ETF sintetici
Invesco: ecco i potenziali vantaggi dell'esposizione sintetica al mercato azionario cinese
Chris Mellor (Invesco) spiega come le caratteristiche uniche del mercato azionario cinese abbiano consentito ad alcuni ETF cinesi a replica sintetica di ottenere un vantaggio rispetto alle loro controparti fisiche
di Leo Campagna 6 Giugno 2023 11:33
Trasformare un Paese per decenni caratterizzato dalla produzione di merci a basso costo in un leader tecnologico globale. L'obiettivo del governo di Pechino è sempre più quello di guidare l'innovazione in settori che spaziano dall'intelligenza artificiale all'energia pulita. Quest'ultima, in particolare, riveste un ruolo cruciale alla luce dell'oneroso compito di sostituire l'elettricità prodotta prevalentemente da centrali a carbone del Paese con l'eolico, il solare e altre tecnologie rinnovabili. La politica, inoltre, dovrebbe creare opportunità nei settori dell'istruzione, della sanità e della vendita al dettaglio.
L'enorme potenziale di crescita della Cina, con la previsione che la sua economia supererà quella degli Stati Uniti e raggiungerà il primo posto intorno al 2035, rendono l’azionario cinese un mercato interessante. “Gli investitori in ETF hanno diverse opzioni. Per esempio, l’S&P China A 300 Index comprende le 300 maggiori società quotate sulle borse di Shanghai e Shenzhen, mentre S&P China A MidCap 500 Index include le successive 500 in termini di grandezza” fa sapere Chris Mellor, Head of EMEA ETF Equity and Commodity Product Management di Invesco.
Per alcuni indici, gli investitori in ETF possono scegliere tra metodi di replica fisica e sintetica. “Le caratteristiche uniche del mercato azionario cinese hanno consentito ad alcuni ETF cinesi a replica sintetica di ottenere un vantaggio rispetto alle loro controparti fisiche” riferisce Mellor. Questo per specifiche ragioni. Molti degli investitori retail cinesi, che svolgono un ruolo primario sia in termini assoluti che come percentuale dell'attività complessiva del mercato, acquistano e vendono singole azioni senza consulenza, causando spesso valutazioni di ipercomprato e ipervenduto. Ciò offre agli hedge fund un contesto di mercato propizio per le strategie long/short equity. Queste tuttavia sono ostacolate in quanto i mercati di prestito titoli e di derivati swap onshore sono stati inaccessibili per la maggior parte degli investitori stranieri e le opportunità disponibili per le A-share cinesi sono state limitate esclusivamente ai broker nazionali.
“Gli hedge fund, per puntare a un'operazione redditizia, retrocedono parte del potenziale profitto (tramite una commissione per la copertura dell'esposizione di mercato) a una banca d'investimento. Quest’ultima deve detenere un inventario di azioni che può vendere per compensare quest'esposizione di mercato e l'ETF sintetico diventa il maggiore acquirente” sottolinea la manager di Invesco. Un ETF che replica sinteticamente un indice detiene un paniere di titoli (diversi da quelli dell'indice) e utilizza gli swap per fornire il rendimento dell'indice. Dall'altro lato di questi swap c'è una banca d'investimento (o più d'una) che acquisterà i titoli sottostanti inclusi nell'indice per coprire la propria esposizione all'ETF. Proprio questo inventario di azioni consente a una banca di eseguire il contratto con gli hedge fund e, di conseguenza, le banche di investimento sono spesso disposte a pagare all'ETF una commissione per lo swap.
Si tratta di una situazione particolare dal momento che nella maggior parte degli indici degli altri mercati internazionali è l'ETF a pagare la commissione per lo swap. Nel caso del mercato cinese è invece l’ETF a incassare la commissione di swap dalla banca d'investimento (la controparte dello swap) che si aggiunge alla performance dell’indice.
