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Si sblocca la terza rata del Pnrr. A che punto è l’Italia?

Al termine di questa settimana, tra le agenzie di stampa rimbalza la notizia: via libera alla terza tranche del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’Europa ha fatto la sua proposta e l’Italia l’ha accolta, ma come sono andate le prime due rate, e come ci stiamo approcciando alla quarta?

di Lorenzo Cleopazzo 23 Luglio 2023 10:00
financialounge -  infrastrutture Pnrr sunday view Ue

Btp, bund, bond, spread, Pnrr.

C’è chi ci legge un componimento futurista, chi una partitura di beatbox e chi, pacatamente e in totale onestà, non ci capisce un acca. Sembra che la finanza faccia di tutto per assomigliare piuttosto a una tavola di Rorschach, quei disegni dove lo psicologo di turno ci chiederebbe “cosa ci vedi?”. E noi giù di animali, oggetti, volti e lui che intanto prende appunti. Ma andiamo con ordine.

Focalizziamoci ora sull’ultima sigla: Pnrr, o meglio Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Cos’è? Ma soprattutto: cos’è stato e, con un po’ di fortuna, cosa sarà.

LO STATO DELLE COSE


In breve, il Pnrr è il progetto del governo italiano per gestire i fondi del Next Generation Eu, il piano di Bruxelles per rilancio economico post-pandemia dei Paesi membri. Tutto partì nel 2021, quando il governo Draghi siglò un piano per utilizzare i 191,5 miliardi destinati all’Italia – maggiore beneficiaria del Next Gen. Il settore a cui sono destinati la maggior parte dei fondi è quello delle infrastrutture, al secondo posto la transizione ecologica, e completa il podio l’accoppiata impresa e lavoro. Il progetto prevede 6 ‘missioni’ che comportano diverse riforme e investimenti – rispettivamente 66 e 292 – e le rispettive scadenze da rispettare. Ma a che punto siamo oggi?

Nella giornata di giovedì, la cabina di regia del ministro Raffaele Fitto ha spiegato come la Commissione Europea abbia proposto una soluzione contro il blocco creatosi nella terza rata del Pnrr, spostando alcuni obbiettivi alla rata successiva e destinando mezzo miliardo dei 19 previsti per il 2023 al prossimo anno.

Al centro 7500 nuovi posti letto per studenti che però non erano poi così ‘nuovi’ per Bruxelles, dove si sono sottolineate le troppe riconversioni di alloggi già esistenti. L’Italia dovrà quindi ripresentare una proposta in merito nella quarta rata da 16 miliardi – più i circa 500 milioni trattenuti dalla terza –, con l’obiettivo di creare 60.000 posti letto in più per altrettanti universitari entro la fine del 2026.

Qual è lo stato delle cose? 11 richieste di modifiche al Piano, 5 obiettivi raggiunti su 13, 7 in linea con le richieste e 1 toppato – quello che aveva come protagoniste tecnologia satellitare e space economy, non proprio temi da lasciarsi sfuggire.

LO STATO DEL COS'È


O meglio, del “Cos’è che vedi?”. Lo abbiamo visto in apertura, ma Hermann Rorschach lo continua a chiedere da inizio ‘900 con le sue celeberrime macchie nell’esame che porta il suo nome.

Il test delle 10 tavole di Rorschach – che a oggi è uno dei test proiettivi più usati in psichiatria per definire la personalità degli individui –, però, non è poi così innovativo. Già artisti come Leonardo da Vinci e Botticelli avevano sbrigliato la fantasia nella creazione di macchie d’inchiostro a libera interpretazione, e il nostro Hermann – figlio di un maestro d’arte e appassionato lui stesso – non ha fatto altro che declinare questo concetto nella psichiatria dell’epoca. Lui poi fu particolarmente fortunato, dato che nacque e visse a Zurigo, la capitale della neonata scienza della mente, dove operò un certo Carl Gustav Jung. E se il nome vi dice qualcosa, probabilmente è perché riuscì a smontare addirittura Freud a suon di libri e conferenze.

Tutto nella biografia di Rorschach sembra collimare in quelle tavole, in quelle macchie dove ognuno ci vede una cosa differente. Ma perché parlarne a margine del Pnrr, vi starete chiedendo.

LO STATO DEL COSA SARÀ


Dei 13 obiettivi da raggiungere, c’è chi si concentra sui 5 già spuntati, chi è positivo per i 7 in cui l’Italia si dice ‘in linea’ e chi invece critica per quello mancato e per i continui ritardi. Allora i primi rispondono che certe cose sono fisiologiche, come normali rallentamenti che sono parte di un percorso più ampio e non certo semplice da percorrere nella sua interezza. Ma poi i secondi replicano parlando di inefficienza e inadeguatezza.

Ecco, forse anche per questo abbiamo parlato delle tavole di Rorschach: non tanto per il Pnrr in sé, che è molto meglio definito di una macchia d’inchiostro, ma per l’interpretazione che se ne fa.

E se è vero che non sempre ci sono dei parametri oggettivi per analizzare l’effettivo stato di avanzamento su alcuni obiettivi, d’altra parte bisogna comunque sottolineare quanto sia fondamentale non perdere questo treno, ché gli sviluppi – positivi – del Pnrr inciderebbero mica male sull’economia del nostro Paese, arrivando a denotare circa un punto di Pil in più all’anno.

Il 2023, il ’24 e il ’25 dovrebbero essere gli anni degli investimenti, le prerogative e i denari per fare bene ci sono – sempre che non si accumulino ritardi. Cosa sarà delle prossime missioni del Pnrr, forse lo scopriremo sotto l’ombrellone.

BONUS TRACK


Piccola riflessione: la pronuncia di ‘Rorschach’ potrebbe avere più interpretazioni di una sua macchia d’inchiostro.
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