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La Financière de l’Échiquier: ecco le strategie estive vincenti per azioni e credito

Il Chief Investment Officer Olivier de Berranger suggerisce di acquistare i ribassi e vendere i rimbalzi delle megacap Usa cercando punti di ingresso nelle mid cap e guardando al credito dell’Eurozona

di Stefano Caratelli 5 Agosto 2023 09:30

financialounge -  La Financière de l'Echiquier mercati Olivier De Berranger
In un quadro macro di rallentamento economico atteso, in cui niente a oggi fa presupporre una recessione profonda, una strategia vincente per l’estate potrebbe essere quella di acquistare i ribassi e vendere i rimbalzi accentuati nel caso di megacap USA, come Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft, cercando invece dei punti di ingresso di medio termine per le piccole e medie capitalizzazioni. Sul lato credito corporate invece l’indicazione è guardare alle opportunità nell’Eurozona, dove sia l’Investment Grade che High Yield offrono un rischio-rendimento interessante, mentre il rischio di duration si presenta moderato dopo la serie attiva di rialzi dei tassi.

SORPRENDENTE RESILIENZA DELL’ECONOMIA


Sono le indicazioni di Olivier De Berranger, Chief Investment Officer di La Financière de l'Échiquier,che sottolinea come la resistenza dell’economia mondiale, in particolare del G7 Regno Unito escluso, ha continuato a sorprendere per tutto il primo semestre, dopo un 2022 che aveva già dato prova di una resilienza fuori dal comune. Nonostante la guerra in Ucraina, la crisi di energia e materie prime, l’inflazione a due cifre, una BCE e una Fed molto più aggressive di quanto ci si aspettasse, e l’acutizzarsi delle tensioni tra Cina e USA, la crescita nell’Eurozona aveva raggiunto il 3,5%, la terza migliore performance dalla sua creazione nel 1999.

PERCHE’ L’INFLAZIONE RESTA COSI’ TENACE


Secondo l’esperto di La Financière de l'Échiquier, il primo semestre 2023 si inserisce in un solco simile, anche se con dati decisamente più modesti. Alla fine del 2022 la maggior parte degli economisti prevedeva che gli USA sarebbero entrati in recessione nei primi trimestri del nuovo anno, ma dieci rialzi consecutivi della Fed non sono bastati a provocarla. Per spiegare quest’inedita serie di rialzi, la più massiccia da 30-40 anni, che però non riesce a frenare l’inflazione e causare un forte rallentamento, De Berranger cita Karl Otto Pölhl, capo della Bundesbank dal 1980 al 1991, secondo cui l’inflazione “è come il dentifricio, una volta uscita dal tubetto è impossibile farvela rientrare”.

IL CASO STORICO DELLE RIUNIFICAZIONE TEDESCA


Pölhl lasciò nel 1991, in disaccordo sulla parità di cambio con il marco della Germania Est alla riunificazione, mentre a seguito del rialzo dei tassi tra il 1988 e il 1992 arrivò la recessione. E’ comunemente ammesso che occorrono non meno di 12 - 18 mesi prima che gli effetti di un aumento dei tassi si sentano sull’economia reale. Oggi il settore dei servizi, meno indebitato del manifatturiero, pesa sempre più nelle economie avanzate, rendendo le strette monetarie meno dolorose.

MUTUI E MERCATO DEL LAVORO


Inoltre, il mondo anglosassone, storicamente incline ai tassi variabili sui mutui, ha chiaramente optato per il fisso: nel Regno Unito nel 2011 i tassi variabili rappresentavano il 70% dei mutui privati per la casa, oggi sono appena il 10%. Infine, sottolinea De Berranger, la difficoltà a reperire manodopera sembra spingere più del solito le aziende a tenersi stretto il personale qualificato malgrado il rallentamento, contribuendo a mantenere un livello di consumi più alto.

LA TANTO ATTESA RECESSIONE NON E’ ARRIVATA


In questo contesto il primo semestre del 2023 si è concluso con una performance borsistica di tutto rispetto, mentre la tanto attesa recessione non ha avuto luogo. Indipendentemente dall’entità del rallentamento economico atteso, che si tratti di una crescita atona o di un’effettiva recessione, secondo l’esperto di La Financière de l'Échiquier niente a oggi fa presupporre una recessione profonda. Il settore finanziario, tradizionale amplificatore di qualsiasi rallentamento di rilievo, è ancora solido, malgrado gli episodi ansiogeni di SVB o del Crédit Suisse.

GLI UTILI FARANNO DA ‘GIUDICE’, INTERESSE PER IL CREDITO NELL’EUROZONA


Se gli utili aziendali svolgeranno come al solito il ruolo di “giudice di pace”, la concentrazione estrema della performance sulle cinque mega cap USA fa pensare a una pausa nel secondo semestre. Per cui acquistare i ribassi e vendere i rimbalzi accentuati potrebbe essere una strategia vincente per l’estate, secondo De Berranger, mentre le piccole e medie capitalizzazioni, perlopiù in Europa, offrono chiaramente dei punti di ingresso di medio termine. Il credito corporate, Investment Grade o High Yield, rileva infine l’esperto, propone invece nell’Eurozona un rischio-rendimento interessante, mentre il rischio di duration si presenta moderato dopo la serie attiva di rialzi dei tassi.

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