Finanza sostenibile
BNY Mellon: le obbligazioni in prima linea per finanziare la transizione energetica
Per finanziare le ingenti risorse per contrastare il cambiamento climatico e raggiungere la transizione verso lo zero netto i bond possono fornire il capitale verso progetti mirati e legati alla sostenibilità ambientale
di Leo Campagna 31 Marzo 2023 12:01
L’investimento nel reddito fisso sarà fondamentale per il successo del finanziamento della transizione verso lo zero netto. Lo sostiene Scott Freedman, fixed income portfolio manager di Newton Investment Management (sussidiaria di BNY Mellon Investment Management). Basti pensare che, in base alle stime del Climate Action Tracker, il costo a livello mondiale supererà i 5.200 miliardi di USD all’anno entro la fine del decennio, circa 10 volte l’attuale livello.
Il reddito fisso, che svolge già un ruolo cruciale nella reingegnerizzazione del sistema finanziario, sta acquisendo un rilievo sempre maggiore nel finanziare le esigenze del cambiamento climatico. Il mercato delle obbligazioni con etichetta ‘verde’ ha un valore di 2.000 miliardi di USD, e rappresenta soltanto il 2,9% del mercato obbligazionario globale. “Il settore della finanza sostenibile ha dimensioni ancora contenute, ma sta crescendo rapidamente” spiega Freedman
I green bond sono obbligazioni i cui proventi vengono destinati a progetti specifici, o che, in caso di mancato raggiungimento di determinati obiettivi, prevedono un aumento dei costi legati agli interessi. Gli investitori, tuttavia, devono fare attenzione alla minaccia del greenwashing, cioè all’ambientalismo di facciata. “L’analisi fondamentale dei fattori ESG implementata con una prospettiva complessiva e non limitata ad un solo asset e progetto, può aiutare gli investitori a evitare tali insidie” sottolinea il manager di Newton IM.
Secondo Freedman, inoltre, gli obiettivi green non dovrebbero essere considerati da soli, perché importanti sono anche gli obiettivi di sviluppo economico. Proprio per questo, per realizzare un cambiamento davvero significativo, tutti gli attori in campo devono muoversi nella stessa direzione: dagli stakeholder ai governi, dalle imprese agli investitori fino ai proprietari di asset. ”Infatti, nelle emissioni obbligazionarie sono state inserite alcune clausole ambientali e di altra natura, che prevedono sanzioni in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi come nel caso, per esempio, dei sustainability-linked bond” puntualizza il manager di Newton IM.
A questo proposito vanno segnalati alcuni team di gestione che ammettono di aver iniziato a investire nelle obbligazioni ‘verdi’ per beneficiare sia dell’‘effetto alone’ sia di una riduzione del costo di finanziamento. “Misure di responsabilità più ampie e solide sono fondamentali, così come una maggiore attenzione alle differenze di costo del capitale tra emittenti” commenta Freedman, secondo il quale l’estensione dei regolamenti provocherà inevitabilmente un aumento degli stranded asset (attività che hanno subito svalutazioni impreviste o premature) e dei rischi per i modelli di business.
I settori considerati più ‘impattanti’ sul cambiamento climatico saranno esposti ai rischi maggiori, con taglio dei rating creditizi e irripidimento delle curve di rendimento. “A risentirne saranno i rendimenti obbligazionari, poiché l’aumento del rischio di credito degli emittenti in questi settori ne limiterà l’accesso al capitale a tassi di interesse allettanti o addirittura li esporrà a difficoltà a rifinanziarsi nel tempo” sostiene Freedman.
E’ tuttavia importante, aggiunge, il manager, che fornendo a questi soggetti ‘critici’ il capitale si potrà permettere loro di realizzare la transizione. “Per questo è fondamentale preferire l’engagement all’esclusione: la transizione di questi settori consentirà di ottenere grandi risultati per il pianeta e la società e, allo stesso tempo, contribuirà al contenimento dei costi” conclude il fixed income portfolio manager di Newton Investment Management.
IL MERCATO DELLE OBBLIGAZIONI "VERDI"
Il reddito fisso, che svolge già un ruolo cruciale nella reingegnerizzazione del sistema finanziario, sta acquisendo un rilievo sempre maggiore nel finanziare le esigenze del cambiamento climatico. Il mercato delle obbligazioni con etichetta ‘verde’ ha un valore di 2.000 miliardi di USD, e rappresenta soltanto il 2,9% del mercato obbligazionario globale. “Il settore della finanza sostenibile ha dimensioni ancora contenute, ma sta crescendo rapidamente” spiega Freedman
LA MINACCIA DEL GREENWASHING
I green bond sono obbligazioni i cui proventi vengono destinati a progetti specifici, o che, in caso di mancato raggiungimento di determinati obiettivi, prevedono un aumento dei costi legati agli interessi. Gli investitori, tuttavia, devono fare attenzione alla minaccia del greenwashing, cioè all’ambientalismo di facciata. “L’analisi fondamentale dei fattori ESG implementata con una prospettiva complessiva e non limitata ad un solo asset e progetto, può aiutare gli investitori a evitare tali insidie” sottolinea il manager di Newton IM.
TUTTI GLI ATTORI IN CAMPO DEVONO MUOVERSI NELLA STESSA DIREZIONE
Secondo Freedman, inoltre, gli obiettivi green non dovrebbero essere considerati da soli, perché importanti sono anche gli obiettivi di sviluppo economico. Proprio per questo, per realizzare un cambiamento davvero significativo, tutti gli attori in campo devono muoversi nella stessa direzione: dagli stakeholder ai governi, dalle imprese agli investitori fino ai proprietari di asset. ”Infatti, nelle emissioni obbligazionarie sono state inserite alcune clausole ambientali e di altra natura, che prevedono sanzioni in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi come nel caso, per esempio, dei sustainability-linked bond” puntualizza il manager di Newton IM.
RISCHI PER I MODELLI DI BUSINESS POCO SOSTENIBILI
A questo proposito vanno segnalati alcuni team di gestione che ammettono di aver iniziato a investire nelle obbligazioni ‘verdi’ per beneficiare sia dell’‘effetto alone’ sia di una riduzione del costo di finanziamento. “Misure di responsabilità più ampie e solide sono fondamentali, così come una maggiore attenzione alle differenze di costo del capitale tra emittenti” commenta Freedman, secondo il quale l’estensione dei regolamenti provocherà inevitabilmente un aumento degli stranded asset (attività che hanno subito svalutazioni impreviste o premature) e dei rischi per i modelli di business.
I SETTORI PIÙ IMPATTANTI SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO
I settori considerati più ‘impattanti’ sul cambiamento climatico saranno esposti ai rischi maggiori, con taglio dei rating creditizi e irripidimento delle curve di rendimento. “A risentirne saranno i rendimenti obbligazionari, poiché l’aumento del rischio di credito degli emittenti in questi settori ne limiterà l’accesso al capitale a tassi di interesse allettanti o addirittura li esporrà a difficoltà a rifinanziarsi nel tempo” sostiene Freedman.
MEGLIO L’ENGAGEMENT CHE L’ESCLUSIONE
E’ tuttavia importante, aggiunge, il manager, che fornendo a questi soggetti ‘critici’ il capitale si potrà permettere loro di realizzare la transizione. “Per questo è fondamentale preferire l’engagement all’esclusione: la transizione di questi settori consentirà di ottenere grandi risultati per il pianeta e la società e, allo stesso tempo, contribuirà al contenimento dei costi” conclude il fixed income portfolio manager di Newton Investment Management.