Il dibattito

Columbia TI: debito Usa, cosa cambia rispetto al 2011 e cosa rischiano gli investitori

Secondo Edward Al-Hussainy (Columbia Threadneedle Investments) alla fine verrà raggiunto un accordo in extremis, ma sui mercati arriveranno nuove turbolenze che richiederanno strategie di protezione efficaci

di Antonio Cardarelli 24 Maggio 2023 16:45

financialounge -  Columbia Threadneedle Investments Edward Al-Hussainy mercati
L’ennesimo incontro tra democratici e repubblicani per trovare un accordo sul superamento del tetto al debito pubblico americano non ha dato i frutti sperati. I primi continuano a premere per un aumento delle tasse sui ceti più ricchi, mentre i secondi chiedono importanti tagli alla spesa pubblica. Senza un accordo la prima economia del mondo rischia di andare in default, e già in questi giorni l’empasse ha portato nuova volatilità sui mercati. Nella seduta di oggi il fattore debito sta pesando soprattutto sui mercati europei, con perdite superiori al 2% sugli indici.

VERSO UN ACCORDO DELL’ULTIMA ORA


Secondo Edward Al-Hussainy, Senior Interest Rate Analyst di Columbia Threadneedle Investments, alla fine verrà trovato un compromesso dell’ultima ora per evitare il default. Tuttavia, lo stesso esperto evidenzia come – in questo caso – l’innalzamento del limite di indebitamento non sia un “non evento”, come accaduto in passato. La situazione è quindi più delicata, come accaduto nel 2011 e nel 2013, quando le battaglie sul tetto del debito hanno portato al primo declassamento del rating creditizio degli Stati Uniti. Ma esistono anche delle differenze rispetto a questi due precedenti.

DISTORSIONI SUI PREZZI DEI TITOLI DI STATO


“Stiamo già assistendo a distorsioni nel prezzo di alcuni titoli di Stato a reddito fisso a breve termine, in particolare i T-bill, che giungono a scadenza nel momento in cui gli Stati Uniti potrebbero andare in default senza un aumento del tetto del debito. Gli investitori chiedono un premio di rischio maggiore per detenere la parte a sei mesi della curva dei T-bill, mentre i titoli che scadono poco prima che il governo possa esaurire la liquidità sono molto richiesti”, commenta Edward Al-Hussainy. Secondo l’esperto, è possibile assistere a un'inversione più profonda della curva dei Treasury e a un ampliamento degli spread man mano che lo stallo sul tetto del debito avanza.

LE DIFFERENZE CON IL 2011


Rispetto al precedente del 2011, questa volta il dibattito sul tetto al debito Usa arriva in un contesto di tassi di interesse diverso. Nel 2011 il tasso sui Fed funds era pari a zero, e lo era già da diversi anni. “Oggi siamo nel bel mezzo di un forte rialzo che ha visto il tasso sui Fed funds passare dallo 0% al 4,75% in meno di un anno. Data la differenza tra i tassi di base, non ci aspettiamo che le oscillazioni di punti percentuali nei mercati stressati siano così grandi come nel 2011, ma potrebbero comunque essere grandi su base assoluta”, spiega l’esperto di Columbia Threadneedle Investments. Un'altra differenza è la fragilità della maggioranza repubblicana al Congresso. Dodici anni fa, i repubblicani detenevano una maggioranza solida e unita. Oggi hanno un margine sottile come un rasoio e piuttosto frammentato alla Camera, e ciò significa che lo speaker, Kevin McCarthy, ha dovuto fare numerose concessioni ai membri del suo partito e alcuni di loro hanno tracciato una linea dura sull'innalzamento del tetto del debito.

VOLATILITÀ IN ARRIVO SUI MERCATI


“Tuttavia, restiamo convinti che, dopo una battaglia prolungata e un compromesso dell'ultima ora, il governo eviterà il default. Poiché riteniamo probabile che i mercati subiscano una notevole volatilità e dislocazioni dei prezzi prima del raggiungimento di un accordo sul tetto del debito, sarà indispensabile che i consulenti finanziari aiutino gli investitori a sviluppare strategie efficaci per superare le turbolenze del mercato che scaturiranno da queste tensioni nel breve periodo”, conclude Al-Hussainy.

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