In cerca di soluzioni
Etica Sgr protagonista nella lotta all’inquinamento da plastica
L’inquinamento da plastica è uno dei problemi più urgenti per il Pianeta e necessita di soluzioni che siano condivise e applicate a livello globale, che affrontino l’intero ciclo di vita della plastica andando oltre la sola gestione dei rifiuti
di Leo Campagna 27 Giugno 2023 07:55
Ogni anno negli oceani, nei fiumi e nei laghi vengono riversati 23 milioni di tonnellate di plastica: in assenza di un intervento radicale, questi valori sono destinati a triplicare entro il 2060. “Conoscere i numeri dell’inquinamento da plastica è il primo passo per comprendere l’entità del problema. Da qui, possiamo cercare insieme soluzioni innovative e pratiche per ridurre il nostro impatto e contribuire a un futuro più pulito e verde” fanno sapere gli esperti di Etica Sgr.
Mentre l’attività di riciclo oggi raggiunge appena il 10% di tutti i rifiuti plastici, il 12% viene incenerito: una soluzione, quest’ultima, non sostenibile. “Per ogni tonnellata di plastica bruciata vengono immesse in atmosfera più di due tonnellate di CO2 insieme a diossine e furani, elementi che portano a un inquinamento cronico perché particolarmente stabili e persistenti nell’ambiente, tossici per l’uomo, gli animali e l’ambiente stesso” spiegano i manager di Etica Sgr.
Il 9 giugno si è riunito il Comitato intergovernativo di negoziato del programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) con l’obiettivo di creare il primo trattato internazionale giuridicamente vincolante contro l’inquinamento da plastica, con entrata in vigore nel 2024. L’ONU sostiene che l’attuazione di questi accordi potrebbe ridurre la produzione dell’80% entro il 2040. Uno degli obiettivi di questo primo di cinque negoziati intermedi è anche quello di stabilire se l’inquinamento da plastica sia da considerarsi unicamente un problema ambientale oppure implichi anche la contaminazione da plastica e il suo grado di criticità. Particolarmente critico è il processo di frammentazione dei rifiuti plastici, che genera le cosiddette microplastiche, cosi micro da essere appunto invisibili ma presenti in tutti gli ecosistemi e purtroppo anche nell’organismo degli esseri viventi.
“Nel caso in cui i prossimi studi determineranno lo stato di avanzamento della contaminazione da plastica verso livelli medio-alti sarà necessario ripensare tutto e non ragionare più solo in termini di riciclo, che si limita a reintrodurre nell’ambiente materiale inquinante, ma sviluppare soluzioni innovative per consentire la transizione verso un’economia circolare della plastica ecologicamente neutra e, successivamente, per avviarci verso un mondo senza più plastica monouso” puntualizzano i professionisti di Etica Sgr.
In attesa di conoscere gli sviluppi normativi, anche il sistema finanziario può fare qualcosa per ridurre l’inquinamento da plastica. “Abbiamo deciso di promuovere la blue economy e il progetto “A line in the sand – The New Plastic Economy“. Un accordo globale per eliminare il problema della plastica e salvaguardare la vita negli oceani. In pratica, sosteniamo il passaggio dalla cosiddetta economia lineare – produco, uso e getto – all’economia circolare, dove ogni prodotto viene prodotto per essere usato, riutilizzato e riciclato, riducendo così al minimo i rifiuti” specificano gli esperti di Etica Sgr.
Le aziende che aderiscono alla campagna si impegnano a eliminare (o ridurre al minimo) gli imballaggi in plastica problematici attraverso l’innovazione, la riprogettazione e lo studio di nuovi modelli di consegna. L’impegno è esteso all’applicazione di modelli di riutilizzo, laddove possibile, per eliminare la necessità di imballaggi monouso. È incoraggiante sapere che nell’elenco dei firmatari dell’accordo figurano numerose aziende multinazionali che producono il 20% di tutti gli imballaggi di plastica prodotti nel mondo.
“Tramite l'attività di engagement e stewardship e il dialogo continuo con il top management delle imprese nelle quali i nostri fondi investono, abbiamo già aperto un confronto con le multinazionali europee nei settori settori utilities, chemicals, food e beverage per presentare l’iniziativa e proporre impegni concreti e quantificati di riduzione e riutilizzo della plastica” concludono i manager di Etica Sgr.
