Investimenti sostenibili
Nelle assemblee degli azionisti cresce l’attività dei gruppi anti-ESG: di cosa si tratta
Candriam analizza un fenomeno riscontrabile soprattutto nelle aziende nordamericane: ecco quanto accaduto lo scorso marzo nell’assemblea Apple
di Antonio Cardarelli 7 Agosto 2023 14:37
La sostenibilità è un tema sempre più rilevante per le aziende, come dimostrano le discussioni all’interno delle assemblee degli azionisti. La stagione di voto 2023, sottolinea Sophie Deleuze, Lead ESG Analyst - Engagement & Voting di Candriam, ha evidenziato un numero crescente di proposte degli azionisti, in sede di assemblea generale, su temi sociali e ambientali.
“Ciò dimostra il desiderio di molti azionisti che le loro società garantiscano valore a lungo termine per tutti gli stakeholder e migliorino le pratiche aziendali”, spiega l’esperta. Ma l’analisi di Deleuze evidenzia anche un altro aspetto: le azioni dei gruppi anti-ESG, che mirano a ostacolare gli sforzi dei gruppi pro-ESG “utilizzando gli stessi strumenti di voto per delega”. Un fenomeno riscontrabile soprattutto nelle società nordamericane, che vede i gruppi anti-ESG agire con due modalità. La prima è quella facilmente intuibile dell’opposizione alle iniziative ESG esistenti e proposte dalle aziende. La seconda consiste nel presentare una proposta in apparenza pro-ESG per generare intenzionalmente un basso sostegno, in modo che una proposta simile non possa essere presentata da un gruppo pro-ESG nella stessa assemblea o in futuro.
“Quest'ultimo motivo è più difficile da identificare, poiché entrambe le proposte utilizzano in alcune clausole un linguaggio simile che può sembrare essere a sostegno degli obiettivi di sostenibilità, mentre le parti restanti possono includere indizi che suggeriscono come l'obiettivo della proposta sia in realtà contrario alle iniziative E e S del soggetto”, spiega Deleuze. L'obiettivo principale dei gruppi anti-ESG è stata la diversità razziale ed etnica nei consigli di amministrazione, “accompagnata da dichiarazioni di supporto politicizzate che sostengono come i programmi aziendali di Diversità, Equità e Inclusione discriminano un gruppo di persone all'interno dell'azienda”, commenta l’esperta di Candriam.
Un esempio di questa condotta arriva dalla proposta emersa nell’assemblea di Apple lo scorso 10 marzo, che ha visto Candriam votare contro. La delibera in questione, solo all’apparenza pro ESG, chiedeva al cda Apple di commissionare un audit che analizzi l'impatto della Società sui diritti civili e sulla non discriminazione e l'impatto di tali questioni sull'attività della Società avvalendosi di organizzazioni per i diritti civili, gruppi di contenziosi di interesse pubblico, dipendenti e altre parti interessate con un ampio spettro di punti di vista e prospettive.
Questa la dichiarazione di sostegno alla proposta: "Di recente l'attenzione dell'opinione pubblica si è concentrata sulle pratiche di lavoro e di occupazione. Tutti concordano sul fatto che il successo dei dipendenti debba essere promosso e che nessun dipendente debba subire discriminazioni, ma c'è molto disaccordo sul significato di ‘non discriminazione’. [...] Nello sviluppo dell'audit e del rapporto, la Società dovrebbe consultare gruppi di diritto civile e di interesse pubblico, ma non deve aggiungere errori a pregiudizi affidandosi solo a organizzazioni di sinistra. Piuttosto, deve consultare gruppi che coprano un ampio spettro di punti di vista". Da qui il voto contrario di Candriam, così motivato: “Il voto contrario a questa risoluzione è giustificato in quanto l'azienda dispone di informazioni adeguate sulle iniziative e gli impegni DEI e si è già impegnata a condurre un audit sui diritti civili".
L’OSTRUZIONISMO DEI GRUPPI ANTI-ESG
“Ciò dimostra il desiderio di molti azionisti che le loro società garantiscano valore a lungo termine per tutti gli stakeholder e migliorino le pratiche aziendali”, spiega l’esperta. Ma l’analisi di Deleuze evidenzia anche un altro aspetto: le azioni dei gruppi anti-ESG, che mirano a ostacolare gli sforzi dei gruppi pro-ESG “utilizzando gli stessi strumenti di voto per delega”. Un fenomeno riscontrabile soprattutto nelle società nordamericane, che vede i gruppi anti-ESG agire con due modalità. La prima è quella facilmente intuibile dell’opposizione alle iniziative ESG esistenti e proposte dalle aziende. La seconda consiste nel presentare una proposta in apparenza pro-ESG per generare intenzionalmente un basso sostegno, in modo che una proposta simile non possa essere presentata da un gruppo pro-ESG nella stessa assemblea o in futuro.
DICHIARAZIONI DI SUPPORTO POLITICIZZATE
“Quest'ultimo motivo è più difficile da identificare, poiché entrambe le proposte utilizzano in alcune clausole un linguaggio simile che può sembrare essere a sostegno degli obiettivi di sostenibilità, mentre le parti restanti possono includere indizi che suggeriscono come l'obiettivo della proposta sia in realtà contrario alle iniziative E e S del soggetto”, spiega Deleuze. L'obiettivo principale dei gruppi anti-ESG è stata la diversità razziale ed etnica nei consigli di amministrazione, “accompagnata da dichiarazioni di supporto politicizzate che sostengono come i programmi aziendali di Diversità, Equità e Inclusione discriminano un gruppo di persone all'interno dell'azienda”, commenta l’esperta di Candriam.
COS’È SUCCESSO CON APPLE LO SCORSO MARZO
Un esempio di questa condotta arriva dalla proposta emersa nell’assemblea di Apple lo scorso 10 marzo, che ha visto Candriam votare contro. La delibera in questione, solo all’apparenza pro ESG, chiedeva al cda Apple di commissionare un audit che analizzi l'impatto della Società sui diritti civili e sulla non discriminazione e l'impatto di tali questioni sull'attività della Società avvalendosi di organizzazioni per i diritti civili, gruppi di contenziosi di interesse pubblico, dipendenti e altre parti interessate con un ampio spettro di punti di vista e prospettive.
PERCHÉ CANDRIAM HA VOTATO CONTRO
Questa la dichiarazione di sostegno alla proposta: "Di recente l'attenzione dell'opinione pubblica si è concentrata sulle pratiche di lavoro e di occupazione. Tutti concordano sul fatto che il successo dei dipendenti debba essere promosso e che nessun dipendente debba subire discriminazioni, ma c'è molto disaccordo sul significato di ‘non discriminazione’. [...] Nello sviluppo dell'audit e del rapporto, la Società dovrebbe consultare gruppi di diritto civile e di interesse pubblico, ma non deve aggiungere errori a pregiudizi affidandosi solo a organizzazioni di sinistra. Piuttosto, deve consultare gruppi che coprano un ampio spettro di punti di vista". Da qui il voto contrario di Candriam, così motivato: “Il voto contrario a questa risoluzione è giustificato in quanto l'azienda dispone di informazioni adeguate sulle iniziative e gli impegni DEI e si è già impegnata a condurre un audit sui diritti civili".