Secondo semestre
Altro che recessione, entro fine anno l’inflazione calerà e le Borse saliranno ancora
Molti di quelli che insistono con previsioni cupe lo fanno solo perché non hanno creduto nei mercati e hanno perso tutto il rialzo dai minimi di ottobre 2022
di Controredazione 11 Luglio 2023 10:19
Le Borse hanno archiviato un primo semestre 2023 all’insegna di una forte ripresa. Piazza Affari è stata addirittura la migliore d’Europa con un +19% da inizio anno e un +30% dai minimi relativi di ottobre 2022. Già, ottobre 2022, torniamo indietro all’autunno dell’anno scorso per ricordare tonnellate di previsioni catastrofiste. Parlavano di grande recessione in arrivo e di conseguenza di Borse, soprattutto quelle occidentali, che avrebbero patito. Nulla di questo è successo e anzi i mercati hanno appunto messo a segno un forte trend al rialzo. E ora, cosa può succedere nella seconda parte dell’anno?
Premesso che, come è sempre giusto ricordare, nessuno ha la sfera di cristallo e i mercati restano sempre difficilmente prevedibili, anche per la seconda parte del 2023 si può essere ottimisti, sempre con le cautele del caso. Le Borse hanno mostrato una forte resilienza, tra guerra, crisi energetica, inflazione, tassi e chi più ne ha più ne metta. Ebbene, con questa stessa forza possono affrontare anche l’autunno cercando di riconquistare i massimi assoluti, questa almeno potrebbe essere la direzione. In uno scenario in cui molti problemi sembrano forse attenuarsi.
Partiamo dal problema dell’inflazione. Per dire che diversi segnali ormai mostrano che forse tutto sta davvero rientrando. L’inflazione non è più fuori controllo e anzi mese dopo mese si capisce che la cura delle banche centrali ha funzionato. In autunno potrebbe davvero tornare abbastanza di colpo (e nel caso qualcuno poi parlerà di sorpresa) su livelli relativamente bassi e fisiologici, non così poi tanto lontano da quell’obiettivo del 2% che oggi a quasi tutti sembra impossibile.
A quel punto le banche centrali si fermeranno di colpo. O, se non ne avranno ancora voglia, saranno fermate dalla politica. Perché se l’inflazione rientrerà davvero non avrà più senso continuare ovviamente a rialzare i tassi. Ma, di più, non avrebbe nemmeno più tanto senso tenere i tassi su livelli alti rispetto appunto ad un’eventuale curva dei prezzi in rientro. Ci sarebbe di fatto un gap ingiustificato. E quindi? Beh, se fosse così, in un futuro non lontano si potrebbe cominciare a pensare addirittura a tagli dei tassi.
Poi ci sono le questioni geopolitiche. La guerra innanzitutto, dove ormai è evidente l’isolamento della Russia. Mollata da tutti, persino in fondo dai cinesi a ben guardare. Xi Jinping ha addirittura diffidato Putin dall’usare armi atomiche. Cinquecento giorni di guerra. Di una guerra che secondo tanti doveva durare pochi giorni. Anche in questo caso, quante previsioni totalmente sbagliate… Ebbene, anche i mercati attendono sviluppi. Quelli di una pace, una pace giusta. Sarebbe un “trigger” rialzista anche questo.
E poi ci sono i rapporti tesi tra Usa e Cina. A partire dalla questione di Taiwan. Dopo il viaggio della Yellen a Pechino la sensazione è che forse qualcosa stia davvero cambiando. Usa e Cina forse hanno capito che la crescente tensione non giova a nessuno. E che bisogna tornare a dialogare. Xi Jinping ha i suoi problemi in patria: l’economia cinese fatica a ripartire, come segnalato ormai da diversi dati macro. Con le rigide politiche zero Covid, con i pesanti interventi punitivi contro le big tech cinesi e con la svolta aggressiva nei confronti di Taiwan e indirettamente dell’Occidente che ha fatto scappare parte dei capitali occidentali da Pechino, Xi Jinping ha finito per zavorrare l’economia del suo Paese. Ora forse americani e soprattutto cinesi hanno capito che la strada giusta non è quella di arrivare ad uno scontro.
Abbiamo fatto dunque uno scenario con tanti possibili fattori che potrebbero favorire nuovi rialzi dei mercati nella seconda parte del 2023. Guardando ancora in primis alle Borse d’Occidente. Wall Street ed Europa. La cautela è sempre d’obbligo, ma resta un giusto ottimismo. Perché altrimenti l’eccesso di paura, fomentato dalle solite previsioni catastrofiste, fa perdere opportunità d’investimento. Investire non può ridursi a comprare titoli di stato e basta, è sbagliato!
