Conti pubblici
Il rapporto deficit/Pil sale al 12,1%
L’Istat ha diffuso i dati sul rapporto tra deficit e prodotto interno lordo, che nel primo trimestre 2023 è aumentato rispetto all’anno prima. Carico fiscale al 37%, in calo di quasi un punto percentuale
di Antonio Cardarelli 4 Luglio 2023 11:33
Il rapporto tra deficit e prodotto interno lordo in Italia, nel primo trimestre 2023, è salito al 12,1% dall’11,3% registrato nello stesso periodo del 2022. La notizia arriva dall’Istat, che ha diffuso il conto delle Amministrazioni pubbliche. Il dato in peggioramento, secondo la nota, è dovuto alla minore incidenza delle entrate a causa della riduzione della pressione fiscale.
Il saldo primario dell’Amministrazione pubblica è negativo, con un’incidenza sul Pil del -8,8%. Negativo anche il saldo corrente, con un’incidenza sul Pil del 6% nel primo trimestre 2023, contro il -5,9% del primo trimestre 2022. In calo la pressione fiscale, che nei primi tre mesi di quest'anno è stata del 37%, con una riduzione dello 0,9% rispetto a dodici mesi prima. Nel primo trimestre, l'indebitamento ha mostrato un peggioramento rispetto allo stesso trimestre del 2022 per la minore incidenza delle entrate, riflesso in una riduzione della pressione fiscale.
Le uscite totali sono aumentate del 7,7% in termini tendenziali e la loro incidenza sul Pil (pari al 53,8%) è rimasta invariata rispetto al corrispondente periodo del 2022. Le uscite correnti hanno registrato, nel primo trimestre, una crescita tendenziale del 5,9%, mentre le uscite in conto capitale sono aumentate in termini tendenziali del 22,2%. Le entrate totali sono aumentate in termini tendenziali del 5,9% e la loro incidenza sul Pil è stata del 41,7%, in calo di 0,8 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2022. Le entrate correnti e le entrate in conto capitale nel primo trimestre 2023 hanno segnato, in termini tendenziali, un aumento rispettivamente del 5,3% e del 35,1%.
Secondo i dati Istat, nel primo trimestre 2023 il reddito disponibile lordo delle famiglie è aumentato del 3,2% in termini nominali e del 3,1% in termini reali. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 7,6%, in aumento di 2,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, a fronte di una crescita della spesa per consumi finali (+0,6%) più contenuta rispetto a quella del reddito lordo disponibile (+3,2%)
PRESSIONE FISCALE IN CALO
Il saldo primario dell’Amministrazione pubblica è negativo, con un’incidenza sul Pil del -8,8%. Negativo anche il saldo corrente, con un’incidenza sul Pil del 6% nel primo trimestre 2023, contro il -5,9% del primo trimestre 2022. In calo la pressione fiscale, che nei primi tre mesi di quest'anno è stata del 37%, con una riduzione dello 0,9% rispetto a dodici mesi prima. Nel primo trimestre, l'indebitamento ha mostrato un peggioramento rispetto allo stesso trimestre del 2022 per la minore incidenza delle entrate, riflesso in una riduzione della pressione fiscale.
USCITE CORRENTI IN CRESCITA
Le uscite totali sono aumentate del 7,7% in termini tendenziali e la loro incidenza sul Pil (pari al 53,8%) è rimasta invariata rispetto al corrispondente periodo del 2022. Le uscite correnti hanno registrato, nel primo trimestre, una crescita tendenziale del 5,9%, mentre le uscite in conto capitale sono aumentate in termini tendenziali del 22,2%. Le entrate totali sono aumentate in termini tendenziali del 5,9% e la loro incidenza sul Pil è stata del 41,7%, in calo di 0,8 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2022. Le entrate correnti e le entrate in conto capitale nel primo trimestre 2023 hanno segnato, in termini tendenziali, un aumento rispettivamente del 5,3% e del 35,1%.
REDDITO IN LEGGERO AUMENTO
Secondo i dati Istat, nel primo trimestre 2023 il reddito disponibile lordo delle famiglie è aumentato del 3,2% in termini nominali e del 3,1% in termini reali. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 7,6%, in aumento di 2,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, a fronte di una crescita della spesa per consumi finali (+0,6%) più contenuta rispetto a quella del reddito lordo disponibile (+3,2%)
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