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Secondo Columbia Threadneedle la stretta creditizia avvicina gli Usa alla recessione

Pur non ritenendo una recessione grave, Steven Bell (Columbia Threadneedle Investments) al momento preferisce gli asset di rischio europei e britannici

di Leo Campagna 6 Aprile 2023 14:25

financialounge -  Columbia Threadneedle Investments mercati recessione Steven Bell
Da decenni non si assisteva a un così rapido inasprimento monetario accompagnato, peraltro, dall'ulteriore impatto del passaggio dal quantitative easing al quantitative tightening. Una stretta creditizia che, secondo Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments, appare molto più significativa negli Stati Uniti. L'Europa, invece, beneficia del calo dei prezzi dell'energia.


IL COLLASSO DELLA SILICON VALLEY BANK (SVB)


“L'entità della spesa dei consumatori statunitensi, che hanno usato rapidamente i loro "salvadanai covid", è stata sufficiente a postporre qualsiasi recessione fino ad oggi” riferisce Bell. Tuttavia, già prima del collasso di Silicon Valley Bank (SVB) , gli istituti avevano inasprito gli standard di prestito, portandoli a livelli simili a quelli registrati durante la crisi finanziaria globale. E segnali di stretta creditizia erano affiorati anche nel mercato delle obbligazioni societarie statunitensi.


LA PREVISTA RECESSIONE NEGLI USA MENO GRAVE DEL PREVISTO


“Alcuni segnali, anche nei segmenti cruciali degli alloggi e dei salari, indicano che l'inflazione statunitense sta scendendo. Occorre tuttavia un allentamento del mercato del lavoro e, probabilmente, una recessione e un aumento della disoccupazione per far invertire la rotta alla Fed” commenta il manager di Columbia Threadneedle secondo il quale la prevista recessione potrebbe non essere così grave negli Stati Uniti mentre nota come resti eccessivo il pessimismo in Europa nonostante il superamento della crisi energetica.


IN RIALZO LA FIDUCIA DI IMPRESE E CONSUMATORI EUROPEI


Il calo dei prezzi dell'energia dovrebbe infatti sostenere la crescita e, soprattutto, la fiducia. Una volta recuperata la fiducia, dovrebbe innescarsi un circolo virtuoso sufficiente a sostenere la crescita economica in Europa dove è stato registrato un significativo miglioramento della fiducia delle imprese. “Pure i consumatori europei sembrano essere meno depressi sebbene il punto di partenza indicava una preoccupazione economica più forte rispetto a quella della crisi finanziaria globale o del Covid” spiega Bell.


SCONGIURATA LA CRISI ENERGETICA IN EUROPA


Secondo il quale, ora i consumatori europei possono spendere i loro "salvadanai Covid" e questo dovrebbe alimentare in particolare le vendite al dettaglio in Germania. “La crisi energetica è stata scongiurata non soltanto grazie ad un inverno caldo, umido e ventoso. La risposta della domanda e dell'offerta è stata massiccia. L'intervento ella Germania nei mercati dell'energia, in particolare, è stato progettato in modo da proteggere i consumatori mentre il consumo di energia ha superato gli obiettivi di riduzione del 20%” fa sapere il manager di Columbia Threadneedle.


I RENDIMENTI REALI DEI TITOLI DI STATO APPAIONO INTERESSANTI


Dal punto di vista degli investitori, i rendimenti reali offerti dai titoli di Stato appaiono interessanti. E’ vero che i tassi d'interesse possono continuare a salire, ma questo conferma la determinazione delle banche centrali a riportare l'inflazione sotto controllo. “Esiste la possibilità realistica che i tassi statunitensi scendano al di sotto di quelli europei, soprattutto perché questi ultimi devono ancora salire. Una dinamica che implicherebbe un apprezzamento dell'euro e una debolezza del dollaro” specifica Bell che poi conclude la sua analisi di mercato parlando del mercato azionario.


PREFERITI GLI ASSET DI RISCHIO EUROPEI E BRITANNICI


“Negli Stati Uniti la crescita dei ricavi delle imprese è stata significativa  ma i margini di profitto sono sotto pressione. Al contrario, il quadro della redditività delle aziende europee e britanniche è più positivo. Inoltre il settore chiave – la tecnologia statunitense, - evidenzia una prospettiva meno attraente dal momento che le aziende hi tech mature sono sempre più in competizione sui loro mercati. Preferiamo quindi gli asset di rischio europei e britannici”.

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