Divisioni nel Governo
Cottarelli a Financialounge.com: “Sul Mes rischiamo una cattiva figura in Europa”
La commissione Esteri della Camera ha dato il primo via libera al ddl di ratifica del Mes ma la maggioranza di Governo si è astenuta. Si teme una spaccatura per il voto del 30 giugno in Aula
di Annalisa Lospinuso 23 Giugno 2023 12:01
Il Governo alla prova del nove sul Meccanismo europeo di stabilità. Ieri il testo base del ddl di ratifica del Mes è passato in commissione Esteri della Camera ma senza il voto della maggioranza. Pd, Iv-Azione, +Europa hanno dato il loro parere positivo, il M5S si è astenuto e il centrodestra non ha votato. Nonostante il parere tecnico del ministero dell'Economia e delle Finanze sia stato positivo. Ora il provvedimento passerà al vaglio per i pareri delle altre commissioni, prima di approdare in Aula il prossimo 30 giugno. Carlo Cottarelli, economista, professore dell’Università Cattolica di Milano ed ex senatore, intervenendo nella trasmissione di Financialounge.com, ha commentato: “Se non si vota questa riforma non è che il Mes sparisca, rimarrà lì con vecchie regole ma non ci facciamo una bella figura in Europa. Penso che Governo italiano abbia usato il Mes per ottenere altro”. L'Ue preme affinché l'Italia esca dall'impasse in quanto la riforma deve entrare in vigore imperativamente nel 2024 e serve la ratifica entro metà novembre.
Una delle questioni chiave sulla riforma del Mes è il “backstop”, ossia quella modifica al trattato che lo renderà non più solo un fondo Salva-Stati, ma anche un Salva-banche, raddoppiando la dotazione finanziaria del Fondo di risoluzione unico che oggi è di circa 80 miliardi. “Il principale vantaggio è che con la modifica del Mes - ha aggiunto Cottarelli - si consente di aumentare i circa 70-80 miliardi del fondo che dovrebbe intervenire in caso di problemi bancari. Si tratta di un prestito che poi sarebbe restituito con i soldi delle banche, non con soldi pubblici. È un prestito in caso di necessità. Le voci di opposizione al Mes dicono che le banche tedesche sono più a rischio di quelle italiane, ma non si considera che anche quelle del nostro Paese subirebbero l’effetto contagio”.
Quali sono i timori che bloccano la ratifica? Secondo Cottarelli la questione nasce dal fatto che si potrebbe chiedere come condizione la ristrutturazione del debito “ma non è detto che dobbiamo essere noi a ristrutturarlo, ci poniamo sempre in fase difensiva”. “Il linguaggio usato dal Mef è chiaro. Si è creato un totem - ha concluso Cottarelli - il Mes sembra il male assoluto. In realtà in passato ha finanziato la Spagna per la riforma delle banche, il programma per il Portogallo, per l’Irlanda e sono stati tutti casi di successo. Il Governo si è messo in un cul de sac e adesso per uscirne ci vuole un sac de cul”.
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MES PER IL FONDO SALVA-BANCHE
Una delle questioni chiave sulla riforma del Mes è il “backstop”, ossia quella modifica al trattato che lo renderà non più solo un fondo Salva-Stati, ma anche un Salva-banche, raddoppiando la dotazione finanziaria del Fondo di risoluzione unico che oggi è di circa 80 miliardi. “Il principale vantaggio è che con la modifica del Mes - ha aggiunto Cottarelli - si consente di aumentare i circa 70-80 miliardi del fondo che dovrebbe intervenire in caso di problemi bancari. Si tratta di un prestito che poi sarebbe restituito con i soldi delle banche, non con soldi pubblici. È un prestito in caso di necessità. Le voci di opposizione al Mes dicono che le banche tedesche sono più a rischio di quelle italiane, ma non si considera che anche quelle del nostro Paese subirebbero l’effetto contagio”.
LINEA DIFENSIVA
Quali sono i timori che bloccano la ratifica? Secondo Cottarelli la questione nasce dal fatto che si potrebbe chiedere come condizione la ristrutturazione del debito “ma non è detto che dobbiamo essere noi a ristrutturarlo, ci poniamo sempre in fase difensiva”. “Il linguaggio usato dal Mef è chiaro. Si è creato un totem - ha concluso Cottarelli - il Mes sembra il male assoluto. In realtà in passato ha finanziato la Spagna per la riforma delle banche, il programma per il Portogallo, per l’Irlanda e sono stati tutti casi di successo. Il Governo si è messo in un cul de sac e adesso per uscirne ci vuole un sac de cul”.
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