Asset allocation
AllianceBernstein: ecco come superare la volatilità senza penalizzare il rendimento
AllianceBernstein spiega come prepararsi ad affrontare la volatilità prima che torni a colpire in un blog di Kent Hargis, che illustra una strategia incentrata su titoli che accumulano minori perdite nelle fasi di ribasso
di Stefano Caratelli 5 Agosto 2023 15:00
In una fase di rialzo del mercato azionario non si pensa alle turbolenze, ma proprio questo è invece il momento di elaborare un piano difensivo prima che la volatilità torni a colpire. Gli investitori alla ricerca di un portafoglio difensivo potrebbero ritenere necessario sacrificare il potenziale di rendimento a lungo termine, ma può essere sorprendente scoprire che una strategia incentrata sui titoli che accumulano minori perdite nelle fasi di ribasso è in grado di battere il mercato nel tempo. AllianceBernstein spiega come prepararsi ad affrontare la volatilità prima che torni a colpire in un blog a cura di Kent Hargis, PhD| Co-Chief Investment Officer—Strategic Core Equities.
L’esperto parte dal Capital Asset Pricing Model degli anni '60, modello che spiega il rendimento come funzione sia del rischio d'impresa che della sensibilità di un asset all'andamento del mercato, che si basa sul fatto che gli investitori si aspettano di essere remunerati per assumersi un rischio maggiore, altrimenti terrebbero i capitali in forma liquida. Ma l'aspetto realmente importante è la performance assoluta e la capacità di conseguire obiettivi a lungo termine. La questione diventa particolarmente spinosa nelle fasi di volatilità, come nel 2022. Dopo essere arretrati pesantemente, i mercati azionari hanno poi ripreso velocemente quota nel 2023, ma l'incertezza macroeconomica e le persistenti apprensioni su inflazione e tassi concorrono a creare il pericolo concreto di ritorno della volatilità.
In fase di rialzo gli investitori non sempre si preparano, ma è il momento ideale per elaborare un piano difensivo. L’esperto di AllianceBernstein sottolinea che una mole crescente di ricerche indica che, con un portafoglio ragionato, gli investitori possono assumere meno rischi e battere il mercato nel tempo investendo in titoli a bassa volatilità. In questo modo, acquisendo la fiducia necessaria per rimanere investiti in azioni nei periodi di turbolenza. Una strategia efficace secondo Hargis dovrebbe essere incentrata sui fondamentali aziendali e privilegiare imprese che presentano caratteristiche di qualità, stabilità e valutazioni interessanti che le rendono meno esposte ad ampie oscillazioni.
AllianceBernstein indica quest’universo con l'acronimo QSP, che sta per quality, stability, pricing, di cui un buon esempio sono i settori tradizionalmente difensivi, come i beni di consumo e i servizi di pubblica utilità, ma anche aziende con modelli di business eccellenti di ogni settore, da individuare con la ricerca fondamentale e un'attenta selezione. L’esperto ipotizza un portafoglio in grado di cogliere il 90% dei guadagni del mercato nelle fasi di rialzo, partecipando ai ribassi solo al 70%, che genererebbe rendimenti annui superiori del 3,1% a quelli dell'MSCI World Index con minor volatilità.
Ma gli investitori devono accettare che un portafoglio 90%/70% non si comporta come il mercato più ampio. Il vero banco di prova arriva durante i rally, quando tende a sottoperformare, ma è il prezzo da pagare per ottenere rendimenti a lungo termine superiori. La ricerca di AllianceBernstein suggerisce che i titoli dell'S&P 500 del quintile più elevato per caratteristiche QSP hanno dato prova di discreta tenuta nei ribassi, come nella fase recessiva del 1973-1974 o durante la recessione del 1980-1982.
Hargis ritiene che anche i titoli tecnologici possano giocare un ruolo importante in un'allocazione a bassa volatilità, come quelli delle molte aziende di alta qualità e redditizie che operano dietro le quinte e non corrono gli stessi rischi dei colossi rivolti ai consumatori. Tra queste si trovano enabler di tecnologie e servizi di pagamento di profilo più basso con modelli di business sostenibili e flussi di ricavi sostanziosi e ricorrenti. Alcuni presentano caratteristiche difensive, offrendo una maggiore partecipazione ai rialzi. Per questo i ruoli tradizionali di attacco e difesa nelle allocazioni azionarie devono essere ripensati.
Inoltre, le strategie a bassa volatilità possono essere personalizzate o abbinate ad altre per soddisfare la tolleranza al rischio, l'orizzonte temporale e gli obiettivi d'investimento dello specifico investitore. L'idea di fondo resta ridurre l'esposizione alle oscillazioni che possono erodere i rendimenti a lungo termine, e con la ricerca fondamentale, è possibile costruire un portafoglio di società con valutazioni interessanti e importanti indicatori di qualità e stabilità, in grado di prosperare nei rialzi e di resistere alle occasionali volatilità. In tempi come questi, conclude l’esperto di AllianceBernstein, un maggiore regolarità dei risultati potrebbe essere proprio ciò di cui gli investitori hanno bisogno.
