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Neuberger Berman: non è il momento di assumere nuovi rischi

Nelle prospettive settimanali del CIO, Erik L. Knutzen analizza l’apparente contraddizione con un quadro di alti tassi e inflazione vischiosa, prediligendo un atteggiamento prudente perché la volatilità resta alta

di Stefano Caratelli 1 Giugno 2023 17:09

financialounge -  Erik L. Knutzen
Sui mercati c’è un enigma da risolvere: nonostante le tensioni bancarie, il dibattito sul tetto al debito USA e i rialzi dei tassi, i mercati azionari continuano a registrare nuovi massimi di periodo. Le condizioni monetarie e creditizie si stanno inasprendo, mentre banche centrali e banche commerciali si stanno tenendo sotto controllo a vicenda, le curve dei rendimenti rimangono fortemente invertite, con alta volatilità nella parte a breve. L'inflazione si sta rivelando ostinatamente vischiosa, soprattutto in Europa e nel Regno Unito, e in crescita in Giappone, e le probabilità scontate dai mercati per ulteriori rialzi dei tassi sono di nuovo in aumento. Infine, gli utili societari sono in calo e l'inflazione comincia a comprimere i margini.

RENDIMENTO REALE USA A 10 ANNI RISALITO


Ciononostante, osserva Neuberger Berman nelle Prospettive settimanali del CIO, firmate da Erik L. Knutzen, CFA, CAIA, Chief Investment Officer—Multi-Asset Class, i mercati azionari continuano a salire, notando che forse la cosa più sorprendente è il rendimento reale del decennale statunitense salito all'1,5% nelle ultime sedute, facendo eco a un aumento simile a febbraio che aveva fatto crollare l’S&P 500 dell'8% nelle sei settimane successive, mentre questa volta non ha lasciato quasi traccia sull’azionario statunitense. Un modo per dare un senso al tutto, secondo l’esperto di Neuberger Berman, è ricordare da dove siamo partiti e di ripercorrere la direzione in cui sembrano essere andate le cose.

ALCUNI SVILUPPI SEMBRANO NEGATIVI MA POTEVA ANDARE PEGGIO


All'inizio della storia la liquidità era molto abbondante e ce n'è ancora molta in giro, i salari continuano a crescere e i consumatori possono ancora attingere ai risparmi accumulati nella pandemia. Le aziende non hanno un eccesso di leva finanziaria e non devono affrontare pressioni per il rifinanziamento. L'impulso fiscale rimane positivo, anche se l'impulso monetario è negativo. Un altro elemento da considerare è che, sebbene alcuni avvenimenti sembrino negativi, sarebbero potuti andare anche peggio.

BANCHE CENTRALI PRONTE A INTERVENIRE SUGLI SQUILIBRI BANCARI


Knutzen invita ad immaginare se la riapertura della Cina e la tenuta dei mercati del lavoro avesse acceso timori di aumento dei prezzi delle materie prime e di inflazione molto più elevati di quanto non abbiano effettivamente fatto. Analizzare il quadro in questo modo ricorda che oggi i tassi avrebbero potuto essere molto più alti, e che imprese e consumatori avrebbero potuto essere molto più sensibili ai rialzi di quanto siano stati. Dove questa sensibilità è più marcata, ad esempio nei bilanci bancari, le banche centrali sono state pronte a intervenire. Forse gli investitori stanno ora riconoscendo che il ciclo potrebbe essere meno volatile di quanto temevano nove mesi fa.

I SEGNALI CHE ARRIVANO DAGLI INDICI POSSONO INGANNARE


Un altro modo per quadrare il cerchio, secondo l’esperto di Neuberger Berman, è mettere in discussione i segnali che arrivano dai mercati, perché l'apparenza può ingannare. La volatilità dei fattori e dei settori sottostanti lo S&P 500 è in realtà molto elevata, ma mascherata dal peso di alcuni titoli tecnologici a grande capitalizzazione, e l'incertezza sul percorso dell'economia è molto più alta di quanto suggerisca il rendimento dell'indice. Un piccolo gruppo di grandi titoli tecnologici si è liberato dall'incertezza che alleggia sull’economia per l'improvvisa ondata di entusiasmo sull'intelligenza artificiale, con gli investitori alla ricerca dei potenziali beneficiari.

LE MEGA CAP USA NUOVI BENI RIFUGIO?


Ma, osserva Knutzen, è anche possibile che questi titoli abbiano iniziato a rappresentare dei veri e propri beni rifugio in un contesto in cui quelli tradizionali, come i titoli di Stato USA e il dollaro, sono messi in discussione. Forse, dopotutto, gli investitori sono più preoccupati di quanto sembri. Per risolvere l’enigma, secondo l’esperto di Neuberger Berman bisogna riconoscere che la realtà è probabilmente un mix di tutte queste dinamiche. L'economia globale avrebbe potuto facilmente trovarsi in uno stato molto peggiore, date le condizioni alla fine dello scorso anno, e il posizionamento degli investitori è più difensivo di quanto sembri.

NON È IL MOMENTO PER ASSUMERE PIÙ RISCHI


In quest'ottica, i pilastri principali dell’asset allocation outlook di Neuberger Berman rimangono intatti: non è il momento giusto per assumere maggiori rischi sul mercato azionario, e il mercato sembra essere d'accordo. Gli asset a lunga duration non sono il posto ideale per i prossimi cicli. Più l'economia si dimostrerà resiliente all'aumento dei tassi, più è probabile che rimangano elevati. E con i tassi a breve così alti, gli investitori sono ben remunerati per rimanere in attesa nelle retrovie in vista di maggiori certezze. Il costo opportunità per questa attesa è basso, conclude Knutzen, anche se la frustrazione di rimanere pazienti è, a volte, elevata.

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