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La lezione degli anni '70 e '80: più grandi lo shock e i rischi, maggiori i potenziali guadagni

AllianzGI, nell’outlook settimanale di Thomas Tilse, Director, Head of Portfolio Strategy, Private Clients, ricorda il rimbalzo azionario di 40 anni. Ma le banche centrali devono osare come allora Paul Volcker

di Stefano Caratelli 14 Aprile 2023 19:00

financialounge -  Allianz Global Investors mercati Thomas Tilse
L'esperienza degli anni '70 e '80 è utile per valutare l'impatto dell'attuale alta inflazione elevata sui mercati finanziari. Come oggi l’inflazione si era impennata per uno shock dei prezzi dell'energia e la Fed intervenne per riportarla sotto controllo. Subito dopo i mercati azionari subirono forti correzioni, ma ripresero a salire non appena avuta la sensazione che tassi e inflazione avessero superato il picco, nonostante i dati macro e gli utili societari non supportassero l'inversione del sentiment e anzi suggerivano una netta decelerazione dell'economia e aumento delle pressioni sugli utili.


I MERCATI AZIONARI CERCANO DI ANTICIPARE


Nel weekly outlook di Allianz Global Investors, Thomas Tilse, Director, Head of Portfolio Strategy, Private Clients, traccia un parallento ricordando che nella recessione del 1974, gli indicatori del sentiment, come gli indici PMI, raggiunsero i minimi solo circa 6 mesi dopo i primi segnali di ripresa dei mercati azionari, mentre anche gli utili continuarono a diminuire in modo significativo. Questa è la prima lezione che Tilse trae dagli anni '70 e '80: i mercati azionari cercano di anticipare gli sviluppi reali. Forti shock inflazionistici appesantiscono il clima al punto che gli investitori tirano un sospiro di sollievo quando ritengono che l'inflazione abbia superato il picco, che indica l’inizio della ripresa.


LE ANALOGIE CON LA SITUAZIONE ATTUALE


L’esperto di AllianzGI nota alcune analogie con la situazione attuale, citando il fatto che l’indice tedesco Dax ha iniziato a recuperare terreno a settembre 2022, quando l'inflazione superava l'11%, e da allora al 12 aprile è salito del 30%. Il rialzo non sembra legato agli incrementi passati e futuri dei tassi della BCE né alle prospettive relativamente deboli degli utili societari, secondo Tilse, e tanto meno alle proiezioni macro piuttosto modeste.


DOPO LO SHOCK ARRIVA IL RIMBALZO


Ed è la seconda lezione tratta da Tilse: in caso di shock gravi, i mercati azionari si concentrano sui fattori che hanno scatenato la crisi. Se l'effetto si attenua, come oggi con i prezzi del gas in Europa diminuiti, il sollievo che ne deriva supera qualsiasi altra cosa. Ma, avverte l’esperto di AllianzGI, la situazione è più complessa, poiché la trasmissione del calo dei prezzi dell'energia all’economia richiede tempo, mentre l’impennata dell'inflazione ha effetti collaterali, come alti tassi, aumenti salariali e riduzione dei consumi, per cui l'attività rimarrà probabilmente contenuta ancora per qualche tempo.


ALCUNI IMPORTANTI INDICATORI SONO GIÀ MIGLIORATI


Inoltre, prosegue l’analisi di Tilse, il comparto finanziario fatica ad adattarsi al rapido rialzo dei tassi, e anche il settore edilizio e immobiliare iniziano a sentirne le conseguenze. Allora perché i mercati continuano ad andare bene? L’esperto di AllianzGI risponde che in primo luogo alcuni indicatori, come l'indice tedesco Ifo, sono decisamente migliorati insieme a altri dati globali. Inoltre, le attese sugli utili sono costantemente migliori di quanto suggerirebbe uno scenario prudente.


LA REAZIONE DEGLI INVESTITORI OBBLIGAZIONARI


E qui secondo AllianzGI si riscontra un'altra analogia con gli anni '70 e '80: all’inizio le aziende beneficiano dell'inflazione perché possono aumentare i prezzi, soprattutto dell’energia, ma anche per i beni di lusso, gli alimentari e il comparto auto. Infine, anche gli investitori obbligazionari cercano di anticipare il futuro, e infatti i mercati dei futures si aspettano un calo significativo dei tassi, in particolare quelli di riferimento. Il contesto è comunque complesso, le aspettative di mercato sono elevate, le prospettive macro modeste, il settore finanziario stenta a far fronte a tassi elevati e, soprattutto, le banche centrali si attengono alla linea restrittiva.


IL PIU’ GRANDE INSEGNAMENTO, MA LE BANCHE CENTRALI DEVONO FARE LA LORO PARTE


Questo porta Allianz GI al principale insegnamento degli anni '70 e '80: più grande è lo shock da inflazione e maggiori sono i rischi, ma anche i potenziali guadagni sull’azionario una volta che i mercati si saranno calmati. Ma per ottenere questo risultato, le banche centrali dovranno osare, come il presidente della Fed Paul Volcker che negli anni 80 preparò il terreno a un boom durato 40 anni. Vedremo se Powell e Lagarde riusciranno a seguirne le orme. Intanto sia negli USA che in Europa sono stati varati ingenti pacchetti fiscali, dove si può intravvedere una somiglianza con lo “Scudo spaziale” di Ronald Reagan di 40 anni fa.


IN ARRIVO INDICAZIONI DA NUOVI DATI IN USA E EUROPA


AllianzGI ricorda che la settimana prossima scopriremo qualcosa in più sul mercato immobiliare USA con i dati sulle nuove costruzioni e l'indice National Association of Home Builders mentre è anche in arrivo dalla Germania l'indice di fiducia ZEW. Venerdì sarà la volta dei PMI di Eurozona, Germania, Francia, Regno Unito, Giappone e USA con il consensus che punta a un nuovo lieve miglioramento del sentiment.

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