenze finanziarie.
MA LA SUA DETERMINAZIONE POTREBBE ESSERE MESSA ALLA PROVA
Da qui in avanti, sottolinea in conclusione Siviero, l’orientamento aggressivo della Bce potrebbe suscitare domande dovute al peggioramento della congiuntura nella regione e le tensioni politiche potrebbero mettere alla prova la determinazione dei vertici della Banca centrale di Francoforte nel perseguire il proprio corso restrittivo.