L'indagine
Sondaggio Natixis: investitori individuali positivi nonostante inflazione e pericolo recessione
L'indagine condotta ha coinvolto 8.550 investitori in tutto il mondo con patrimonio superiore ai 100.000 dollari. In Italia più elevate le attese di ritorno, ma solo a breve termine
di Stefano Caratelli 21 Giugno 2023 12:07
Gli investitori globali continuano a essere positivi riguardo alle proprie finanze, nonostante un'inflazione ostinata, la recessione incombente e i cali del mercato azionario dello scorso anno. È il risultato del sondaggio di Natixis Investment Managers su investitori con un patrimonio investibile superiore a 100 mila dollari, secondo cui oltre due terzi, pari al 69%, hanno una visione positiva della propria situazione finanziaria, mentre solo il 22% si sente stressato. Il sondaggio di Natixis IM è stato condotto da CoreData Research a febbraio-marzo 2023 ed ha coinvolto 8.550 investitori individuali in 23 Paesi e regioni, tra cui Asia, Europa, America Latina e Nord America.
Tra le principali preoccupazioni, il 44% ha indicato l’impatto di una spesa ingente e inattesa, mentre il 36% afferma che uno dei maggiori timori è l'aumento delle tasse. Meno preoccupazione suscitano invece i costi dell'assistenza sanitaria (28%) o la perdita del lavoro (24%), nonostante i timori di recessione. Per quanto riguarda le aspettative, nel lungo periodo, gli investitori individuali si aspettano ritorni del 13% oltre l'inflazione, con un divario rispetto a ciò che i consulenti finanziari ritengono realistico ridotto dal 61% del 2021 al 42%.
Inoltre, più della metà degli investitori (58%) ha dichiarato che l'inflazione è la principale preoccupazione per gli investimenti e due terzi (66%) affermano che sta incidendo significativamente sulla capacità di risparmiare per la pensione. Il 60% ritiene di dover investire di più per compensare l'inflazione e il 76% afferma che l'aumento dei costi imporrebbe di risparmiare di più, ma solo il 32% lo sta effettivamente facendo. Dopo l'inflazione, il 38% ritiene che una recessione sia il rischio maggiore, segue il 37% che indica la volatilità e il 28% che vede nell'aumento dei tassi la maggior minaccia.
Per quanto riguarda in particolare l’Italia, le attese di rendimento quest’anno puntano all’11,5%, più avanti rispetto alla media globale 8,6%. Ma in una prospettiva di lungo periodo, il dato italiano scende al 9,6%, leggermente più in basso rispetto alla media di attese di ritorno su scala globale, che arriva al 12,8%. Marco Barindelli, Responsabile Italia di Natixis IM, sottolinea che dopo decenni di relativa calma e un decennio molto positivo tra il 2012 e il 2021, con un ritorno medio dell’S&P del 13,7% annuo, la situazione è cambiata in modo significativo, ma sembra che gli investitori siano ancora ancorati ai risultati ottenuti in passato.
L’esperto di Natixis IM ritiene che alcuni investitori potrebbero aver perso di vista ciò che un approccio passivo può consentire e quali sono i limiti e crede si debbano rivalutare i portafogli ponendo al centro gli obiettivi finanziari a lungo termine aumentando la componente attiva. Anche se c’è sempre posto per i prodotti passivi nel mix di portafoglio, gli investitori dovrebbero riconsiderare le proprie ipotesi prima di essere messi alla prova da un mercato più volatile e con maggior dispersione, rispetto ai risultati effettivi di un portafoglio ben diversificato. È un passo che dovrebbe essere considerato con attenzione, secondo Barindelli, specie se gli investitori si aspettano di realizzare elevate aspettative di ritorno.
I TIMORI PER LE PROPRIE FINANZE
Tra le principali preoccupazioni, il 44% ha indicato l’impatto di una spesa ingente e inattesa, mentre il 36% afferma che uno dei maggiori timori è l'aumento delle tasse. Meno preoccupazione suscitano invece i costi dell'assistenza sanitaria (28%) o la perdita del lavoro (24%), nonostante i timori di recessione. Per quanto riguarda le aspettative, nel lungo periodo, gli investitori individuali si aspettano ritorni del 13% oltre l'inflazione, con un divario rispetto a ciò che i consulenti finanziari ritengono realistico ridotto dal 61% del 2021 al 42%.
E LE PREOCCUPAZIONI PER GLI INVESTIMENTI
Inoltre, più della metà degli investitori (58%) ha dichiarato che l'inflazione è la principale preoccupazione per gli investimenti e due terzi (66%) affermano che sta incidendo significativamente sulla capacità di risparmiare per la pensione. Il 60% ritiene di dover investire di più per compensare l'inflazione e il 76% afferma che l'aumento dei costi imporrebbe di risparmiare di più, ma solo il 32% lo sta effettivamente facendo. Dopo l'inflazione, il 38% ritiene che una recessione sia il rischio maggiore, segue il 37% che indica la volatilità e il 28% che vede nell'aumento dei tassi la maggior minaccia.
INVESTITORI ANCORATI AI RISULTATI DEL PASSATO
Per quanto riguarda in particolare l’Italia, le attese di rendimento quest’anno puntano all’11,5%, più avanti rispetto alla media globale 8,6%. Ma in una prospettiva di lungo periodo, il dato italiano scende al 9,6%, leggermente più in basso rispetto alla media di attese di ritorno su scala globale, che arriva al 12,8%. Marco Barindelli, Responsabile Italia di Natixis IM, sottolinea che dopo decenni di relativa calma e un decennio molto positivo tra il 2012 e il 2021, con un ritorno medio dell’S&P del 13,7% annuo, la situazione è cambiata in modo significativo, ma sembra che gli investitori siano ancora ancorati ai risultati ottenuti in passato.
AUMENTARE LA COMPONENTE ATTIVA DEL PORTAFOGLIO
L’esperto di Natixis IM ritiene che alcuni investitori potrebbero aver perso di vista ciò che un approccio passivo può consentire e quali sono i limiti e crede si debbano rivalutare i portafogli ponendo al centro gli obiettivi finanziari a lungo termine aumentando la componente attiva. Anche se c’è sempre posto per i prodotti passivi nel mix di portafoglio, gli investitori dovrebbero riconsiderare le proprie ipotesi prima di essere messi alla prova da un mercato più volatile e con maggior dispersione, rispetto ai risultati effettivi di un portafoglio ben diversificato. È un passo che dovrebbe essere considerato con attenzione, secondo Barindelli, specie se gli investitori si aspettano di realizzare elevate aspettative di ritorno.