Banche Usa

Crisi bancaria, quali sono i rischi ancora presenti secondo Ethenea

Secondo Illia Galka, Portfolio Manager di Ethenea Independent Investors, i mercati azionari non sembrano aver risentito dei deflussi bancari, ma non è ancora il momento di abbassare la guardia

di Antonio Cardarelli 25 Maggio 2023 07:50

financialounge -  banche USA Ethenea illia galka mercati
Dai crolli di Silicon Valley Bank e Signature Bank è trascorso poco tempo, quindi anche se molti ostacoli sembrano superati, un evento negativo minore può aprire una nuova falla nello scafo delle banche. È il parere di Illia Galka, Portfolio Manager di Ethenea Independent Investors.

MENO DENARO SUI CONTI CORRENTI


Da un paio di mesi a questa parte le banche statunitensi stanno subendo deflussi record. Una crisi di liquidità innescata dal crollo di Silicon Valley Bank e Signature Bank, eventi che hanno provocato una corsa agli sportelli dovuta alla perdita di fiducia dei clienti. In questo clima non è facile, per le banche, frenare i deflussi di denaro. La sfiducia degli investitori ha sollevato il velo sulla crisi in cui versano molte banche. Come ricorda l’esperto di Ethenea, l'ultima volta in cui la curva dei rendimenti ha esibito un'inclinazione positiva, fondamentale per il buon funzionamento del settore bancario, è stato nell'autunno 2022. “Un'inversione della curva dei rendimenti significa che le banche possono incassare meno denaro sui crediti a lungo termine di quanto ne devono corrispondere ai clienti per i depositi a breve: nessuna banca può sopravvivere a lungo a tali condizioni”, spiega Galka.

LA CONCORRENZA DEL MERCATO MONETARIO


Mentre negli Usa i tassi del mercato monetario diventano sempre più appetibili (4,5% circa), le banche devono guardarsi anche dalla concorrenza agguerrita di colossi tecnologici come Apple, che ha di recente presentato il suo nuovo conto di risparmio, che offre un rendimento del 4,15%. “Dati i tassi medi attualmente bassi applicati ai conti di risparmio negli Stati Uniti, pari allo 0,39%, molti istituti di credito tradizionali non sono in grado di competere”, commenta Galka.

DEFLUSSI, MA NON PER TUTTI


Ma quanto ha pesato il deflusso dei depositi bancari? Secondo i dati della Federal Reserve le banche americana, da marzo 2023, hanno perso depositi per 397 miliardi di dollari, con la quota maggiore (225 miliardi) in uscita dalle banche regionali di minori dimensioni. Tra le banche più colpite figurano Charles Schwab, che ha reso noto un calo dei depositi dell'11%, mentre nel caso di State Street e di M&T Bank la flessione è stata rispettivamente del 5% e del 3%. First Republik Bank ha perso il 35,5% dei depositi. A marzo e ad aprile JPMorgan Chase e Citigroup hanno invece registrato afflussi, che hanno attribuito alle turbolenze nel settore. A quanto sembra, non si sono verificati solo deflussi: alcune banche hanno tratto vantaggio dalle difficoltà delle concorrenti.

BISOGNA RESTARE ALL’ERTA


“Dai recenti dati relativi ad aprile sono giunti segnali positivi, giacché i depositi presso banche statunitensi di piccole dimensioni hanno segnato una ripresa. Osservando gli indici azionari Usa si direbbe che la crisi che ancora un mese fa agitava i mercati non sia mai avvenuta. Anche i rendimenti sul tratto a lungo termine della curva sono aumentati. La fiducia è in crescita ma occorre restare all’erta: basta poco per riaprire la falla nello scafo delle banche”, conclude Galka.

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