L'analisi

La Financière de l’Échiquier: il mercato confida nella banche centrali per far calare l'inflazione

Alexis Bienvenu, gestore di La Financière de l’Échiquier spiega perché i mercati stiano reagendo con sorprendente calma alle mosse delle banche centrali

di Anna Patti 21 Giugno 2023 20:00

financialounge -  Alexis Bienvenu inflazione La Financière de l'Echiquier mercati
Il continuo stringere la morsa da parte delle banche centrali è sempre più apprezzato dal mercato. La Fed e la BCE da un anno ormai hanno adottato un approccio restrittivo che non turba i mercati né quelli azionari né quelli a reddito fisso. Questi ultimi stanno attraversando situazioni atipiche in cui l’inversione delle curve dei rendimenti tra le scadenze brevi, dove i rendimenti sono più alti, e quelle a medio termine, dove i rendimenti sono più bassi, stanno raggiungendo livelli estremi, a differenza del profilo abituale dei rendimenti.

LE SCELTE DELLE BANCHE CENTRALI


I mercati sembrano imperturbabili davanti alle decisioni delle banche centrali. La Fed si è concessa una pausa il 14 giugno lasciando i tassi invariati al 5% mentre la BCE li ha alzati di 25 punti base portandoli a 3.5% e ha confermato l’interruzione prevista di tutti i reinvestimenti obbligazionari nell'ambito del suo storico Programma APP (Asset Purchase Program) che doveva contribuire, quando venne istituito nel 2014, a "stimolare l'inflazione".

LE NUOVE PROIEZIONI DEI TASSI


Alexis Bienvenu, gestore di La Financière de l’Échiquier fa notare che dalle recenti riunioni della Federal Reserve sono emerse delle sorprese in merito alle nuove proiezioni dei tassi. I governatori del sistema monetario statunitense prevedono che i tassi di riferimento si collocheranno tra il 5,50% e il 5,75% entro fine anno in aumento di 25 punti base rispetto alle ultime previsioni. Il Presidente della Fed ha di recente indicato che il rischio legato all'inflazione è asimmetrico al rialzo e che mancano "diversi anni" prima che si assista a un taglio dei tassi di riferimento, il mercato invece ne prevede già uno all’inizio del 2024. Anche le proiezioni della BCE mostrano un’inflazione di fondo al rialzo per il 2024 e il 2025 al 3% e non al 2.5% come precedentemente ipotizzato. Non sembra per ora raggiungibile l’obiettivo del 2% a lungo termine.

SOLIDITA’ DEL MERCATO DEL LAVORO


La Fed ha alzato le sue stime di crescita la BCE invece le ha abbassate. C’è un comune denominatore nei discorsi delle due banche centrali, come sottolinea Alexis Bienvenu, condiviso anche dalla Banca d’Inghilterra ovvero la solidità del mercato del lavoro. Questo mercato non mostra nessun segno di deterioramento soprattutto nel settore dei servizi. Questa stabilità, sebbene possano esserci dei ribaltamenti soprattutto nel mercato statunitense che è più flessibile, consente alle famiglie di affrontare le pressioni esercitate dall'aumento del costo del credito con il rischio che la dinamica dell'occupazione sostenga l'inflazione attraverso i salari. Non sempre però, come dimostra la storia, a occupazione elevata consegue necessariamente un’inflazione sostenuta come accaduto in Giappone per diversi anni o negli USA prima del Covid.

LA SORPRENDENTE CALMA DEL MERCATO


L’esperto di La Financière de l’Échiquier spiega che la calma del mercato può essere dovuta a due fattori fondamentali: una massiccia stretta monetaria per ridurre l’inflazione e una dinamica occupazionale solida che consente alla Fed di adempiere ai suoi compiti ovvero tutelare prezzi e occupazione. Secondo il gestore di La Financière de l’Échiquier i mercati si fidano delle scelte delle banche centrali e sono pronti ad accettare condizioni finanziarie ardue in cambio di un taglio sostenuto dell’inflazione.

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