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Fidelity: “Dopo l’ultimo rialzo della Fed meglio rimanere prudenti sui mercati”
Anna Stupnytska, Global Economist di Fidelity International, analizza le conseguenze del recente rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve: “Più probabile un hard landing per l’economia”
di Antonio Cardarelli 24 Marzo 2023 08:00
La riunione del Fomc della Federal Reserve del 21 e 22 marzo era molto attesa. Nonostante i timori per le banche regionali americane, Jerome Powell ha annunciato un rialzo di 25 punti base, portando il tasso di riferimento al 4,75-5%. Una mossa che i mercati hanno accolto con una certa preoccupazione, anche se la risposta di Wall Street è stata influenzata negativamente dalle parole di Janet Yellen sulla garanzia dei depositi bancari.
Anna Stupnytska, Global Economist di Fidelity International, sottolinea come la decisione presa dalla Fed sia stata “eccezionalmente difficile” alla luce delle recenti tensioni sul settore bancario. La scelta di Powell, secondo l’esperta di Fidelity, denota la fiducia della Fed “nella sua capacità di contenere l'instabilità finanziaria, mantenendo allo stesso tempo una forte attenzione al controllo dell'inflazione”. Nell’analisi di Stupnytska ora la Fed sta seguendo il modello della Banca centrale europea, aumentando i tassi ma passando a un approccio più cauto, riunione dopo riunione. Molti analisti avevano previsto la possibilità di una pausa da parte della Fed nel percorso dei rialzi: “Ma questo avrebbe potuto mettere in discussione l'impegno della Fed a contenere l'inflazione e rischiando di compromettere la sua credibilità”, commenta l’esperta di Fidelity.
Tuttavia, il rischio concreto, secondo Stupnytska, è che questo rialzo possa esacerbare ulteriormente le preoccupazioni sull'instabilità finanziaria e alimentando le turbolenze di mercato. “Con l’evoluzione della crisi del sistema bancario, riteniamo che la probabilità di un hard landing sia aumentata drasticamente negli ultimi giorni. L'attuale tensione del mercato, sintomo dell'ampiezza e della velocità dell'inasprimento delle politiche finora adottate, sta alimentando ricadute più ampie attraverso il canale dei prestiti bancari all'economia reale”, spiega l’esperta di Fidelity.
Alla luce di queste evoluzioni, l’atteggiamento di Fidelity International rimane ancora prudente e viene espresso da un sottopeso sul credito e da un sovrappeso sulla liquidità. “La fine del ciclo di inasprimento della Fed si sta avvicinando e siamo consapevoli che ciò può potenzialmente provocare un rally di sollievo negli asset di rischio nel breve termine - spiega Stupnytska - Tuttavia, riteniamo che la notevole quantità di inasprimenti già attuati, il rallentamento della crescita, l'inflazione elevata e ora le tensioni nel settore bancario giustifichino un approccio difensivo”. Le scelte di Fidelity International privilegiano, al momento, i mercati emergenti rispetto ai Paesi sviluppati. “La storia della riapertura della Cina è ancora intatta, il che significa che la Cina potrebbe essere un utile diversificatore nel caso in cui la crescita dei Paesi sviluppati si fermi o le tensioni bancarie si intensifichino”, conclude Stupnytska.
UNA DECISIONE DIFFICILE
Anna Stupnytska, Global Economist di Fidelity International, sottolinea come la decisione presa dalla Fed sia stata “eccezionalmente difficile” alla luce delle recenti tensioni sul settore bancario. La scelta di Powell, secondo l’esperta di Fidelity, denota la fiducia della Fed “nella sua capacità di contenere l'instabilità finanziaria, mantenendo allo stesso tempo una forte attenzione al controllo dell'inflazione”. Nell’analisi di Stupnytska ora la Fed sta seguendo il modello della Banca centrale europea, aumentando i tassi ma passando a un approccio più cauto, riunione dopo riunione. Molti analisti avevano previsto la possibilità di una pausa da parte della Fed nel percorso dei rialzi: “Ma questo avrebbe potuto mettere in discussione l'impegno della Fed a contenere l'inflazione e rischiando di compromettere la sua credibilità”, commenta l’esperta di Fidelity.
PROBABILE UN HARD LANDING PER L’ECONOMIA
Tuttavia, il rischio concreto, secondo Stupnytska, è che questo rialzo possa esacerbare ulteriormente le preoccupazioni sull'instabilità finanziaria e alimentando le turbolenze di mercato. “Con l’evoluzione della crisi del sistema bancario, riteniamo che la probabilità di un hard landing sia aumentata drasticamente negli ultimi giorni. L'attuale tensione del mercato, sintomo dell'ampiezza e della velocità dell'inasprimento delle politiche finora adottate, sta alimentando ricadute più ampie attraverso il canale dei prestiti bancari all'economia reale”, spiega l’esperta di Fidelity.
PRIVILEGIARE UN ATTEGGIAMENTO PRUDENTE
Alla luce di queste evoluzioni, l’atteggiamento di Fidelity International rimane ancora prudente e viene espresso da un sottopeso sul credito e da un sovrappeso sulla liquidità. “La fine del ciclo di inasprimento della Fed si sta avvicinando e siamo consapevoli che ciò può potenzialmente provocare un rally di sollievo negli asset di rischio nel breve termine - spiega Stupnytska - Tuttavia, riteniamo che la notevole quantità di inasprimenti già attuati, il rallentamento della crescita, l'inflazione elevata e ora le tensioni nel settore bancario giustifichino un approccio difensivo”. Le scelte di Fidelity International privilegiano, al momento, i mercati emergenti rispetto ai Paesi sviluppati. “La storia della riapertura della Cina è ancora intatta, il che significa che la Cina potrebbe essere un utile diversificatore nel caso in cui la crescita dei Paesi sviluppati si fermi o le tensioni bancarie si intensifichino”, conclude Stupnytska.