Verso la transizione
Il nuovo approccio ai portafogli di Amundi per un mondo 'net zero'
Oltre ad azioni e bond, per Monica Defend, Head of Amundi Institute, saranno cruciali asset reali e alternativi, materie prime, private equity, debito privato globale, hedge fund, settore immobiliare e infrastrutture
di Leo Campagna 14 Aprile 2023 20:00
Cresce il consenso a livello globale sulla necessità urgente di combattere il cambiamento climatico. Tuttavia, come si è potuto constatare in occasione delle reazioni non coordinate dei governi ai picchi dei prezzi dell'energia nell'ultimo anno una transizione ordinata e di successo verso un'economia più verde è tutt'altro che garantita.
“Limitare l'aumento delle temperature oltre l'orizzonte net zero del 2050 è l’obiettivo condiviso, ma temi dirompenti influenzeranno profondamente l'economia reale e i mercati finanziari” tiene a sottolineare Monica Defend, Head of Amundi Institute. Nel breve termine si possono immaginare pressioni non persistenti sui prezzi al consumo a seguito dell'aumento dei prezzi del carbonio e delle materie prime propiziate dalla transizione energetica. Al contrario, potrebbe esserci un impatto più duraturo con l’allontanamento dai combustibili fossili, con i cambiamenti tecnologici e con una produttività inizialmente più bassa.
“E’ probabile che le banche centrali siano caute nel ridurre i propri bilanci, mentre dovrebbero ricorrere ai tassi di interesse a breve termine in modo aggressivo per contrastare le oscillazioni inflazionistiche. La politica monetaria si impegnerà a tenere sotto controllo i tassi a lungo termine per cercare di evitare che i livelli del debito diventino esplosivi” spiega Defend, secondo la quale la gestione dei costi sociali sarà cruciale per la transizione, poiché gli effetti del cambiamento climatico risulteranno disomogenei tra le comunità.
“Per compensare parte dell'impatto negativo della transizione sulla crescita potrebbe rivelarsi efficace destinare i proventi della tassa sul carbonio in attività legate al clima che aiutino le famiglie e le imprese. In modo che potrebbe propiziare un incremento della produttività futura, contribuendo nel contempo a mitigare i costi sociali e il contraccolpo da parte della popolazione più vulnerabile” riferisce la manager di Amundi.
Gli investitori dovrebbero tenere conto delle implicazioni della transizione verso un mondo ‘net zero’, guidato da nuove politiche, tecnologie e nuove preferenze dei consumatori, consapevoli che ci saranno sia rischi che opportunità . “In generale, prevediamo che i rendimenti azionari saranno inferiori nei prossimi dieci anni rispetto all'ultimo decennio. Gli Stati Uniti dovrebbero restare favoriti tra i mercati sviluppati mentre tra quelli emergenti, pensiamo che interessanti opportunità possano essere ricercate in particolare tra le azioni cinesi e indiane. Da un punto di vista settoriale, invece, dovrebbero essere prevalere i leader della transizione verde, la tecnologia e gli investimenti value” specifica Defend.
Mentre in generale le obbligazioni, grazie al rialzo dei rendimenti, stanno riassumendo il loro ruolo di potenziale diversificatore del rischio di portafoglio, il credito Investment Grade potrebbe beneficiare delle valutazioni più elevate dei titoli di Stato. Le obbligazioni dei mercati emergenti possono offrire rendimenti più elevati, ma potrebbero soffrire per tassi di insolvenza potenzialmente più elevati.
“Per costruire portafogli resilienti all’inflazione saranno cruciali anche gli asset reali e alternativi, così come le materie prime, mentre il private equity, in particolare negli Stati Uniti, guida la nostra classifica dei rendimenti attesi e il debito privato globale è il favorito su base aggiustata per il rischio. Infine, mentre gli hedge fund possono offrire un profilo interessante, guardiamo con interesse al settore immobiliare e alle infrastrutture. Sono vulnerabili all'impatto degli eventi legati al clima ma possono risultare efficace in ottica di diversificazione, il che li rende attraenti per puntare a rendimenti più elevati in un contesto di rischi più elevati” conclude l’Head of Amundi Institute.