IL RAPPORTO TRA RISCHIO E RENDIMENTO
L’esperto parte dal Capital Asset Pricing Model degli anni '60, modello che spiega il rendimento come funzione sia del rischio d'impresa che della sensibilità di un asset all'andamento del mercato, che si basa sul fatto che gli investitori si aspettano di essere remunerati per assumersi un rischio maggiore, altrimenti terrebbero i capitali in forma liquida. Ma l'aspetto realmente importante è la performance assoluta e la capacità di conseguire obiettivi a lungo termine. La questione diventa particolarmente spinosa nelle fasi di volatilità, come nel 2022. Dopo essere arretrati pesantemente, i mercati azionari hanno poi ripreso velocemente quota nel 2023, ma l'incertezza macroeconomica e le persistenti apprensioni su inflazione e tassi concorrono a creare il pericolo concreto di ritorno della volatilità.
NEI RIALZI GLI INVESTITORI SPESSO NON SI PREPARANO
In fase di rialzo gli investitori non sempre si preparano, ma è il momento ideale per elaborare un piano difensivo. L’esperto di AllianceBernstein sottolinea che una mole crescente di ricerche indica che, con un portafoglio ragionato, gli investitori possono assumere meno rischi e battere il mercato nel tempo investendo in titoli a bassa volatilità. In questo modo, acquisendo la fiducia necessaria per rimanere investiti in azioni nei periodi di turbolenza. Una strategia efficace secondo Hargis dovrebbe essere incentrata sui fondamentali aziendali e privilegiare imprese che presentano caratteristiche di qualità, stabilità e valutazioni interessanti che le rendono meno esposte ad ampie oscillazioni.
L’UNIVERSO QSP E IL PORTAFOGLIO 90%/70%
AllianceBernstein indica quest’universo con l'acronimo QSP, che sta per quality, stability, pricing, di cui un buon esempio sono i settori tradizionalmente difensivi, come i beni di consumo e i servizi di pubblica utilità, ma anche aziende con modelli di business eccellenti di ogni settore, da individuare con la ricerca fondamentale e un'attenta selezione. L’esperto ipotizza un portafoglio in grado di cogliere il 90% dei guadagni del mercato nelle fasi di rialzo, partecipando ai ribassi solo al 70%, che genererebbe rendimenti annui superiori del 3,1% a quelli dell'MSCI World Index con minor volatilità.
IL VERO BANCO DI PROVA ARRIVA DURANTE I RALLY
Ma gli investitori devono accettare che un portafoglio 90%/70% non si comporta come il mercato più ampio. Il vero banco di prova arriva durante i rally, quando tende a sottoperformare, ma è il prezzo da pagare per ottenere rendimenti a lungo termine superiori. La ricerca di AllianceBernstein suggerisce che i titoli dell'S&P 500 del quintile più elevato per caratteristiche QSP hanno dato prova di discreta tenuta nei ribassi, come nella fase recessiva del 1973-1974 o durante la recessione del 1980-1982.
ANCHE I TECNOLOGICI POSSONO GIOCARE UN RUOLO IMPORTANTE
Hargis ritiene che anche i titoli tecnologici possano giocare un ruolo importante in un'allocazione a bassa volatilità, come quelli delle molte aziende di alta qualità e redditizie che operano dietro le quinte e non corrono gli stessi rischi dei colossi rivolti ai consumatori. Tra queste si trovano enabler di tecnologie e servizi di pagamento di profilo più basso con modelli di business sostenibili e flussi di ricavi sostanziosi e ricorrenti. Alcuni presentano caratteristiche difensive, offrendo una maggiore partecipazione ai rialzi. Per questo i ruoli tradizionali di attacco e difesa nelle allocazioni azionarie devono essere ripensati.
L’IMPORTANZA DELLA REGOLARITÀ DEI RISULTATI
Inoltre, le strategie a bassa volatilità possono essere personalizzate o abbinate ad altre per soddisfare la tolleranza al rischio, l'orizzonte temporale e gli obiettivi d'investimento dello specifico investitore. L'idea di fondo resta ridurre l'esposizione alle oscillazioni che possono erodere i rendimenti a lungo termine, e con la ricerca fondamentale, è possibile costruire un portafoglio di società con valutazioni interessanti e importanti indicatori di qualità e stabilità, in grado di prosperare nei rialzi e di resistere alle occasionali volatilità. In tempi come questi, conclude l’esperto di AllianceBernstein, un maggiore regolarità dei risultati potrebbe essere proprio ciò di cui gli investitori hanno bisogno.