Sostenibilità
Per RBC BlueBay AM la giusta rotta verso un futuro sostenibile è pensare globale
Le politiche e i regolamenti locali per affrontare i problemi della sostenibilità presentano limiti in quanto sono spesso facilmente aggirabili: RBC BlueBey Asset Management suggerisce intese ampie e globali
di Leo Campagna 27 Marzo 2023 19:30
Se si analizza la Germania, la prima economia europea per popolazione e industrie, appare evidente quanto una parte consistente del Vecchio Continente sia ancora dipendente dai combustibili fossili. Fino al 2011 un quarto dell’energia elettrica del Paese era generata dal nucleare ma, dopo il disastro di Fukushima, Berlino ha deciso di abbandonare completamente l’energia atomica nel 2022. Sebbene la Germania stia dando priorità alla decarbonizzazione della propria economia, attualmente metà della sua energia elettrica proviene da fonti non rinnovabili, tra cui il 35% da carbone e lignite.
All’opposto dell’Islanda che invece produce circa 55 kilowattora da rinnovabili per persona, ossia quattro volte di più degli Stati Uniti e ben oltre il doppio della Norvegia, piazzata al secondo posto. “L’Islanda produce inoltre una serie di importanti metalli per l’industria, con il 100% di elettricità rinnovabile, che le consente di vantare emissioni di CO2 10 volte inferiori a quelle che si avrebbero se queste attività fossero trasferite in Cina, Paese ad alta intensità energetica” fanno sapere Elma de Kuiper, Portfolio Manager, European Equity, e Freddie Fuller, RBC European Equity Product Specialist, RBC BlueBay Asset Management.
Il problema, sottolineano i due manager, è che ad oggi, sebbene sia il governo islandese sia l’Ue abbiano come obiettivo la riduzione delle emissioni di CO2, molte politiche incoraggiano le aziende o i Paesi a ridurre le proprie emissioni, senza considerare il quadro globale e, spesso, senza alcun beneficio netto. “E’ sempre più importante per noi asset manager fare engagement con le aziende ben oltre i loro obiettivi di riduzione delle emissioni. Le compagnie che appaiono migliori da un punto di vista ESG sono spesso quelle che esternalizzano completamente la produzione, un modo per rendere gradevolmente bassa la loro impronta di carbonio e considerare pulito il loro core business” riferiscono de Kuiper e Fuller.
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Aziende che poi beneficiano di un premio in termini di valutazione ESG per la loro capacità di rendicontazione su parti più nebulose della loro catena di approvvigionamento. Per esempio, i veicoli elettrici che utilizzano batterie agli ioni di litio prodotte da fabbriche ad alta intensità di carbonio in Cina. Oppure i pannelli solari in cui le materie prime provengono da miniere che utilizzano manodopera schiavizzata nello Xinjiang.
Un altro esempio eloquente riguarda Maersk, una delle più grandi compagnie di navigazione del mondo, con sede in Danimarca. La legge europea per lo smaltimento delle proprie navi una volta che hanno raggiunto la fine del loro ciclo di vita impone operazioni rispettose dell’ambiente e che garantiscono la sicurezza dei lavoratori. ”Purtroppo, aggirare queste regole è molto facile” spiegano i due manager di RBC BlueBay Asset Management. “Molte compagnie marittime trasferiscono le navi in porti insoliti e le vendono o cambiano bandiera, il che consente loro di utilizzare cantieri navali per lo smaltimento che non siano soggetti alle regole dell’Ue”.
Tutto questo conferma la convinzione di RBC BlueBay Asset Management secondo la quale è necessario pensare a intese ampie e globali, piuttosto che a politiche e regolamenti locali, nell’affrontare i problemi della sostenibilità. “E’ indispensabile sia a livello aziendale sia a livello nazionale, per garantire che venga impostata la giusta rotta verso un futuro sostenibile” concludono de Kuiper e Fuller.
ISLANDA LEADER IN EUROPA NELLE RINNOVABILI
All’opposto dell’Islanda che invece produce circa 55 kilowattora da rinnovabili per persona, ossia quattro volte di più degli Stati Uniti e ben oltre il doppio della Norvegia, piazzata al secondo posto. “L’Islanda produce inoltre una serie di importanti metalli per l’industria, con il 100% di elettricità rinnovabile, che le consente di vantare emissioni di CO2 10 volte inferiori a quelle che si avrebbero se queste attività fossero trasferite in Cina, Paese ad alta intensità energetica” fanno sapere Elma de Kuiper, Portfolio Manager, European Equity, e Freddie Fuller, RBC European Equity Product Specialist, RBC BlueBay Asset Management.
PERCHÉ CONSIDERARE IL QUADRO GLOBALE
Il problema, sottolineano i due manager, è che ad oggi, sebbene sia il governo islandese sia l’Ue abbiano come obiettivo la riduzione delle emissioni di CO2, molte politiche incoraggiano le aziende o i Paesi a ridurre le proprie emissioni, senza considerare il quadro globale e, spesso, senza alcun beneficio netto. “E’ sempre più importante per noi asset manager fare engagement con le aziende ben oltre i loro obiettivi di riduzione delle emissioni. Le compagnie che appaiono migliori da un punto di vista ESG sono spesso quelle che esternalizzano completamente la produzione, un modo per rendere gradevolmente bassa la loro impronta di carbonio e considerare pulito il loro core business” riferiscono de Kuiper e Fuller.
RICEVI GRATIS LE NOTIZIE IN ANTEPRIMAVEICOLI ELETTRICI E PANNELLI SOLARI: GLI ASPETTI NEBULOSI
Aziende che poi beneficiano di un premio in termini di valutazione ESG per la loro capacità di rendicontazione su parti più nebulose della loro catena di approvvigionamento. Per esempio, i veicoli elettrici che utilizzano batterie agli ioni di litio prodotte da fabbriche ad alta intensità di carbonio in Cina. Oppure i pannelli solari in cui le materie prime provengono da miniere che utilizzano manodopera schiavizzata nello Xinjiang.
L’ESEMPIO DELLA COMPAGNIA DI NAVIGAZIONE MAERSK
Un altro esempio eloquente riguarda Maersk, una delle più grandi compagnie di navigazione del mondo, con sede in Danimarca. La legge europea per lo smaltimento delle proprie navi una volta che hanno raggiunto la fine del loro ciclo di vita impone operazioni rispettose dell’ambiente e che garantiscono la sicurezza dei lavoratori. ”Purtroppo, aggirare queste regole è molto facile” spiegano i due manager di RBC BlueBay Asset Management. “Molte compagnie marittime trasferiscono le navi in porti insoliti e le vendono o cambiano bandiera, il che consente loro di utilizzare cantieri navali per lo smaltimento che non siano soggetti alle regole dell’Ue”.
LA GIUSTA ROTTA VERSO UN FUTURO SOSTENIBILE
Tutto questo conferma la convinzione di RBC BlueBay Asset Management secondo la quale è necessario pensare a intese ampie e globali, piuttosto che a politiche e regolamenti locali, nell’affrontare i problemi della sostenibilità. “E’ indispensabile sia a livello aziendale sia a livello nazionale, per garantire che venga impostata la giusta rotta verso un futuro sostenibile” concludono de Kuiper e Fuller.
