Investimenti
AllianzGI: nel breve ridurre l’esposizione azionaria, prudenza sulle obbligazioni
Nel weekly outlook Hans-Jörg Naumer, Director, Global Capital Markets & Thematic Research, fa il punto sulla turbolenza innescata dal fallimento della Silicon Valley Bank, e vede favoriti per ora i Treasury USA
di Stefano Caratelli 25 Marzo 2023 15:08
Nell’attuale contesto di mercato turbolento, nel breve periodo è preferibile ridurre l’esposizione azionaria in ottica tattica e adottare un approccio prudente alle obbligazioni. Per il momento i Treasury USA dovrebbero beneficiare della fase di minore propensione al rischio e lotta all’inflazione delle banche centrali, considerata la probabile riduzione delle attese inflazionistiche. Ma nel medio periodo si dovrà scendere a patti con il fatto che l’inflazione è qui per restare, in una fase in cui le autorità monetarie continuano a ridurre la marea di denaro a basso costo, ridimensionando i propri bilanci e rimettendo i titoli obbligazionari sul mercato.
Sono le indicazioni del weekly outlook di Allianz Global Investors, a cura di Hans-Jörg Naumer, Director, Global Capital Markets & Thematic Research, che parte dal fallimento della Silicon Valley Bank che alimenta tensioni in tutto il mondo, mentre la “Teoria della moneta moderna” si sta rivelando un’illusione. Questa prevede infatti in estrema sintesi che la politica fiscale non sia soggetta a vincoli poiché i governi non possono esaurire il denaro, potendo semplicemente stampare moneta. Certamente, possono farlo, nota l’esperto di AllianzGI, ma la creazione incondizionata di denaro avrebbe conseguenze potenzialmente piuttosto gravi.
Il “prezzo del denaro”, vale a dire l’interesse, ha una funzione centrale di informazione e stimolo, e in caso di alterazione anche tutti gli altri prezzi forniscono segnali distorti, con conseguenti allocazioni erronee del capitale, creazione di bolle e mancata considerazione dei rischi nella convinzione la ‘put’ delle banche centrali offra protezione dai ribassi. Durante la fase di financial repression e di rendimenti bassi o negativi si è dimenticato che il denaro non è una risorsa illimitata. Naumer cita Warren Buffett secondo cui “Non scoprirai chi stava nuotando nudo fino a quando la marea (della liquidità) non si ritira”.
L’impatto sulla spiaggia in caso di bassa marea può essere forte, come dimostrano i redenti eventi bancari. La marea della liquidità si sta ritirando, i recenti interventi delle banche centrali di tutto il mondo lo indicano chiaramente e la storia dei cicli finanziari ricorda che possono verificarsi incidenti. Nell’ultima riunione la Fed ha dovuto affrontare un compito difficile. Gli ultimi dati le hanno dato ragioni sufficienti per portare avanti la lotta all’inflazione ma mantenendo invariato il flusso di liquidità, che non è marea. Ha alzato i tassi di 25 punti base, ma è diventata molto più cauta sulle prospettive.
Neppure la Banca Centrale Cinese è rimasta a guardare, e ha abbassato il coefficiente di riserva obbligatoria per segnalare la determinazione a sostenere la crescita. La settimana prossima a catalizzare l’attenzione saranno soprattutto gli indicatori sul sentiment, precursori degli sviluppi economici, a partire da lunedì con l’atteso indice Ifo della fiducia delle imprese tedesche, mentre martedì segue la fiducia dei consumatori USA del Conference Board e l’indicatore del sentiment della Fed di Richmond. Poi sarà la volta della fiducia dei consumatori in Germania, e giovedì arrivano i dati definitivi sul Pil USA.
Non c’è grand attesa per questo dato, nota Naumer, a differenza del deflatore della spesa al consumo dei privati negli USA, in uscita venerdì, su cui dovrebbe esserci invece grande interesse.
LA TEORIA DELLA MONETA MODERNA SI STA RIVELANDO UN’ILLUSIONE
Sono le indicazioni del weekly outlook di Allianz Global Investors, a cura di Hans-Jörg Naumer, Director, Global Capital Markets & Thematic Research, che parte dal fallimento della Silicon Valley Bank che alimenta tensioni in tutto il mondo, mentre la “Teoria della moneta moderna” si sta rivelando un’illusione. Questa prevede infatti in estrema sintesi che la politica fiscale non sia soggetta a vincoli poiché i governi non possono esaurire il denaro, potendo semplicemente stampare moneta. Certamente, possono farlo, nota l’esperto di AllianzGI, ma la creazione incondizionata di denaro avrebbe conseguenze potenzialmente piuttosto gravi.
LA FUNZIONE FONDAMENTALE DEL COSTO DEL DENARO
Il “prezzo del denaro”, vale a dire l’interesse, ha una funzione centrale di informazione e stimolo, e in caso di alterazione anche tutti gli altri prezzi forniscono segnali distorti, con conseguenti allocazioni erronee del capitale, creazione di bolle e mancata considerazione dei rischi nella convinzione la ‘put’ delle banche centrali offra protezione dai ribassi. Durante la fase di financial repression e di rendimenti bassi o negativi si è dimenticato che il denaro non è una risorsa illimitata. Naumer cita Warren Buffett secondo cui “Non scoprirai chi stava nuotando nudo fino a quando la marea (della liquidità) non si ritira”.
LE ULTIME MOSSE DELLA FED
L’impatto sulla spiaggia in caso di bassa marea può essere forte, come dimostrano i redenti eventi bancari. La marea della liquidità si sta ritirando, i recenti interventi delle banche centrali di tutto il mondo lo indicano chiaramente e la storia dei cicli finanziari ricorda che possono verificarsi incidenti. Nell’ultima riunione la Fed ha dovuto affrontare un compito difficile. Gli ultimi dati le hanno dato ragioni sufficienti per portare avanti la lotta all’inflazione ma mantenendo invariato il flusso di liquidità, che non è marea. Ha alzato i tassi di 25 punti base, ma è diventata molto più cauta sulle prospettive.
IN ARRIVO UNA SERIE DI DATI PRECURSORI
Neppure la Banca Centrale Cinese è rimasta a guardare, e ha abbassato il coefficiente di riserva obbligatoria per segnalare la determinazione a sostenere la crescita. La settimana prossima a catalizzare l’attenzione saranno soprattutto gli indicatori sul sentiment, precursori degli sviluppi economici, a partire da lunedì con l’atteso indice Ifo della fiducia delle imprese tedesche, mentre martedì segue la fiducia dei consumatori USA del Conference Board e l’indicatore del sentiment della Fed di Richmond. Poi sarà la volta della fiducia dei consumatori in Germania, e giovedì arrivano i dati definitivi sul Pil USA.
ATTESA PER IL DEFLATTORE DELLA SPESA AL CONSUMO USA
Non c’è grand attesa per questo dato, nota Naumer, a differenza del deflatore della spesa al consumo dei privati negli USA, in uscita venerdì, su cui dovrebbe esserci invece grande interesse.