Già, chiudiamo proprio sulle previsioni catastrofiste. Perché tanti ancora insistono in questo senso nonostante un primo semestre al rialzo dei mercati con una evidente prova di resilienza? Beh, perché siamo umani e facciamo tutti fatica ad ammettere gli errori, è psicologia. Ma forse c’è anche un aspetto in più: forse chi insiste dicendo che la grande recessione è solo rimandata lo fa perché in un eccesso di prudenza ha rinunciato a prendere rischi e si è perso tutto il trend rialzista e ora forse deve giustificare performance di portafoglio non entusiasmanti rispetto a quello che ha fatto il mercato…
I MERCATI POSSONO SALIRE ANCORA
Premesso che, come è sempre giusto ricordare, nessuno ha la sfera di cristallo e i mercati restano sempre difficilmente prevedibili, anche per la seconda parte del 2023 si può essere ottimisti, sempre con le cautele del caso. Le Borse hanno mostrato una forte resilienza, tra guerra, crisi energetica, inflazione, tassi e chi più ne ha più ne metta. Ebbene, con questa stessa forza possono affrontare anche l’autunno cercando di riconquistare i massimi assoluti, questa almeno potrebbe essere la direzione. In uno scenario in cui molti problemi sembrano forse attenuarsi.
INFLAZIONE DESTINATA A RIENTRARE DAVVERO
Partiamo dal problema dell’inflazione. Per dire che diversi segnali ormai mostrano che forse tutto sta davvero rientrando. L’inflazione non è più fuori controllo e anzi mese dopo mese si capisce che la cura delle banche centrali ha funzionato. In autunno potrebbe davvero tornare abbastanza di colpo (e nel caso qualcuno poi parlerà di sorpresa) su livelli relativamente bassi e fisiologici, non così poi tanto lontano da quell’obiettivo del 2% che oggi a quasi tutti sembra impossibile.
LE BANCHE CENTRALI SI FERMERANNO
A quel punto le banche centrali si fermeranno di colpo. O, se non ne avranno ancora voglia, saranno fermate dalla politica. Perché se l’inflazione rientrerà davvero non avrà più senso continuare ovviamente a rialzare i tassi. Ma, di più, non avrebbe nemmeno più tanto senso tenere i tassi su livelli alti rispetto appunto ad un’eventuale curva dei prezzi in rientro. Ci sarebbe di fatto un gap ingiustificato. E quindi? Beh, se fosse così, in un futuro non lontano si potrebbe cominciare a pensare addirittura a tagli dei tassi.
SI ASPETTANO SEGNALI DAL FRONTE GUERRA
Poi ci sono le questioni geopolitiche. La guerra innanzitutto, dove ormai è evidente l’isolamento della Russia. Mollata da tutti, persino in fondo dai cinesi a ben guardare. Xi Jinping ha addirittura diffidato Putin dall’usare armi atomiche. Cinquecento giorni di guerra. Di una guerra che secondo tanti doveva durare pochi giorni. Anche in questo caso, quante previsioni totalmente sbagliate… Ebbene, anche i mercati attendono sviluppi. Quelli di una pace, una pace giusta. Sarebbe un “trigger” rialzista anche questo.
PER USA E CINA MEGLIO LA DISTENSIONE
E poi ci sono i rapporti tesi tra Usa e Cina. A partire dalla questione di Taiwan. Dopo il viaggio della Yellen a Pechino la sensazione è che forse qualcosa stia davvero cambiando. Usa e Cina forse hanno capito che la crescente tensione non giova a nessuno. E che bisogna tornare a dialogare. Xi Jinping ha i suoi problemi in patria: l’economia cinese fatica a ripartire, come segnalato ormai da diversi dati macro. Con le rigide politiche zero Covid, con i pesanti interventi punitivi contro le big tech cinesi e con la svolta aggressiva nei confronti di Taiwan e indirettamente dell’Occidente che ha fatto scappare parte dei capitali occidentali da Pechino, Xi Jinping ha finito per zavorrare l’economia del suo Paese. Ora forse americani e soprattutto cinesi hanno capito che la strada giusta non è quella di arrivare ad uno scontro.
TANTE CONDIZIONI A FAVORE DEI MERCATI
Abbiamo fatto dunque uno scenario con tanti possibili fattori che potrebbero favorire nuovi rialzi dei mercati nella seconda parte del 2023. Guardando ancora in primis alle Borse d’Occidente. Wall Street ed Europa. La cautela è sempre d’obbligo, ma resta un giusto ottimismo. Perché altrimenti l’eccesso di paura, fomentato dalle solite previsioni catastrofiste, fa perdere opportunità d’investimento. Investire non può ridursi a comprare titoli di stato e basta, è sbagliato!
INSISTE IN PREVISIONI CUPE CHI HA PERSO I RIALZI…
Già, chiudiamo proprio sulle previsioni catastrofiste. Perché tanti ancora insistono in questo senso nonostante un primo semestre al rialzo dei mercati con una evidente prova di resilienza? Beh, perché siamo umani e facciamo tutti fatica ad ammettere gli errori, è psicologia. Ma forse c’è anche un aspetto in più: forse chi insiste dicendo che la grande recessione è solo rimandata lo fa perché in un eccesso di prudenza ha rinunciato a prendere rischi e si è perso tutto il trend rialzista e ora forse deve giustificare performance di portafoglio non entusiasmanti rispetto a quello che ha fatto il mercato…
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