Politica monetaria

Allianz Global Investors: ecco le implicazioni globali della politica monetaria della Fed

I rischi derivanti dagli stimoli della Fed dal 2020 potrebbero non essere terminati e forse serviranno altri 6-12 mesi per valutare appieno l'impatto del rialzo dei tassi più rapido degli ultimi 40 anni

di Leo Campagna 24 Luglio 2023 18:00

financialounge -  Allianz Global Investors BCE FED Greg Meier mercati politica monetaria
Questa settimana settimana è prevista la riunione della Federal Reserve statunitense e, osservando i futures sui fed fund, la banca centrale USA potrebbe operare l’ultimo rialzo del ciclo e iniziare a pensare a un allentamento all’inizio del 2024. In attesa di conoscere se questa sarà la decisione del FOMC (l’organismo della Fed preposto ad operare sui tassi USA), Greg Meier, Director, Senior Economist, Global Economics and Strategy di Allianz Global Investors, si interroga se la Fed abbia stimolato eccessivamente l’economia. Si tratta di una questione importante poiché ha implicazioni globali.

GRANDE CRISI FINANZIARIA (GCF)


“Lo schema seguito dalla Fed durante la crisi di Covid è un’evoluzione del piano adottato in occasione della Grande Crisi Finanziaria (GCF). La grande differenza è che la GCF è stata causata dallo scoppio di una bolla nel settore residenziale, mentre per gran parte della pandemia i fondamentali del settore residenziale sono rimasti solidi” riferisce Meier che poi spiega perché tra marzo 2020 e marzo 2022 l’istituto centrale USA abbia acquistato MBS per 1.300 miliardi di dollari.

IMPENNATA DEI PREZZI DELLE CASE NEGLI USA


“I tassi ipotecari, sospinti in quella fase anche dagli interventi della Fed, hanno raggiunto i minimi storici mentre i prezzi mediani delle abitazioni sono saliti del 35%, il rialzo più consistente di sempre in 2 anni, al di sopra persino degli incrementi registrati durante la bolla dei mutui subprime. Un fattore cruciale dal momento che i costi correlati alle abitazioni costituiscono il 40% dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) core USA. L’impennata dei prezzi delle case durante la pandemia continua a ripercuotersi sull’economia ed è uno dei principali motivi per cui oggi l’inflazione è ancora elevata” argomenta il manager di Allianz Global Investors.

ALTRI 6-12 MESI PER VALUTARE L’IMPATTO DEL RIALZO DEI TASSI


Nel complesso, Meier ritiene che i rischi derivanti dagli stimoli della Fed possano non essere terminati e che forse saranno necessari altri 6-12 mesi per valutare appieno l'impatto del rialzo dei tassi più rapido degli ultimi 40 anni. “La continua e consistente riduzione dell’inflazione aumenta le possibilità di un soft landing degli Stati Uniti mentre la prossima settimana la Fed potrebbe porre fine al ciclo di inasprimento dei tassi. Per contro i prezzi delle case continuano a salire” specifica l’esperto di Allianz Global Investors.

IN SETTIMANA LE DECISIONI DELLE BANCHE CENTRALI


Intanto la settimana prossima conosceremo le decisioni non soltanto della Fed (mercoledì), ma anche, il giorno successivo, sia quelle della Banca del Giappone (BoJ) che della Banca Centrale Europea (Bce). Continuano le pressioni su Ueda, il governatore della BoJ, circa un eventuale ritocco alla politica di controllo della curva dei rendimenti, dal momento che l’inflazione nipponica risulta superiore al target del 2% da oltre un anno. La presidente della Bce Lagarde, invece, ha già fatto sapere che è “altamente probabile” un nuovo rialzo dei tassi a luglio.

I DATI IN ARRIVO PER L’EUROPA E GLI STATI UNITI


In settimana, tra i principali dati in arrivo relativi all’Europa, lunedi ci sarà il PMI del settore manifatturiero, martedi l’indice Ifo delle attese delle imprese tedesche e l’indice GfK della fiducia dei consumatori tedeschi, giovedi il PIL francese per il secondo trimestre 2023, e venerdi sia l’inflazione CPI in Germania che la fiducia nell’economia dell’area euro. Negli USA, invece, lunedi, sarà svelato il PMI manifatturiero (per il quale si prevede una contrazione), martedi l’indice dei prezzi delle case Case-Shiller (per il quale si prevede un nuovo aumento m/m), giovedi le stime preliminari sul PIL per il secondo trimestre 2023 (si attende un rallentamento della crescita) e venerdi i dati sul costo del lavoro (per i quali si prevede solidità).

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