“Pechino dovrebbe continuare ad aprire i propri mercati di capitali per attrarre investitori stranieri oltre ad impegnarsi nell'aumento della liquidità, nel miglioramento dell'efficienza e nella riduzione dei costi. Sebbene tale scenario aumenterebbe la concorrenza a livello di swap riducendo la posizione di vantaggio di performance attualmente detenuta dagli ETF sintetici, gli investitori potrebbero comunque approfittare della replica efficiente dell'indice, il vero segno distintivo di questi prodotti” conclude il manager di Invesco.
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GLI INVESTITORI IN ETF HANNO DIVERSE OPZIONI
L'enorme potenziale di crescita della Cina, con la previsione che la sua economia supererà quella degli Stati Uniti e raggiungerà il primo posto intorno al 2035, rendono l’azionario cinese un mercato interessante. “Gli investitori in ETF hanno diverse opzioni. Per esempio, l’S&P China A 300 Index comprende le 300 maggiori società quotate sulle borse di Shanghai e Shenzhen, mentre S&P China A MidCap 500 Index include le successive 500 in termini di grandezza” fa sapere Chris Mellor, Head of EMEA ETF Equity and Commodity Product Management di Invesco.
POTENZIALI VANTAGGI DELL’ESPOSIZIONE SINTETICA
Per alcuni indici, gli investitori in ETF possono scegliere tra metodi di replica fisica e sintetica. “Le caratteristiche uniche del mercato azionario cinese hanno consentito ad alcuni ETF cinesi a replica sintetica di ottenere un vantaggio rispetto alle loro controparti fisiche” riferisce Mellor. Questo per specifiche ragioni. Molti degli investitori retail cinesi, che svolgono un ruolo primario sia in termini assoluti che come percentuale dell'attività complessiva del mercato, acquistano e vendono singole azioni senza consulenza, causando spesso valutazioni di ipercomprato e ipervenduto. Ciò offre agli hedge fund un contesto di mercato propizio per le strategie long/short equity. Queste tuttavia sono ostacolate in quanto i mercati di prestito titoli e di derivati swap onshore sono stati inaccessibili per la maggior parte degli investitori stranieri e le opportunità disponibili per le A-share cinesi sono state limitate esclusivamente ai broker nazionali.
HEDGE FUND, BANCHE D’INVESTIMENTO ED ETF
“Gli hedge fund, per puntare a un'operazione redditizia, retrocedono parte del potenziale profitto (tramite una commissione per la copertura dell'esposizione di mercato) a una banca d'investimento. Quest’ultima deve detenere un inventario di azioni che può vendere per compensare quest'esposizione di mercato e l'ETF sintetico diventa il maggiore acquirente” sottolinea la manager di Invesco. Un ETF che replica sinteticamente un indice detiene un paniere di titoli (diversi da quelli dell'indice) e utilizza gli swap per fornire il rendimento dell'indice. Dall'altro lato di questi swap c'è una banca d'investimento (o più d'una) che acquisterà i titoli sottostanti inclusi nell'indice per coprire la propria esposizione all'ETF. Proprio questo inventario di azioni consente a una banca di eseguire il contratto con gli hedge fund e, di conseguenza, le banche di investimento sono spesso disposte a pagare all'ETF una commissione per lo swap.
UNA COMMISSIONE EXTRA CHE SI AGGIUNGE ALLA PERFORMANCE DELL’INDICE
Si tratta di una situazione particolare dal momento che nella maggior parte degli indici degli altri mercati internazionali è l'ETF a pagare la commissione per lo swap. Nel caso del mercato cinese è invece l’ETF a incassare la commissione di swap dalla banca d'investimento (la controparte dello swap) che si aggiunge alla performance dell’indice.
IL VERO SEGNO DISTINTIVO DEGLI ETF A REPLICA SINTETICA
“Pechino dovrebbe continuare ad aprire i propri mercati di capitali per attrarre investitori stranieri oltre ad impegnarsi nell'aumento della liquidità, nel miglioramento dell'efficienza e nella riduzione dei costi. Sebbene tale scenario aumenterebbe la concorrenza a livello di swap riducendo la posizione di vantaggio di performance attualmente detenuta dagli ETF sintetici, gli investitori potrebbero comunque approfittare della replica efficiente dell'indice, il vero segno distintivo di questi prodotti” conclude il manager di Invesco.
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