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AllianceBernstein: banche solide nonostante le crisi, valutazioni convenienti del credito

Vivek Bommi e Steve Hussey prevedono che le obbligazioni AT1 ritroveranno presto la fiducia degli investitori e sottolineano la solidità delle banche di maggiori dimensioni in USA e soprattutto in Europa

di Stefano Caratelli 20 Aprile 2023 15:58

financialounge -  AllianceBernstein Steve Hussey Vivek Bommi
La recente crisi che ha investito alcune banche minori in USA e Credit Suisse in Europa ha dimostrato che nell'era dell'online banking e dei social media i problemi di liquidità possono tradursi molto più velocemente in ondate di panico e fughe di depositanti. Questo comporta un livello di rischio stabilmente più elevato e richiede maggior vigilanza. Gli investitori in obbligazioni AT1 dovranno esaminare molto più attentamente i documenti e tenersi pronti a vendere molto più rapidamente se le banche si trovano in difficoltà. Ma autorità e governi hanno imparato a reagire con maggior tempestività e coordinamento rispetto alle crisi precedenti.

GIUDIZIO FAVOREVOLE NONOSTANTE LA VOLATILITÀ A BREVE


AlllianceBernstein, in un Blog dal titolo “Crisi bancaria: come cambierà il credito finanziario?” a cura di Vivek Bommi, CFA| Head—European Fixed Income, Director—European and Global Credit e Steve Hussey, Head—Financial Institutions Credit Research, sottolinea che dal punto di vista del credito le banche “sono in una forma quanto mai smagliante”, e continua a esprimere un giudizio favorevole sulla solidità del settore nonostante la volatilità a breve termine. Le valutazioni del debito bancario sembrano convenienti, la relazione tra i rendimenti dei titoli AT1 e i dividendi delle azioni bancarie è mutata, e da metà 2022 i primi sono insolitamente convenienti rispetto alle azioni, considerando i rischi nelle giurisdizioni che rispettano la tradizionale gerarchia dei creditori.

MAGGIOR TENUTA DELLE BANCHE PIÙ GRANDI E CAPITALIZZATE


Per il momento, comunque, secondo i due esperti di AllianceBernstein, una continua cautela nel mercato dell'AT1 sembra giustificata. Quest'anno e nel 2024 è previsto il richiamo di un volume significativo di AT1. Se le banche decidessero di allungare le scadenze, i rendimenti potrebbero salire e i prezzi scendere ulteriormente, con migliori prospettive a breve termine nelle obbligazioni finanziarie senior degli istituti più grandi e ben capitalizzati, che hanno dato prova di maggiore tenuta durante la crisi.

OPPORTUNITÀ DI TROVARE VALORE NELLE OBBLIGAZIONI AT1


Tuttavia, Bommi e Hussey ritengono che gli AT1 delle banche più solide in giurisdizioni favorevoli ritroveranno presto il favore degli investitori, e che sarà difficile trovare una combinazione altrettanto appetibile di rendimenti molto elevati ed emittenti di alta qualità. Una volta che i mercati obbligazionari riterranno superata la crisi, i fondamentali relativamente solidi e le valutazioni interessanti potranno creare un contesto migliore nel 2023, per cui gli investitori dovrebbero focalizzarsi sulle emissioni delle banche più grandi e più solide, considerando comunque l'opportunità di trovare valore relativo negli AT1.

SUPERVISIONE EFFICIENTE E COPERTURA DAL RISCHIO TASSI


I due esperti di AllianceBernstein sottolineano le differenze tra le banche regionali e i grandi istituti USA, spiegando che le prime hanno subito una fuga di depositi e altre potrebbero trovarsi in difficoltà, ma sono molto più esposte ai grandi depositanti. Le maggiori banche USA ed europee vanno viste in una luce diversa, sono di norma più grandi e diversificate, con fonti di raccolta più stabili e una gestione del rischio più disciplinata, compresa la supervisione e la copertura dei rischi di tasso d'interesse, mentre tendono anche a beneficiare di una "fuga verso la qualità" nelle fasi di tensione.

CREDIT SUISSE CASO ECCEZIONALE


In particolare, gli istituti europei sono soggetti a una regolamentazione più rigorosa e possono contare su una raccolta più stabile, con minor concorrenza sui depositi da parte dei fondi monetari e un'esposizione ai tassi molto più contenuta rispetto agli USA. Infatti hanno sovraperformato i grandi istituti americani durante la crisi. Gli esperti di AllianceBernstein notano che Credit Suisse è stato un caso eccezionale e si è scoperta vulnerabile a una perdita di fiducia nel panico innescato dalle banche regionali statunitensi. Le banche centrali di Regno Unito, UE e Asia hanno comunque ribadito la priorità degli AT1 rispetto alle azioni.

LA FIDUCIA NEL SISTEMA DELLE BANCHE CENTRALI


Inoltre, Fed, la Bank of England e BCE hanno continuato ad aumentare i tassi, dimostrando fiducia nel sistema, e si aspettano che la crisi si tradurrà in condizioni finanziarie più restrittive, che contribuiranno a raffreddare l'economia. Intanto le banche USA ed europee di maggiori dimensioni continuano a mantenere riserve di capitale consistenti in risposta a una regolamentazione più severa, i coefficienti Common Equity Tier 1 rimangono elevati, soprattutto in Europa, fornendo una protezione ai detentori di AT1.

ANCHE L’AUMENTO DEI NPL NON DEVE ALLARMARE


Anche la continua riduzione dei NPL, secondo i due esperti di AllianceBernstein, gioca a favore degli obbligazionisti. Le sofferenze dovrebbero aumentare nel medio-lungo termine con il rallentamento dell'economia, ma le banche prevedono che i tassi di perdita attesi torneranno probabilmente solo ai livelli pre-COVID.

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