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Mercati, Pictet AM svela le quattro variabili da considerare per resistere all'inflazione
Gli investitori istituzionali dovrebbero puntare su protezione, prezzo, profittabilità e prudenza, per selezionare titoli in grado di battere la decrescita economica e l'aumento dei tassi d'interesse
di Leo Campagna 3 Aprile 2023 18:30
Le attuali valutazioni azionarie e, in particolar modo, i premi di rischio risultano coerenti con un rallentamento dell’attività economica ma non con uno scenario recessivo che implicherebbe una discesa dei prezzi di almeno 15-20 punti percentuali. E’ questa la valutazione espressa da Marco Ghilotti, Senior Manager Institutional Clients e Gabriele Susinno, Senior Client Portfolio Manager QUEST Global Equities di Pictet Asset Management. Secondo i quali, tuttavia, il posizionamento degli investitori tuttora scarso in Borsa potrebbe prolungare l’attuale intonazione positiva dei mercati finanziari.
I due manager hanno poi indagato i trend storici e le correlazione tra inflazione, tassi di interesse e rendimenti. “Dal 2001 siamo rimasti in un regime di tassi in aumento, principalmente a causa dei robusti dati del PIL” riferiscono Ghilotti e Susinno che poi aggiungono: “Tuttavia, a seguito degli shock economici post Covid, l'attuale pressione inflattiva non è più spinta da un PIL elevato, quanto piuttosto dalla carenza delle materie prime e dalle relative turbolenze del mercato. Un simile contesto porterebbe a ritenere le azioni una buona asset class su cui investire per battere l'inflazione”.
E, dal momento che ci si attende una diminuzione della crescita economica, puntare sulle azioni difensive avrebbe senso allal luce del fatto che, storicamente, tendono a sovraperformare nelle fasi di recessione. Tuttavia, ricordano i due manager di Pictet AM, le azioni difensive sono anche correlate negativamente ai tassi di interesse che, in questa fase, tendono ancora al rialzo. “Nel contesto attuale, riteniamo fondamentale per gli investitori istituzionale considerare quattro variabili: Protezione, Prezzo, Profittabilità e Prudenza. Tramite le quali è possibile selezionare azioni capaci di superare allo stesso tempo la decrescita economica e l'aumento dei tassi d'interesse, diversamente rispetto a quanto si potrebbe ottenere da una semplice allocazione settoriale” specificano Ghilotti e Susinno.
In particolare, l'investimento in Protezione, consente di individuare titoli a bassa volatilità e bassa correlazione con il mercato che ben si adattano ad una fase di bassa crescita economica. Come noto, infatti, l'andamento del mercato è positivamente correlato alla crescita economica e quando questa rallenta i listini tendono a correggere. “Le azioni storicamente poco correlate ai mercati tendono invece a sovraperformare e a compensare le perdite provenienti da altri titoli. Soprattutto nel caso di aziende ad alta redditività la cui valutazione è di solito generata dalle attività correnti e dal patrimonio netto, e non dagli utili di crescita attesi: un eventuale calo della crescita economica non inciderebbe particolarmente sulla loro valutazione” spiegano i due manager.
Grazie alla componente di Prezzo, è inoltre possibile selezionare azioni value, mentre il fattore Prudenza protegge il portafoglio da azioni growth con una bassa crescita delle vendite. “Le azioni value, tendono a soffrire meno l'aumento dei tassi di interesse rispetto alle azioni growth, più esposte all'effetto di attualizzazione dell'aumento dei tassi di interesse. Inoltre, durante i periodi di inflazione, le aziende value dispongono di norma di profitti e margini reali per migliorare la Profittabilità. Al contrario, i titoli growth sono caratterizzati dagli utili attesi, beneficiando quindi meno di aumenti dei prezzi” sottolineano Ghilotti e Susinno.
