Le parole

Visco: “L’inflazione tornerà sotto controllo non prima del 2025. Pil 2023 oltre le attese”

Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha illustrato le Considerazioni Finali toccando i temi più caldi dell’economia: “Il salario minimo può rispondere a esigenze di giustizia sociale”

di Antonio Cardarelli 31 Maggio 2023 12:40

financialounge -  Bankitalia economia Ignazio Visco inflazione
Inflazione, Pil, salario minimo, Pnrr e sistema bancario. Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha toccato diversi temi nel corso delle Considerazioni Finali, tra l’altro le ultime del suo mandato in scadenza a ottobre.

INFLAZIONE SOTTO CONTROLLO NON PRIMA DEL 2025


Per vedere l’inflazione sotto controllo, intorno al 2%, secondo Visco bisognerà attendere almeno il 2025. “L'inflazione tornerà a scendere in Europa e in Italia per effetto della normalizzazione monetaria e della restrizione del credito ma le ripercussioni sull'economia saranno "tanto minori quanto più responsabili saranno i comportamenti di tutte le parti che contano, imprese, sindacati e Governi", ha detto il governatore. L’invito è a non innescare una “vana rincorsa tra prezzi e salari” con le imprese che giocheranno un ruolo fondamentale perché “simmetricamente a quanto avvenuto nella fase di rialzo dei corsi dell'energia del 2022, le recenti riduzioni di costo dovrebbero ora essere trasmesse ai prezzi dei beni e dei servizi”.

PIL ITALIANO OLTRE LE ATTESE NEL 2023


Buone notizie dal Pil italiano del 2023, con le previsioni che convergono "su un aumento intorno all'1 per cento". “Nel primo trimestre di quest'anno la crescita dell'economia ha di nuovo superato le attese – ha detto Visco – con una spinta arrivata dal settore delle costruzioni, sostenuto dai bonus fiscali per la riqualificazione del patrimonio edilizio, e dai servizi. La produzione manifatturiera, malgrado le difficoltà registrate nel corso dell'anno, si è mantenuta in media sui livelli del 2019".

PNRR MIGLIORABILE, MA BISOGNA FARE PRESTO


L’altro tema caldo del momento è quello del Pnrr che, secondo il governatore della Banca d’Italia, può essere migliorato “ma non c’è tempo da perdere” perché "rappresenta un raro e nel complesso valido tentativo di definire una visione strategica per il Paese". Anche per questa ragione, ha detto Visco, oltre agli investimenti e agli altri interventi di spesa, è “cruciale dare attuazione all'ambizioso programma di riforme, da troppo tempo attese, in esso contenuto”. Inoltre, ha spiegato Visco, il Pnrr può essere importante per colmare i ritardi accumulati dal Mezzogiorno ma, soprattutto, il Pnrr “deve però essere parte di una più ampia strategia di lungo periodo per agevolare la trasformazione della nostra economia”.

SISTEMA BANCARIO ITALIANO SOLIDO


Il sistema bancario italiano si trova “in condizioni sufficientemente buone” ma “l'incertezza sulle prospettive economiche richiede prudenza”. È quanto sottolineato dal Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, nelle Considerazioni finali. Nel 2022 “tutti i principali indicatori di bilancio si sono collocati su valori nell'aggregato soddisfacenti” e “in piu' casi sono migliorati”, l'incidenza dello stock di crediti deteriorati è “su valori modesti” e la redditività è salita in misura significativa. Il Governatore ha comunque osservato che, tra gli istituti italiani, "permangono casi di debolezza e vulnerabilità" dal momento che gli indicatori delle banche meno significative "non sempre sono altrettanto favorevoli" come quelli dei gruppi principali: questo è dovuto anche a "sistemi di governo societario a volte inadeguati". Per questa ragione, conclude Visco, resta "centrale" la valutazione degli assetti di governo societario: "la buona qualità degli organi sociali e degli esponenti aziendali costituisce il principale presidio a una sana e prudente gestione".

SALARIO MINIMO PER GIUSTIZIA SOCIALE


Infine, sul tema del salario minimo, Visco ha dichiarato che l'introduzione, definita con il necessario equilibrio, può “rispondere a non trascurabili esigenze di giustizia sociale" dopo che negli anni “le forme contrattuali atipiche hanno favorito l'aumento del numero di occupati, ancorché' con salari modesti”. "L'aumento dei redditi e un deciso miglioramento delle opportunità di impiego richiedono un innalzamento della qualità e capacità produttiva dell'intero sistema economico, oggi ancora più necessario alla luce dei cambiamenti demografici in corso", ha aggiunto Visco.

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