Sunday View

Ecco come funziona il “sottobosco” dei social network che influenza le Borse

Nelle ultime settimane ci siamo trovati a parlare tanto dei momenti barcollanti dei mercati, in calo per certe banche poi in ripresa per certe dichiarazioni. Oggi analizziamo un altro lato della medaglia, quello forse più oscuro e insondabile, da cui ha avuto origine tutto o quasi

di Lorenzo Cleopazzo 2 Aprile 2023 10:00

financialounge -  banche social network sunday view
Immaginate un bosco pieno di alberi, scegliete voi se sono le maestose conifere della Germania più profonda oppure le enormi latifoglie della foresta pluviale. Questi alberi, così alti e importanti, sono un po’ come gli ideali della finanza che tengono al riparo il mondo sottostante.

Già, ma che succede se qualcosa si agita al di sotto del mondo sottostante?

Quel sottobosco che è un groviglio misterioso e oscuro di cespugli e radici, e che ha un movimento tutto suo, impossibile da controllare al 100%. E quando qualcosa decide di fare un colpo di testa, il primo punto che viene colpito è proprio la base dell’albero.

È successo un po’ così in molti dei momenti di squilibrio che si sono registrati sui mercati negli ultimi tempi, solo che al posto degli alberi c’erano le banche, e al posto del sottobosco c’erano i tanto usati - quanto temuti - social network. Proprio qui sta il pericolo: le nuove tecnologie hanno facilitato le operazioni bancarie, anche i prelievi. E basta fare la somma con il panico che si è scatenato negli ultimi tempi proprio sui grandi social, per ottenere un risultato scoppiettante.

Ma come può un singolo post innescare una situazione tanto critica? La risposta arriva da ben prima dei social stessi, da un certo americano che a quanto pare la sapeva lunga da un po’.

DENTRO LA FORESTA


Se vi chiedessimo di pensare a un social, quale vi verrebbe in mente per primo? Di certo non Reddit.

Eppure è stato uno dei primissimi, nato nel 2005 con la logica dei forum e ora messo in ombra – ma mai cancellato – dai vari Facebook, Instagram e TikTok. E se questi colossi sono il sottobosco dell’altissima foresta della finanza, Reddit è il sottobosco del sottobosco: una piattaforma tanto ricca di contenuti quanto indecifrabile a chi non ci smanetta su. Quella stessa piattaforma dove un gruppo di utenti si sono trovati quasi per gioco a gonfiare le azioni di Game Stop – la famosa catena di negozi di videogiochi – fino all’inverosimile. A inizio 2021 una sua azione si aggirava attorno ai 40$ e in pochi giorni è schizzata oltre i 460$. Tutto grazie a chi ha scelto di acquistare stock di quote anziché l’ultimo Super Mario.

Più recente invece è il caso della Sec – la Consob americana – che nel dicembre scorso ha accusato alcuni profili Twitter e Discord di promuovere illegalmente alcune azioni al fine di gonfiarne il valore, per una frode complessiva di 100 milioni. Siamo sempre lì: parliamo di piattaforme che vanno forte, ma sempre sottotraccia rispetto ai grandi nomi del mondo social. Ne emerge una vegetazione stratificata, dove le spore partono da Reddit e simili, per poi arrivare su Facebook e compagnia, dove vengono assorbite in qualche modo e diffuse come se non ci fosse un domani. Una stratificazione vegetale che è il riflesso della nostra società, per dirla come certi pensatori.

FILOSOFIA A SRATI


C’è chi la chiama Infrastruttura Sociale, per riferirsi alla complessa rete di interazioni che influenza i rapporti tra le persone. C’è chi ci ha scritto sopra dei libri e fondato un’intera carriera. C’è, e si chiama Erving Goffman.

Per il sociologo classe 1922, le persone non fanno altro che influenzarsi a vicenda, in continuazione. E se questo valeva già nel secolo scorso, coi social c’è davvero da mettersi le mani nei capelli.
Con la rivoluzione digitale l'infrastruttura sociale viene creata dalle e attorno alle piattaforme stesse; non solo, le ingloba e ne è al tempo stesso il risultato. Sembra complicato? In realtà è la nostra quotidianità, dove un like, un post, o una story hanno una propria valenza sociale al pari di una levata di cappello per strada nei tempi che furono. Anzi, forse di più, data la loro potenziale di diffusione.

Gli utenti creano e condividono contenuti mentre gli algoritmi decidono cosa va su e cosa va giù, in un flusso continuo di interazioni che formano i vari strati dell’infrastruttura sociale 4.0.
Se ci pensiamo è davvero pazzesco: un singolo profilo ha la potenza di fuoco di un galeone. Uno di quelli capaci di buttare giù un muro.

Oppure una banca.

PREMERE INVIO


Che i social fossero tanto potenti quanto pericolosi non lo scopriamo certo oggi. Pensieri come quello di Goffman non ci aiutano solo a rileggere il nostro quotidiano con parole differenti, ma anche con un mindset più stratificato – che guarda a caso è un po’ il fil rouge di questo Sunday View.

Bastano poche parole, qualche emoji a sentimento e un invio. Il gioco è fatto: dai social parte la cannonata che schianterà la base dell’albero della finanza: i risparmiatori. Con la diffusione e la portata dei social network ci vuole davvero poco, ahinoi, e i molti leoni da tastiera lo dimostrano spesso. Ciò che ci fa specie è come casi come quelli avvenuti nell’ombra di una chat possano diffondersi poi sui feed di migliaia di persone, anche su piattaforme differenti, portando così al panico che si era scatenato qualche settimana fa. Con “dondolamento” dei mercati annesso e connesso.

Ci fa specie in moltissimi casi, ma se pensiamo che basta un invio per far oscillare persino il sistema economico internazionale, allora stiamo freschi.

Ché da una bischerata su Reddit ai movimenti compulsivi degli investitori ci vuole poco. Tremendamente poco.

BONUS TRACK


Oscar Wilde direbbe che “non importa che se ne parli bene o male, l'importante è che se ne parli”. Ecco forse dovremmo rivedere un po’ l’aforisma, che ne dici Oscar?

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