Nuove opportunità

Capital Group: per i mercati emergenti è atteso il calo dell'inflazione e il taglio dei tassi

Con la diminuzione del costo di alimenti ed energia dello scorso anno, minori difficoltà di approvvigionamento e un dollaro più debole, i prezzi hanno rallentato sia su base mensile sia annuale nella maggior parte delle economie emergenti, lasciando spazio all'ipotesi della fine del ciclo dei rialzi

di Annalisa Lospinuso 26 Luglio 2023 19:00

financialounge -  America Latina Capital Group cina mercati emergenti Peter Becker ungheria
Migliora la condizione economica dei Paesi emergenti che diventano sempre più attrattivi. L’outlook fondamentale sembra favorevole, il che potrebbe contribuire a un’inversione di rotta delle loro valute rispetto al dollaro. Tra i fattori che contribuiscono a rischiarare la situazione dei mercati emergenti, Peter Becker, Investment director di Capital Group, individua il calo dell’inflazione rispetto all’impennata dei prezzi dello scorso anno, le minori difficoltà di approvvigionamento e un dollaro più debole. “Questo trend disinflazionistico – dice Becker – sembra destinato a continuare nella seconda metà dell’anno. Restano forti differenze regionali, con un’inflazione relativamente contenuta in Asia, più ostinata in Europa centrale/orientale e in America Latina”.

LE BANCHE CENTRALI POTREBBERO TAGLIARE I TASSI


Mancano, però, alcuni pezzi del puzzle prima che le banche centrali possano iniziare il ciclo di taglio dei tassi. Considerato il generale miglioramento delle prospettive di inflazione, alcune banche centrali dei mercati emergenti potrebbero iniziare a tagliare i tassi di interesse. “Avendo aumentato i tassi prima e in modo più aggressivo per evitare il disancoraggio delle aspettative di inflazione, la Turchia è la principale eccezione, con la sua politica di riduzione dei tassi di interesse anche se dopo le elezioni ha iniziato a invertire questa politica raddoppiando i tassi di interesse a giugno”, aggiunge l’Investment director di Capital Group.

UNGHERIA FA DA APRIPISTA


In molti Paesi emergenti c’è stato un aggressivo rialzo dei tassi di riferimento, perciò la maggior parte delle banche centrali si sta avvicinando alla fine o ha già completato il suo ciclo di inasprimento e ha deciso di prendersi una pausa. “L’Ungheria è stata la prima a tagliare i tassi a maggio, ma la maggior parte delle banche centrali dei ME compirà questo passo solo quando ci saranno maggiori certezze sul calo dell’inflazione. Contano anche le misure della Federal Reserve (Fed) statunitense e il differenziale dei tassi reali rispetto agli Usa”, continua Peter Becker.

VALORE MAGGIORE IN AMERICA LATINA


Il dollaro continuerà a essere un osservato speciale. Capital Group fa notare che sarà difficile per le banche centrali dei ME tagliare i tassi in un contesto di solidità del dollaro e debolezza delle valute emergenti. “Ci sono alcuni fattori che favorirebbero una fase di debolezza del dollaro – commenta Peter Becker – incluse la fine del ciclo di rialzi dei tassi della Fed e la riapertura della Cina. In questo momento il valore maggiore è in America Latina, ma cresce progressivamente l’attrattiva dell’Europa”.

SPINTA AI RENDIMENTI


Il trend di ribasso dei tassi di riferimento delinea un quadro del debito dei ME ragionevolmente favorevole, ma bisogna effettuare un’attenta selezione, stando attenti alla divergenza delle politiche e delle dinamiche dell’inflazione nei vari Paesi. “Le obbligazioni in valuta locale dell’America Latina hanno un valore potenziale. In questi Paesi – conclude l’Investment director di Capital Group – si registrano condizioni macroeconomiche più favorevoli rispetto allo scorso anno e, per il momento, il miglioramento tendenziale dei fondamentali probabilmente continuerà a prevalere sui timori legati al rischio politico. I Paesi dell’Europa centrale e orientale non sono ancora riusciti a frenare l’inflazione ma iniziano a guadagnare attrattiva. Dopo un decennio di rendimenti deludenti, i tassi di cambio dei ME potrebbero iniziare a contribuire positivamente ai rendimenti”.

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