L'analisi

Cina schiacciata dall’eccesso di debito nel settore privato

Secondo Marco Piersimoni, Senior investment manager di Pictet Asset Management, il rallentamento dell’economia del Dragone affonda le radici nello strutturale accumulo di debito degli ultimi 20 anni che crea analogie con il Giappone

di Annalisa Lospinuso 1 Agosto 2023 19:00

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La Cina si è rivelata forse la più grande delusione di questi ultimi mesi. Marco Piersimoni, Senior investment manager di Pictet Asset Management, sottolinea che il rallentamento dell’economia del Dragone è legato non soltanto alla fine degli effetti di trascinamento di inizio anno, ma ha radici più profonde nella storia moderna della Cina degli ultimi 20 anni. “Per buona parte c’è stato uno strutturale accumulo di debito (il cui picco più recente è riconducibile al 2018). Anche se su questo fronte – continua Piersimoni – il peggio dovrebbe essere alle spalle, le sue conseguenze rendono più complesse le prospettive di breve termine, perché, essendo lo snodo concentrato sul settore immobiliare, solo un intervento molto più corposo a livello centrale può accelerarne la guarigione”.

LA RECESSIONE PER ECCESSO DI DEBITO PRIVATO


Secondo Pictet Asset Management la vera domanda da porsi è se le dinamiche economiche cinesi stanno in qualche modo ricalcando quanto visto in Giappone dopo lo scoppio della bolla degli anni Ottanta. “Abbiamo infatti visto mettersi in atto delle dinamiche preoccupanti – sottolinea Marco Piersimoni – che, per molti, possono ricordare le decadi perse in Giappone a partire dagli anni ’90. In particolare, meritano attenzione alcune dinamiche: la prima va sotto il nome di balancesheet recession, una recessione causata dall’eccesso di debito del settore privato e che può sfociare in un contesto recessivo caratterizzato dalla diminuzione dei prezzi delle attività finanziarie ed immobiliari, dalla contrazione di consumi ed investimenti e, infine, una deflazione. Inoltre, l’eccesso di debito può provocare fallimenti degli attori economici, portando con sé sofferenze bancarie e contrazione del credito, anche questa potentemente deflazionistica. Infine, vi è la possibilità che si verifichi una trappola della liquidità: l’eccesso di debito genera vendite forzate delle attività finanziarie e una preferenza per la liquidità”.

QUANTO PESA L'INDEBITAMENTO


L’eccesso di debito privato rispetto al trend storico cinese ha toccato un picco attorno al 2018-2019 (l’ultima volta risaliva al periodo 2012-2013). “Dalle nostre analisi condotte su 50 Paesi è emerso che, in una fase di ‘costruzione’ dell’eccesso di debito – aggiunge il Senior investment manager di Pictet Asset Management – i Paesi tendono a registrare un livello di crescita superiore a quello fisiologico. Tuttavia, preso il punto zero come il momento in cui si è raggiunto l’eccesso di debito e calcolata la crescita nei sette anni successivi, il peso dell’indebitamento arriva mediamente a costare -1,4 punti percentuali di crescita all’anno. In Cina, tale situazione risulta essere straordinariamente amplificata, con un sacrificio di crescita arrivato a costare dieci anni fa il 4% l’anno e che ora rischia di posizionarsi al -2,5%”.

I BILANCI DELLE FAMIGLIE CINESI


Tra i movimenti positivi, Pictet Asset Management sottolinea che i bilanci delle famiglie cinesi si stanno sistemando, che la percentuale della scomposizione della ricchezza detenuta in immobili sta diminuendo e si registra un aumento contestuale della ricchezza in asset finanziari. “Il vero problema della Cina, al momento – conclude Marco Piersimoni – resta ancora il settore immobiliare, che potrà essere rimediato solo con un risoluto intervento statale. Ciò che non va dimenticato, quando si parla della Cina, è che tutto quanto può essere organizzato a livello centrale (ad esempio il credito) tende ad avere dinamiche meno drammatiche che in molti altri casi”.

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