Focus sul credito

Pictet AM: le crisi bancarie scuoteranno l'economia ma non sarà un nuovo 2008

Arun Sai, Senior Multi Asset Strategist, Mickael Benhaim, Head of Fixed Income Investment Strategy & Solutions e Patrick Zweifel, Chief Economist, considerano solide le basi su cui poggia il sistema finanziario

di Stefano Caratelli 17 Aprile 2023 15:42

financialounge -  Arun Sai banche mercati Mickael Benhaim Patrick Zweifel Pictet
Il salvataggio di Credit Suisse e la crisi di alcune banche regionali USA avranno ripercussioni sull'economia, ma le probabilità di una severa stretta creditizia sono remote. Il denaro a basso costo per anni ha offuscato le capacità di giudizio sul rischio ma il brusco rialzo dei tassi ha reso chiaro il prezzo da pagare, per cui le recenti crisi rappresentano eventi inevitabili e non anomalie. Ma sarebbe un errore prevedere una nuova crisi come nel 2008. Un fattore incoraggiante è che le normative introdotte da allora hanno notevolmente rafforzato le basi su cui poggia il sistema bancario globale.

LE SOFFERENZE QUESTA VOLTA NON SONO UN PROBLEMA


Lo sottolineano Arun Sai, Senior Multi Asset Strategist, Mickael Benhaim, Head of Fixed Income Investment Strategy & Solutions e Patrick Zweifel, Chief Economist, di Pictet Asset Management, rilevando che le sofferenze, causa principale della crisi del 2008, provocheranno sempre problemi con l'aumento dei tassi, ma ora, non appesantiscono più i bilanci bancari come una volta. In Europa sono state ridotte dai circa 1.000 miliardi di euro 10 anni fa a meno di 350 miliardi, sotto il 2% dei prestiti totali, mentre le stesse banche appaiono sane anche sotto altri parametri.

ANCHE GLI INDICATORI DI LIQUIDITÀ SONO SOLIDI


I dati EBA mostrano che i coefficienti di copertura della liquidità delle banche sono in media pari al 162% per tutta l’Europa, a fronte di un livello obbligatorio del 100%, mentre secondo Barclays il rapporto tra prestiti e depositi in USA è sceso al 70%, -95% circa dal 2007- 2008. Anche il quadro di riferimento di base è molto migliorato, con le Banche Centrali che hanno agito da gestori accorti del sistema. Guidate dalla Fed, hanno concesso al mercato una gamma incredibilmente ampia di strumenti anticrisi, come quantitative easing, forward guidance e finanziamenti agevolati come il recente Bank Term Lending Program da 300 miliardi di dollari, insieme all'acquisto di debiti societari, obbligazioni e azioni.

LE BANCHE CENTRALI HANNO MOLTI STRUMENTI DA USARE


Gli esperti di Pictet AM sottolineano che verosimilmente non c'è limite a ciò che le Banche Centrali possono fare per salvaguardare il sistema se lavorano in sinergia con i governi, ma non significa che l'economia ne uscirà indenne. Il sentiment di consumatori e aziende risentirà inevitabilmente delle crisi bancarie e anche la concessione di prestiti potrebbe rallentare notevolmente. Tutto questo ha spinto Pictet AM a tagliare previsioni di crescita del PIL globale per il 2023.

RISCHI LEGATI ALLE OBBLIGAZIONI AT1


Un rischio che potrebbe emergere dal caso di Credit Suisse, secondo gli esperti di Pictet AM, è il tramonto del mercato obbligazionario Additional Tier 1, il cui futuro è stato messo in dubbio dal fatto che i detentori di queste emesse dalla banca svizzera hanno visto svanire inaspettatamente l’investimento. Gli AT1 erano stati introdotti dopo la crisi del 2008 per evitare che i salvataggi fossero finanziati dai contribuenti, con un mercato cresciuto fino a quasi 300 miliardi di dollari.

POSSIBILE RIDUZIONE DELL’OFFERTA DI CREDITO CON IMPATTO SULL’ECONOMIA


Ora gli investitori potrebbero come minimo chiedere cedole più elevate, il che potrebbe portare a una riduzione dei prestiti, aggravando una tendenza già in essere, in particolare nelle banche USA di minori, con la possibilità di ridurre l'offerta di credito a Pmi e famiglie, che fanno generalmente affidamento sulle banche locali. Inoltre, secondo gli esperti di Pictet AM, i timori sulle banche potrebbero impattare sul sentiment di consumatori e aziende e anche sulla spesa per consumi e investimenti.

COMUNQUE OSTACOLI CONGIUNTURALI DI BREVE TERMINE


Alcuni ipotizzano una riduzione della crescita del PIL fino a un punto percentuale nei prossimi due anni, ma secondo Pictet AM l'economia dovrebbe rivelarsi un po' più resiliente, anche perché la Fed probabilmente risponderà abbassando il tasso terminale previsto per questo ciclo. In ogni caso, si tratta di un ostacolo congiunturale che potrebbe avere ripercussioni sui mercati a breve termine, mentre gli investitori dovrebbero prepararsi a un cambiamento nelle dinamiche.

VULNERABILI GLI HIGH YIELD, POSSIBILE RALLY DEI TITOLI DI STATO


Secondo Pictet AM i titoli small cap e ciclici paiono particolarmente vulnerabili a un'ulteriore correzione, come anche le obbligazioni più rischiose quali le High Yield, perché queste asset class non scontano in misura sufficiente la probabilità di un ulteriore deterioramento delle condizioni economiche. Invece i titoli di aziende dai ricavi solidi e meno sensibili alle oscillazioni del ciclo dovrebbero reggere bene, come anche i titoli di Stato, che potrebbero registrare un rally. È quindi probabile, concludono gli esperti di Pictet AM, che i mercati stiano per subire sconvolgimenti ulteriori con il peggioramento del clima economico, ma le turbolenze bancarie in atto negli USA e in Europa non dovrebbero sfociare in gravi disagi finanziari.

Trending