Strategia anti-crisi

Schroders: quando gli Usa entreranno in recessione, meglio credito o azioni?

A differenza del passato lo schema di gioco per aggiungere rischio al proprio portafoglio potrebbe cambiare. Quando nel quarto trimestre si accentuerà il rallentamento economico è possibile che gli spread si allarghino a causa del deterioramento dei fondamentali

di Annalisa Lospinuso 19 Luglio 2023 19:30

financialounge -  credito inflazione recessione Schroders Tina Fong
La lotta delle banche centrali per abbassare l’inflazione continua, ma l’economia statunitense finora si è dimostrata resiliente. Ma non si può cantar vittoria. “Nonostante ciò, rimaniamo tra coloro che prevedono una recessione negli Stati Uniti per quest’anno. Se la nostra analisi è corretta, è lecito chiedersi quali saranno le conseguenze per i principali asset di rischio: obbligazioni societarie, definite anche credito corporate, da un lato, e azioni dall’altro”, scrive Tina Fong, Strategist di Schroders.

LA TENUTA DEL CREDITO


Durante le passate recessioni, il credito ha tendenzialmente ceduto per primo e si è ripreso prima delle azioni. Ciò ha incoraggiato gli investitori a reintrodurre il rischio nei loro portafogli aumentando l’allocazione al credito prima di passare alle azioni. Questa volta, però, la posizione di partenza dei bilanci aziendali è più solida rispetto ai cicli precedenti. Attualmente, sia i mercati azionari sia quelli del credito segnalano una bassa probabilità di recessione, sulla base degli spread delle obbligazioni high yield o del premio di rischio delle azioni statunitensi, o dei rendimenti totali di questi mercati. “Si tratta di un miglioramento rispetto allo scorso anno, quando il sell-off dei mercati azionari e creditizi ha fatto salire le probabilità di recessione a livelli indicativi di una recessione. Certamente, lo scorso anno le performance dei mercati azionari e creditizi sono state influenzate dalle loro esposizioni settoriali”, aggiunge la Fong. Se storicamente i titoli azionari tendono a subire il sell-off in ritardo rispetto al credito nel periodo che precede le recessioni, negli Stati Uniti, gli spread delle obbligazioni ad alto rendimento hanno iniziato ad allargarsi in modo significativo nella seconda metà del 2007, soprattutto a causa delle preoccupazioni sull’impatto aziendale della crisi dei mutui subprime. Ma l’S&P 500 non ha subito cali significativi fino all’inizio della Grande Recessione.

RIPRESA DEI TITOLI DI STATO


“I mercati del credito – spiega Tina Fong, Strategist di Schroders – tendono a cedere prima dei titoli azionari nel periodo che precede una recessione, tendono anche a raggiungere il minimo e a riprendersi prima. Una possibile spiegazione è che i mercati del credito sono generalmente più sensibili alle variazioni del ciclo economico e al potenziale di insolvenza delle imprese. Inoltre, il credito è tipicamente meno liquido dei mercati azionari, il che può significare che gli investitori sono più propensi a liquidare le loro posizioni creditizie prima degli investimenti azionari”. Tuttavia, la ripresa dei titoli di Stato ha svolto un ruolo importante nel miglioramento anticipato della performance del credito rispetto alle azioni durante le recessioni.

BILANCI LIQUIDI


Nonostante le recenti turbolenze bancarie, l’inasprimento delle condizioni finanziarie e il deterioramento del quadro di crescita di quest’anno, gli spread creditizi si sono allargati di poco. Una prima motivazione, spiega Schroders, è che non c’è un incombente muro delle scadenze, dato che una percentuale relativamente bassa di obbligazioni societarie dovrà essere rimborsata o rifinanziata nei prossimi due anni. In secondo luogo, i bilanci delle società sono solidi, con un buon rapporto tra liquidità e attività e debito. Sebbene la capacità delle aziende di servire i propri obblighi di debito, nota come indice di copertura degli interessi, sia diminuita di recente, le società hanno ancora molto spazio per coprire i pagamenti degli interessi.
Tuttavia, l’aggressivo aumento dei tassi di interesse da parte della Fed ha fatto emergere delle crepe. La crescita degli interessi passivi è aumentata in modo significativo, tanto da raggiungere il livello più alto dai tempi della crisi finanziaria mondiale. Pertanto, quando l’economia statunitense entrerà in recessione nel corso dell’anno, è possibile che gli spread si allarghino a causa del deterioramento dei fondamentali.

RECESSIONE IN ARRIVO


“Ci aspettiamo che una recessione negli Stati Uniti – conclude Tina Fong, Strategist di Schroders – si verificherà nel quarto trimestre di quest’anno e nel primo trimestre del prossimo. Oltre ad essere una recessione relativamente breve, si presume che la contrazione della crescita economica sarà modesta rispetto alle recessioni passate. Il taglio dei tassi di interesse da parte della Fed, previsto per dicembre di quest’anno, alcuni mesi prima della fine della recessione, potrebbe comportare una minore differenza di tempistica nella discesa e ripresa di entrambi i mercati creditizi e azionari. Allo stesso tempo, la solida posizione dei bilanci aziendali potrebbe far sì che gli spread non si allarghino più di tanto, il che potrebbe anche significare che saranno relativamente meno attraenti quando i mercati si rivaluteranno”.

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