Cosa aspettarsi

L’inflazione non rialzerà presto la testa, fattori di potenziale rialzo solo a lungo termine

Vontobel analizza le probabilità di una seconda ondata di inflazione in uno studio di Stefan Eppenberger, Head Multi Asset Strategy, e Michaela Huber, Cross Analyst, che sottolineano l’importanza del fattore tempo

di Stefano Caratelli 30 Luglio 2023 15:00

financialounge -  inflazione Michaela Huber Stefan Eppenberger Vontobel
L’inflazione sta rientrando, ma mercati e investitori possono contare su una navigazione tranquilla o devono temere acque agitate? La risposta dipende dal proprio orizzonte temporale. Nel breve termine, l'affievolimento degli effetti base può portare a un aumento ma a medio termine, nella seconda metà del 2023 e probabilmente anche dopo, cisi può aspettare che continui a scendere e non si prevede una significativa impennata, in linea con lo scenario economico di base per il 2023. Nel lungo termine invece, sviluppi come la crescente de-globalizzazione o la cosiddetta "green-flation" offrono un potenziale di rialzo. Gli investitori non devono quindi necessariamente presumere che l'inflazione tornerà ai livelli degli ultimi decenni.

IL CONFRONTO CON LA GRANDE INFLAZIONE DEGLI ANNI 70


Sono le conclusioni di uno studio di Vontobel a cura di Stefan Eppenberger, Head Multi Asset Strategy, e Michaela Huber, Cross Analyst, che analizza le probabilità di una seconda ondata di inflazione, che sottolinea l’importanza per gli investitori di avere una check list dati i diversi orizzonti temporali. Gli esperti di Vontobel a questo fine confrontano i fenomeni di inflazione degli anni ’70 analizzando i fattori che hanno contribuito, come il crollo del dollaro o l’embargo petrolifero arabo. In conclusione, sottolineando appunto come l’orizzonte temporale sia determinante. Storicamente, l'inflazione va e viene a ondate, come è stato particolarmente evidente tra il 1965 e il 1982.

TRE MACRO FATTORI DA MONITORARE


Se si confronta l'andamento dell'inflazione allora con oggi, le cose appaiono in qualche modo simili e legittimamente ci si chiede se siamo forse di fronte a una dolorosa "seconda ondata" Per rispondere, Vontobel ha elaborato una "lista di controllo" in cui distingue tre grandi categorie: politica monetaria, shock della domanda, e dell'offerta. Non tutti i criteri della check list devono essere soddisfatti per innescare una seconda ondata, in casi estremi, sono sufficienti due o tre criteri, ma ad avviso degli esperti di Vontobel una politica monetaria espansiva è una precondizione necessaria.

SEMPRE UN FENOMENO MONETARIO


Oggi, chi cerca i colpevoli dell'inflazione degli anni '70 ha l'imbarazzo della scelta. Alcuni danno la colpa all'embargo petrolifero arabo, altri agli speculatori, altri ancora ai rappresentanti sindacali. Tutti argomenti giustificati, ma non tengono conto di una delle ragioni più importanti: una forte crescita monetaria. Grazie aa Milton Friedman, sappiamo che l'inflazione "è sempre e ovunque un fenomeno monetario" perché in nessuna parte del mondo si può trovare un'inflazione non sia stata causata da un aumento dell'offerta di moneta o del suo tasso di crescita.

MA OGGI E’ UN ELEMENTO SOTTO CONTROLLO


Considerando l'attuale crescita negativa dell'offerta di moneta, sottolinea lo studio di Vontobel, un forte impulso inflazionistico sembra piuttosto improbabile. Anche con un allentamento dei tassi reali, una seconda ondata sembra improbabile, in quanto la Fed è già molto restrittiva secondo le sue stesse misure. Anche per quanto riguarda il dollaro debole, nel 2023, le cose sembrano un po' diverse dagli anni 70: è sceso dai massimi ma rimane relativamente forte, per molte ragioni: dalla domanda di "beni rifugio" alla politica restrittiva della Fed. Vontobelsi aspetta che il dollaro USA si indebolisca nei prossimi mesi, ma ritiene improbabile una svalutazione come quella degli anni '70.

ANCHE DA CRESCITA E POLITICA FISCALE POCHI SEGNALI DI ALLARME


Poi c’è l'interazione con la crescita economica, che secondo lo studio è ancora troppo debole per giustificare un altro forte impulso all'inflazione, come sembra improbabile un nuovo forte stimolo fiscale USA, anche qui a differenza degli anni 70. Gli investitori dovrebbero comunque tenere d'occhio le presidenziali di novembre 2024 e la futura politica cinese di stimoli per rilanciare l'economia. Anche aspettative di inflazione fuori controllo possono essere pericolose, ma sempre a differenza degli anni 70 e 80 oggi sono ben ancorate.

TENERE D’OCCHIO GLI SHOCK DELL’OFFERTA E IL MERCATO DEL LAVORO USA


Altri fattori della check list da tenere sotto controllo riguardano gli shock dell'offerta, dai prezzi energetici agli approvvigionamenti, da cui non arrivano segnali di allarme. Uno sviluppo che gli esperti di Vontobel seguono con attenzione è la crescente polarizzazione, ad esempio, tra USA e Cina, che potrebbe condurre ad aumenti dei prezzi nel lungo periodo. Infine i prezzi dell’immobiliare USA e il cosiddetto "job gap", vale a dire la scarsità dell’offerta sul mercato del lavoro americano, oggi molto ampio, proprio come negli anni 70 e 80.

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