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Allianz Global Investors: gli operatori di mercato consapevoli di tassi “più alti più a lungo”
Hans-Jörg Naumer (Allianz Global Investors) illustra la situazione macroeconomica per il secondo semestre e spiega perché il contesto rende ancora più rilevanti i dati economici delle settimane e dei mesi a venire
di Leo Campagna 15 Luglio 2023 09:30
Alla fine del primo semestre l’economia mondiale evidenzia un equilibrio precario tra resilienza a breve termine e crescente vulnerabilità a medio termine. Malgrado la nuova decelerazione del momentum sulla crescita, a giugno l’indice proprietario di Allianz Global Investors del ciclo economico (il Makro Breadth Index) ha registrato il quinto rialzo mensile consecutivo. Tuttavia mentre è emerso un lieve miglioramento dei dati economici relativi a USA, Europa, Giappone e di molti Paesi emergenti, in Cina si delinea un evidente deterioramento.
Da notare come, l’area dei servizi risulti al momento ancora non intaccata dagli impatti derivanti dalla continua debolezza del settore manifatturiero globale e dagli effetti della politica monetaria più restrittiva sui settori sensibili all’andamento dei tassi, in particolare quello residenziale. “Mentre il settore dei servizi continua a registrare una crescita, il mese scorso il nostro indice dell’inflazione globale (il Macro Breadth Inflation Index) ha riportato l’undicesima flessione consecutiva. Tuttavia il dato preoccupante è il tasso core persistentemente elevato” fa sapere Hans-Jörg Naumer, Director Global Capital Markets & Thematic Research di Allianz Global Investors, secondo il quale è più che mai necessario mantenere una politica monetaria sufficientemente restrittiva.
“Dopo la pausa di giugno” precisa il manager “la Federal Reserve statunitense sembra orientata a due nuovi rialzi dei tassi da 25 punti base (+0,25%), uno a luglio e uno a settembre. In Europa, la Banca Centrale Europea (BCE) dovrebbe incrementarli di 50 punti base (+0,50%) e la Bank of England (BoE) di 75 (+0,75%)”. I mercati monetari incorporano la previsione di una linea “più alti più a lungo” (higher for longer) per queste tre banche centrali, che dovrebbero mantenere i tassi di riferimento stabili sino al 2024, anche in caso di lieve contrazione economica.
Per quanto riguarda invece la Banca del Giappone (BoJ), è possibile che nel secondo semestre possa procedere con nuovi adeguamenti alla politica di controllo della curva dei rendimenti, avvicinandosi verso l’inversione della politica di tassi bassi/negativi in essere da diversi anni. “Una situazione che, nel suo complesso, spinge i mercati finanziari globali a osservare con estrema attenzione ai crescenti rischi di recessione a medio termine. Un contesto che rende ancora più rilevanti i dati economici delle settimane e dei mesi a venire” sottolinea Naumer.
Tra i dati economici da monitorare la prossima settimana, spiccano il prodotto interno lordo e la produzione industriale della Cina: in uscita lunedì, in base al consensus degli economisti intervistati da Bloomberg dovrebbero registrare tassi di crescita inferiori. Il giorno successivo, martedì, sarà la volta delle vendite al dettaglio e della produzione industriale negli Stati Uniti che invece dovrebbero registrare dei progressi. Giovedì, poi, sono attesi sia l’indice della Fed di Philadelphia che l’indice degli indicatori anticipatori per gli Stati Uniti che, secondo le stime di consensus, dovrebbero dipingere un quadro meno negativo rispetto a quello del mese precedente.
“Nel complesso la situazione tecnica risulta poco chiara, con gli indici della forza relativa che non mostrano né pressioni di vendita né pressioni di acquisto sui principali mercati. Un quadro d’insieme che rende i dati in uscita la prossima settimana difficilmente significativi per determinare grandi rialzi nei mercati azionari. Il tutto mentre gli operatori di mercato sono sempre più consapevoli di tassi “più alti più a lungo” conclude il Director Global Capital Markets & Thematic Research di Allianz Global Investors.
TASSO INFLAZIONE CORE PERSISTENTEMENTE ELEVATO
Da notare come, l’area dei servizi risulti al momento ancora non intaccata dagli impatti derivanti dalla continua debolezza del settore manifatturiero globale e dagli effetti della politica monetaria più restrittiva sui settori sensibili all’andamento dei tassi, in particolare quello residenziale. “Mentre il settore dei servizi continua a registrare una crescita, il mese scorso il nostro indice dell’inflazione globale (il Macro Breadth Inflation Index) ha riportato l’undicesima flessione consecutiva. Tuttavia il dato preoccupante è il tasso core persistentemente elevato” fa sapere Hans-Jörg Naumer, Director Global Capital Markets & Thematic Research di Allianz Global Investors, secondo il quale è più che mai necessario mantenere una politica monetaria sufficientemente restrittiva.
FED, BCE E BOE PRONTE A NUOVI RIALZI
“Dopo la pausa di giugno” precisa il manager “la Federal Reserve statunitense sembra orientata a due nuovi rialzi dei tassi da 25 punti base (+0,25%), uno a luglio e uno a settembre. In Europa, la Banca Centrale Europea (BCE) dovrebbe incrementarli di 50 punti base (+0,50%) e la Bank of England (BoE) di 75 (+0,75%)”. I mercati monetari incorporano la previsione di una linea “più alti più a lungo” (higher for longer) per queste tre banche centrali, che dovrebbero mantenere i tassi di riferimento stabili sino al 2024, anche in caso di lieve contrazione economica.
LE MOSSE DELLA BANCA DEL GIAPPONE
Per quanto riguarda invece la Banca del Giappone (BoJ), è possibile che nel secondo semestre possa procedere con nuovi adeguamenti alla politica di controllo della curva dei rendimenti, avvicinandosi verso l’inversione della politica di tassi bassi/negativi in essere da diversi anni. “Una situazione che, nel suo complesso, spinge i mercati finanziari globali a osservare con estrema attenzione ai crescenti rischi di recessione a medio termine. Un contesto che rende ancora più rilevanti i dati economici delle settimane e dei mesi a venire” sottolinea Naumer.
I DATI IN ARRIVO LA PROSSIMA SETTIMANA
Tra i dati economici da monitorare la prossima settimana, spiccano il prodotto interno lordo e la produzione industriale della Cina: in uscita lunedì, in base al consensus degli economisti intervistati da Bloomberg dovrebbero registrare tassi di crescita inferiori. Il giorno successivo, martedì, sarà la volta delle vendite al dettaglio e della produzione industriale negli Stati Uniti che invece dovrebbero registrare dei progressi. Giovedì, poi, sono attesi sia l’indice della Fed di Philadelphia che l’indice degli indicatori anticipatori per gli Stati Uniti che, secondo le stime di consensus, dovrebbero dipingere un quadro meno negativo rispetto a quello del mese precedente.
SITUAZIONE TECNICA POCO CHIARA
“Nel complesso la situazione tecnica risulta poco chiara, con gli indici della forza relativa che non mostrano né pressioni di vendita né pressioni di acquisto sui principali mercati. Un quadro d’insieme che rende i dati in uscita la prossima settimana difficilmente significativi per determinare grandi rialzi nei mercati azionari. Il tutto mentre gli operatori di mercato sono sempre più consapevoli di tassi “più alti più a lungo” conclude il Director Global Capital Markets & Thematic Research di Allianz Global Investors.