Situazione geopolitica

Forchielli a Financialounge.com: ''La Cina vuole il primato sul Pacifico e non rinuncerà a Taiwan''

Il fondatore di Mandarin Capital, esperto di Cina e Usa, analizza l’attuale situazione asiatica che potrebbe portare a nuovi conflitti, con ripercussioni economiche su molti Stati europei come la Germania

di Annalisa Lospinuso 18 Maggio 2023 10:31

financialounge -  Alberto Forchielli Axa Investment Managers cina Mandarin Capital partners taiwan USA
Dalla guerra Russia-Ucraina alle tensioni geopolitiche internazionali nel Pacifico. Focolai di crisi che impattano sui mercati e che devono essere considerati con molta attenzione dagli asset manager. Alberto Forchielli, founding partner di Mandarin Capital, analista economico e autore di diversi libri, nell’intervista a Financialounge.com ribadisce: “La questione Cina-Usa su Taiwan e sulle varie isole del Pacifico non si è sistemata. I cinesi non vogliono dialogare con gli americani. Gli americani insistono con una serie di manovre restrittive sulla Cina. Sono pessimista sull’outlook del Pacifico. La Cina vuole il primato sull’Asia, vuole un primato mondiale”.

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LE AMBIZIONI EGEMONICHE DELLA CINA


Delle ambizioni egemoniche della Cina Forchielli ne ha parlato anche nel corso della conferenza organizzata da AXA Investment Managers, durante questa edizione del Salone del Risparmio, sottolineando il tentativo del Governo di Pechino di stabilire la supremazia nel Pacifico. “Il clima di guerra – aggiunge Forchielli nell’intervista – è percepito ovunque in Cina. Ma è opportuno sottolineare che la guerra a Taiwan non è necessariamente una tragedia, nel senso che potrebbe non essere peggio della guerra in Ucraina. Non sarebbe necessariamente una guerra nucleare, forse una guerra navale. E bisogna anche dire che i tempi di preparazione per questa guerra sarebbero molto lunghi”.

DEBOLE LA RIPRESA DELL'EUROPA


Alla Cina si guarda con attenzione anche per fare previsioni di crescita sui Paesi esportatori, soprattutto sulla Germania. “La crescita della Cina c’è, anche se meno di quello che alcuni si aspettavano – sottolinea Forchielli – e questo impatta molto sulla ripresa della Germania. Se la Germani non cresce non cresce nemmeno l’Europa. Meno l’impatto sull’Italia perché esporta meno dell’1% in Cina”.

RIPRESA LENTA PER GLI USA


Per quanto riguarda gli Stati Uniti, la situazione sembra stabile. “Nel primo trimestre – dice Alberto Forchielli – il Pil è aumentato, seppur soltanto l’1%. L'occupazione di disoccupazione è bassissima”. Rimane sempre l’incognita dei tassi d’interesse. “I tassi ormai sono molto alti. Se le Banche centrali insistono con questi tassi – dice Forchielli - si innescano altre crisi bancarie e crisi del credito. Mi auguro che le autorità monetarie si rassegnino a un calo dell’inflazione più morbido. Magari arrivare al 2% nel giro di due anni, tagliando i tassi in tempi ragionevoli se si entra in recessione”.

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