I due manager di Pictet Asset Management concludono la loro analisi commentando quale sia la funzione della componente ESG nei portafogli istituzionali. “La spinta dei fattori di sostenibilità (ambientali, sociali e di governance aziendale) resta ancora forte e la combinazione del “fattore sostenibilità”, combinata opportunamente con le strategie sopra presentate, dovrebbe rivelarsi una ricetta vincente per gli investitori istituzionali nella ricerca di rendimenti in una fase di incertezza quale quella attuale”.
LE CORRELAZIONI FRA INFLAZIONE, TASSI DI INTERESSE E RENDIMENTI
I due manager hanno poi indagato i trend storici e le correlazione tra inflazione, tassi di interesse e rendimenti. “Dal 2001 siamo rimasti in un regime di tassi in aumento, principalmente a causa dei robusti dati del PIL” riferiscono Ghilotti e Susinno che poi aggiungono: “Tuttavia, a seguito degli shock economici post Covid, l'attuale pressione inflattiva non è più spinta da un PIL elevato, quanto piuttosto dalla carenza delle materie prime e dalle relative turbolenze del mercato. Un simile contesto porterebbe a ritenere le azioni una buona asset class su cui investire per battere l'inflazione”.
LE QUATTRO VARIABILI GUIDA
E, dal momento che ci si attende una diminuzione della crescita economica, puntare sulle azioni difensive avrebbe senso allal luce del fatto che, storicamente, tendono a sovraperformare nelle fasi di recessione. Tuttavia, ricordano i due manager di Pictet AM, le azioni difensive sono anche correlate negativamente ai tassi di interesse che, in questa fase, tendono ancora al rialzo. “Nel contesto attuale, riteniamo fondamentale per gli investitori istituzionale considerare quattro variabili: Protezione, Prezzo, Profittabilità e Prudenza. Tramite le quali è possibile selezionare azioni capaci di superare allo stesso tempo la decrescita economica e l'aumento dei tassi d'interesse, diversamente rispetto a quanto si potrebbe ottenere da una semplice allocazione settoriale” specificano Ghilotti e Susinno.
PROTEZIONE
In particolare, l'investimento in Protezione, consente di individuare titoli a bassa volatilità e bassa correlazione con il mercato che ben si adattano ad una fase di bassa crescita economica. Come noto, infatti, l'andamento del mercato è positivamente correlato alla crescita economica e quando questa rallenta i listini tendono a correggere. “Le azioni storicamente poco correlate ai mercati tendono invece a sovraperformare e a compensare le perdite provenienti da altri titoli. Soprattutto nel caso di aziende ad alta redditività la cui valutazione è di solito generata dalle attività correnti e dal patrimonio netto, e non dagli utili di crescita attesi: un eventuale calo della crescita economica non inciderebbe particolarmente sulla loro valutazione” spiegano i due manager.
PREZZO, PRUDENZA E PROFITTABILITÀ
Grazie alla componente di Prezzo, è inoltre possibile selezionare azioni value, mentre il fattore Prudenza protegge il portafoglio da azioni growth con una bassa crescita delle vendite. “Le azioni value, tendono a soffrire meno l'aumento dei tassi di interesse rispetto alle azioni growth, più esposte all'effetto di attualizzazione dell'aumento dei tassi di interesse. Inoltre, durante i periodi di inflazione, le aziende value dispongono di norma di profitti e margini reali per migliorare la Profittabilità. Al contrario, i titoli growth sono caratterizzati dagli utili attesi, beneficiando quindi meno di aumenti dei prezzi” sottolineano Ghilotti e Susinno.
LA FUNZIONE IN PORTAFOGLIO DELLA COMPONENTE ESG
I due manager di Pictet Asset Management concludono la loro analisi commentando quale sia la funzione della componente ESG nei portafogli istituzionali. “La spinta dei fattori di sostenibilità (ambientali, sociali e di governance aziendale) resta ancora forte e la combinazione del “fattore sostenibilità”, combinata opportunamente con le strategie sopra presentate, dovrebbe rivelarsi una ricetta vincente per gli investitori istituzionali nella ricerca di rendimenti in una fase di incertezza quale quella attuale”.