L'analisi

Columbia Threadneedle Investments: gli Stati Uniti potrebbero andare incontro a una recessione

Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments analizza lo stato di salute del sistema bancario statunitense e prevede l’arrivo di una fase di recessione prima della fine dell’anno

di Anna Patti 11 Maggio 2023 19:00

financialounge -  Columbia Threadneedle Investments crisi bancaria recessione USA Steven Bell
Secondo alcuni commentatori la crisi delle banche regionali statunitensi è superata. L’ultima vittima è stata PacWest Bancorp che ha visto il suo titolo salire pochi giorni fa e questa settimana ha aperto nuovamente in rialzo. Goldman Sachs ha pubblicato dati che dimostrano che il ritmo dei deflussi di depositi è rallentato dall'inizio della crisi a marzo e nessun depositante ha perso denaro.

GLI SCENARI POSSIBILI


Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments ritiene improbabile che l’inflazione torni al 2%, i tassi di interesse scendano e il sistema bancario USA prosperi. Più probabile invece che ci sia una contrazione del credito, ulteriori oscillazioni del sistema bancario e una recessione, anche se probabilmente lieve, prima che la Fed effettui i tagli dei tassi già prezzati dal mercato.

LA CRISI BANCARIA


Secondo l’esperto di Columbia Threadneedle Investments la crisi bancaria non è finita e le ragioni di ordine tecnico riflettono forti difetti del sistema finanziario statunitense. Molti dei poteri utilizzati con successo nella crisi finanziaria globale del 2008 sono stati revocati dal Congresso. Per ora sono stati trovati acquirenti per le banche in difficoltà ma questo processo ha dei limiti.

L’AVVENTO DEL QUANTITATIVE EASING


L'espansione del bilancio della Fed a seguito del quantitative easing (QE) ha eliminato un meccanismo chiave che nelle crisi precedenti aveva contribuito a stabilizzare il sistema. Prima dell’avvento del QE in caso di crisi finanziaria si assisteva alla fuga dai depositi bancari verso i Buoni del Tesoro che spingeva il loro rendimento al ribasso rispetto ai depositi bancari ampliando il TED spread. I grandi depositanti subivano una penalizzazione dallo spostamento dei depositi di conseguenza il TED spread si allargava e stabilizzava il sistema. Il QE ha messo fine a questo meccanismo. Per evitare dunque un eccesso di depositi presso la Federal Reserve, derivante dal QE, la Fed tenderebbe a far scendere il tasso di fondi verso lo zero. Invece, la Federal Reserve ha dovuto pagare gli interessi sui depositi bancari in eccesso al tasso di interesse obiettivo, mettendo in cortocircuito il TED spread. In questo modo, i depositanti non subiscono più una penalizzazione nel ritirare i fondi da una banca in difficoltà.

PAURA E CAUTELA NELLA CONCESSIONE DEI PRESTITI


Oltre ai problemi tecnici evidenziati, il timore delle banche USA di essere le prossime vittime le porterà a essere estremamente caute nel concedere i prestiti. Un certo irrigidimento si era verificato anche prima del fallimento della Silicon Valley Bank. Una differenza fondamentale rispetto alla crisi finanziaria globale è che le mega banche hanno sofferto poco in quest’ultima crisi, anzi potrebbero anche prosperare nel lungo periodo, visto che raccolgono i rivali a basso costo. Però è improbabile, secondo Steven Bell, che riescano a recuperare tutto il ritardo nell’offerta di credito lasciato dalle banche più deboli e dunque inaspriranno ulteriormente le condizioni dei prestiti che rilasceranno.

RECESSIONE LONTANA?


I dati recenti sull’occupazione mostrano che la recessione è lontana. Va considerato comunque che i ritardi nella politica monetaria sono lunghi e variabili e le enormi eccedenze di risparmio lasciate dalla crisi del Covid-19 hanno probabilmente allungato tali ritardi. Però questi risparmi sembrano essere già stati spesi e se la contrazione del credito si evolverà, come prevede l’esperto di Columbia, porterà a una recessione negli Stati Uniti entro la fine dell’anno.

COSA ACCADE NEL RESTO DEL MONDO


Le banche centrali hanno aumentato i tassi dovunque con conseguente inasprimento delle condizioni di credito. Ma le banche in Europa e nel Regno Unito non dovrebbero subire la stessa crisi continua. Credit Suisse è stato davvero un caso isolato e le autorità di regolamentazione in Europa non sono così vincolate come le loro controparti statunitensi.

UNA RECESSIONE PARTICOLARMENTE ATTESA


Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments, ritiene che la recessione imminente in USA sia abbastanza attesa. Pertanto le stime sugli utili sono già state tagliate e sebbene le prospettive per le azioni non siano rosee Columbia Threadneedle Investments mantiene una posizione neutrale, dato che i tassi di interesse dovrebbero scendere rapidamente. I titoli di Stato potrebbero sovraperformare e il dollaro USA sembra destinato a indebolirsi ulteriormente.

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