L’ORIZZONTE NET ZERO DEL 2050
“Limitare l'aumento delle temperature oltre l'orizzonte net zero del 2050 è l’obiettivo condiviso, ma temi dirompenti influenzeranno profondamente l'economia reale e i mercati finanziari” tiene a sottolineare Monica Defend, Head of Amundi Institute. Nel breve termine si possono immaginare pressioni non persistenti sui prezzi al consumo a seguito dell'aumento dei prezzi del carbonio e delle materie prime propiziate dalla transizione energetica. Al contrario, potrebbe esserci un impatto più duraturo con l’allontanamento dai combustibili fossili, con i cambiamenti tecnologici e con una produttività inizialmente più bassa.
BANCHE CENTRALI CAUTE NEL RIDURRE I PROPRI BILANCI
“E’ probabile che le banche centrali siano caute nel ridurre i propri bilanci, mentre dovrebbero ricorrere ai tassi di interesse a breve termine in modo aggressivo per contrastare le oscillazioni inflazionistiche. La politica monetaria si impegnerà a tenere sotto controllo i tassi a lungo termine per cercare di evitare che i livelli del debito diventino esplosivi” spiega Defend, secondo la quale la gestione dei costi sociali sarà cruciale per la transizione, poiché gli effetti del cambiamento climatico risulteranno disomogenei tra le comunità.
PROPIZIARE UN INCREMENTO DELLA PRODUTTIVITA’ FUTURA
“Per compensare parte dell'impatto negativo della transizione sulla crescita potrebbe rivelarsi efficace destinare i proventi della tassa sul carbonio in attività legate al clima che aiutino le famiglie e le imprese. In modo che potrebbe propiziare un incremento della produttività futura, contribuendo nel contempo a mitigare i costi sociali e il contraccolpo da parte della popolazione più vulnerabile” riferisce la manager di Amundi.
RISCHI E OPPORTUNITA’
Gli investitori dovrebbero tenere conto delle implicazioni della transizione verso un mondo ‘net zero’, guidato da nuove politiche, tecnologie e nuove preferenze dei consumatori, consapevoli che ci saranno sia rischi che opportunità . “In generale, prevediamo che i rendimenti azionari saranno inferiori nei prossimi dieci anni rispetto all'ultimo decennio. Gli Stati Uniti dovrebbero restare favoriti tra i mercati sviluppati mentre tra quelli emergenti, pensiamo che interessanti opportunità possano essere ricercate in particolare tra le azioni cinesi e indiane. Da un punto di vista settoriale, invece, dovrebbero essere prevalere i leader della transizione verde, la tecnologia e gli investimenti value” specifica Defend.
CREDITO INVESTMENT GRADE E DEBITO EMERGENTE
Mentre in generale le obbligazioni, grazie al rialzo dei rendimenti, stanno riassumendo il loro ruolo di potenziale diversificatore del rischio di portafoglio, il credito Investment Grade potrebbe beneficiare delle valutazioni più elevate dei titoli di Stato. Le obbligazioni dei mercati emergenti possono offrire rendimenti più elevati, ma potrebbero soffrire per tassi di insolvenza potenzialmente più elevati.
PORTAFOGLI RESILIENTI ALL’INFLAZIONE
“Per costruire portafogli resilienti all’inflazione saranno cruciali anche gli asset reali e alternativi, così come le materie prime, mentre il private equity, in particolare negli Stati Uniti, guida la nostra classifica dei rendimenti attesi e il debito privato globale è il favorito su base aggiustata per il rischio. Infine, mentre gli hedge fund possono offrire un profilo interessante, guardiamo con interesse al settore immobiliare e alle infrastrutture. Sono vulnerabili all'impatto degli eventi legati al clima ma possono risultare efficace in ottica di diversificazione, il che li rende attraenti per puntare a rendimenti più elevati in un contesto di rischi più elevati” conclude l’Head of Amundi Institute.