Studio Fabi

Il carovita spinge gli italiani a intaccare i risparmi

Sui conti bancari, in soli tre mesi, sono stati bruciati ben 89,5 miliardi di euro, quasi cinque volte quanto attinto dalle riserve degli italiani nei dodici mesi precedenti. Sileoni (Fabi): “Le banche alzino i tassi sui conti correnti”

di Fabrizio Arnhold 9 Giugno 2023 10:01

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L’inflazione fa calare il risparmio. L’aumento del costo del denaro, infatti, insieme alla corsa dei prezzi, sta avendo degli effetti sui “salvadanai” di famiglie e imprese. Secondo l’ultimo studio della Fabi, da dicembre 2021 a marzo 2023, il saldo dei conti correnti è calato di oltre 61 miliardi di euro. Il carovita ha quasi azzerato la propensione al risparmio delle famiglie, in media pari allo 0,2% nei primi cinque mesi dell’anno, ma non solo. L’aumento dei prezzi ha iniziato a erodere il “tesoretto” degli italiani, ossia il risparmio.

RISPARMIO DI FAMIGLIE E IMPRESE A RISCHIO


Tra dicembre 2021 e marzo 2023, il saldo totale dei conti correnti di famiglie e imprese è passato da 2.076 miliardi a 2.015 miliardi. Sempre leggendo i dati dello studio della Fabi, sugli effetti dell’inflazione e del rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce, “in soli tre mesi, da dicembre 2022 a marzo 2023, la variazione negativa è stata pari a oltre 50 miliardi”.

LE BANCHE NON REMUNERANO I CONTI


Si sta creando anche uno scollamento evidente tra i tassi di interesse che aumentano, dopo le decisione della Bce per cercare di rallentare la corsa dei prezzi, con ripercussioni su prestiti e mutui, sempre più cari, ma non salgono i tassi su depositi e conti. Le banche hanno “moltiplicato i propri ricavi, raggiungendo l’unico obiettivo di accrescere gli utili, favorendo così gli azionisti con dividendi sempre maggiori”, precisa la Fabi nel rapporto. Ma i tassi sui conti “sono rimasti pressoché invariati, dimostrando come agli istituti di credito interessi poco premiare chi deposita la propria liquidità in banca”.

L’INFLAZIONE SI MANGIA LA LIQUIDITÀ


Tutto costa di più e così gli italiani non solo non riescono più a mettere da parte denaro, interrompendo così una tendenza di accumulo positiva che aveva accelerato durante il Covid, ma cominciano a dover attingere alle somme messe da parte per far fronte alle spese. Secondo la Fabi, complessivamente per tutto il sistema di risparmiatori, in soli tre mesi, sono stati bruciati ben 89,5 miliardi di euro sui soli conti correnti, quasi cinque volte quanto attinto dalle riserve degli italiani nei dodici mesi precedenti, ossia 21,9 miliardi di euro.


(Fonte: Fabi)

SCENDONO I CONTI CORRENTI


A marzo 2023, il saldo della liquidità corrente ammonta a 1.368 miliardi di euro, contro i 1.458 miliardi di euro a fine 2022, con una discesa del 6,1% di valore. Non si è rivelato particolarmente utile neanche lo spostamento di una parte della ricchezza liquida sui depositi vincolati, a partire dal 2021, perché il calo delle riserve complessive parcheggiate sui conti nelle banche italiane è stato del 3%. I tassi sui mutui alle famiglie sono arrivati al 4,36% mentre quelli per i prestiti alle imprese hanno raggiunto il 4,33%. I tassi passivi, però, non crescono. “Gli interessi bancari a favori dei depositi della clientela hanno sfiorato appena lo 0,4%, risultato della media tra quelli alle famiglie (0,50%) e imprese (0,30%)”, si legge nello studio della Fabi.


(Fonte: Fabi)

SILEONI: “LE BANCHE ALZINO I TASSI”


L’inflazione colpisce indistintamente ma penalizza maggiormente chi ha redditi più bassi e pochi risparmi. “Per questo è fondamentale che le banche, che hanno beneficiato dell’aumento del costo del denaro, adesso restituiscano alla clientela una parte di quei benefici alzando i tassi d’interesse sui conti correnti”, commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. “Sono argomenti importanti per la collettività e ne parleremo da lunedì 12 giugno, al nostro congresso nazionale, quando avremo l’occasione di confrontarci con gli amministratori delegati di tutti i più importanti gruppi bancari italiani e con i rappresentanti dell’Abi”.

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