INCENERIRE LA PLASTICA, UNA SOLUZIONE NON SOSTENIBILE
Mentre l’attività di riciclo oggi raggiunge appena il 10% di tutti i rifiuti plastici, il 12% viene incenerito: una soluzione, quest’ultima, non sostenibile. “Per ogni tonnellata di plastica bruciata vengono immesse in atmosfera più di due tonnellate di CO2 insieme a diossine e furani, elementi che portano a un inquinamento cronico perché particolarmente stabili e persistenti nell’ambiente, tossici per l’uomo, gli animali e l’ambiente stesso” spiegano i manager di Etica Sgr.
IL PRIMO TRATTATO INTERNAZIONALE CONTRO L’INQUINAMENTO DA PLASTICA
Il 9 giugno si è riunito il Comitato intergovernativo di negoziato del programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) con l’obiettivo di creare il primo trattato internazionale giuridicamente vincolante contro l’inquinamento da plastica, con entrata in vigore nel 2024. L’ONU sostiene che l’attuazione di questi accordi potrebbe ridurre la produzione dell’80% entro il 2040. Uno degli obiettivi di questo primo di cinque negoziati intermedi è anche quello di stabilire se l’inquinamento da plastica sia da considerarsi unicamente un problema ambientale oppure implichi anche la contaminazione da plastica e il suo grado di criticità. Particolarmente critico è il processo di frammentazione dei rifiuti plastici, che genera le cosiddette microplastiche, cosi micro da essere appunto invisibili ma presenti in tutti gli ecosistemi e purtroppo anche nell’organismo degli esseri viventi.
LA TRANSIZIONE VERSO UN’ECONOMIA CIRCOLARE DELLA PLASTICA
“Nel caso in cui i prossimi studi determineranno lo stato di avanzamento della contaminazione da plastica verso livelli medio-alti sarà necessario ripensare tutto e non ragionare più solo in termini di riciclo, che si limita a reintrodurre nell’ambiente materiale inquinante, ma sviluppare soluzioni innovative per consentire la transizione verso un’economia circolare della plastica ecologicamente neutra e, successivamente, per avviarci verso un mondo senza più plastica monouso” puntualizzano i professionisti di Etica Sgr.
IL PROGETTO ‘A LINE IN THE SAND – THE NEW PLASTIC ECONOMY’
In attesa di conoscere gli sviluppi normativi, anche il sistema finanziario può fare qualcosa per ridurre l’inquinamento da plastica. “Abbiamo deciso di promuovere la blue economy e il progetto “A line in the sand – The New Plastic Economy“. Un accordo globale per eliminare il problema della plastica e salvaguardare la vita negli oceani. In pratica, sosteniamo il passaggio dalla cosiddetta economia lineare – produco, uso e getto – all’economia circolare, dove ogni prodotto viene prodotto per essere usato, riutilizzato e riciclato, riducendo così al minimo i rifiuti” specificano gli esperti di Etica Sgr.
COINVOLTE NUMEROSE AZIENDE MULTINAZIONALI
Le aziende che aderiscono alla campagna si impegnano a eliminare (o ridurre al minimo) gli imballaggi in plastica problematici attraverso l’innovazione, la riprogettazione e lo studio di nuovi modelli di consegna. L’impegno è esteso all’applicazione di modelli di riutilizzo, laddove possibile, per eliminare la necessità di imballaggi monouso. È incoraggiante sapere che nell’elenco dei firmatari dell’accordo figurano numerose aziende multinazionali che producono il 20% di tutti gli imballaggi di plastica prodotti nel mondo.
ENGAGEMENT E STEWARDSHIP DI ETICA SGR
“Tramite l'attività di engagement e stewardship e il dialogo continuo con il top management delle imprese nelle quali i nostri fondi investono, abbiamo già aperto un confronto con le multinazionali europee nei settori settori utilities, chemicals, food e beverage per presentare l’iniziativa e proporre impegni concreti e quantificati di riduzione e riutilizzo della plastica” concludono i manager di Etica Sgr.