La view
Vontobel spiega perché un tasso di risparmio elevato è positivo per il reddito fisso
Felipe Villarroel, Portfolio Manager di Twenty Four (Vontobel Boutique), illustra le dinamiche divergenti nei tassi di risparmio fra Stati Uniti ed Europa e indica a cosa devono guardare gli investitori obbligazionari
di Leo Campagna 16 Agosto 2023 09:18
Durante la pandemia da Covid-19 i governi di tutto il mondo hanno fornito sostegni senza precedenti alle famiglie e alle imprese facendo balzare gli indici di risparmio in alcuni Paesi a livelli doppi rispetto ai precedenti massimi storici. Una dinamica riconducibile al fatto che il reddito è stato sostenuto dai contributi dei governi, mentre la spesa è crollata a causa dell'incertezza e delle restrizioni imposte con i lockdown.
“A mano a mano che le restrizioni sono state gradualmente rimosse, i consumi sono ripresi, in modo più evidente prima nei beni e poi nei servizi. L’impiego di una percentuale del reddito mensile in spese per beni e servizi ha fatto normalizzare i rapporti di risparmio” fa sapere Felipe Villarroel, Portfolio Manager di Twenty Four (Vontobel Boutique) che, tuttavia, segnala tendenze dei rapporti di risparmio leggermente discostate tra Stati Uniti, Europa e Regno Unito dai rispettivi picchi.
Sebbene i consumatori statunitensi risparmino ancora in media circa il 5% del loro reddito disponibile ogni mese, sono scesi al di sotto dei modelli di spesa precedenti alla pandemia rispetto ai risparmi, al contrario dei consumatori francesi, tedeschi e britannici. “Alla luce del fatto che i consumi rappresentano la parte più rilevante del PIL in questi Paesi (si stima che, nelle economie sviluppate, i consumi rappresentino in media quasi il 70% della creazione di ricchezza), l'impatto sulla crescita è piuttosto significativo. Ed è uno dei fattori che spiega perché la dinamica del PIL negli Stati Uniti è stata più forte di quella europea negli ultimi trimestri” sottolinea Villarroel.
Per gli investitori azionari è senz’altro auspicabile un rapporto di risparmio più basso per ottenere un risultato di crescita migliore mentre per quelli a reddito fisso la questione è piuttosto spinosa. “Un tasso di risparmio più elevato rispetto ai periodi precedenti” argomenta il Portfolio Manager di Twenty Four “significa che il cuscinetto è più ampio nel caso in cui i consumatori si trovino in difficoltà”. In pratica, in uno scenario in cui i consumatori risparmiano di più, una lieve recessione, una stagnazione dell'economia, un aumento delle rate dei mutui o un aumento della disoccupazione, i contraccolpi sarebbero ammortizzati. In parallelo, ci sarebbe meno spazio anche per le insolvenze e l’accumulo di prestiti non performanti (NPL) nei bilanci delle banche.
Alla luce di queste considerazioni, in qualità di investitore a reddito fisso, Villarroel ritiene positivo il fatto che i consumatori risparmino di più rispetto al periodo pre-pandemia. Il manager teme infatti che un'eccessiva crescita potrebbe comportare una svendita delle curve dei titoli di Stato, che comporterebbe perdite temporanee di capitale per gli investitori obbligazionari.
“Nel caso in cui la crescita dovesse risultare peggiore della nostra ipotesi di base di una lieve recessione, è probabile che una quota di questi risparmi venga impiegata e che i consumi siano più sostenuti di quanto accadrebbe di norma, anche se su livelli ancora deboli. Ma dovrebbe comunque essere sufficiente a contribuire a tenere sotto controllo le insolvenze e i prestiti non performanti (NPL)”, conclude il Portfolio Manager di Twenty Four.
TASSI DI RISPARMIO DIVERGENTI TRA STATI UNITI E EUROPA
“A mano a mano che le restrizioni sono state gradualmente rimosse, i consumi sono ripresi, in modo più evidente prima nei beni e poi nei servizi. L’impiego di una percentuale del reddito mensile in spese per beni e servizi ha fatto normalizzare i rapporti di risparmio” fa sapere Felipe Villarroel, Portfolio Manager di Twenty Four (Vontobel Boutique) che, tuttavia, segnala tendenze dei rapporti di risparmio leggermente discostate tra Stati Uniti, Europa e Regno Unito dai rispettivi picchi.
LA DINAMICA DEL PIL NEGLI STATI UNITI
Sebbene i consumatori statunitensi risparmino ancora in media circa il 5% del loro reddito disponibile ogni mese, sono scesi al di sotto dei modelli di spesa precedenti alla pandemia rispetto ai risparmi, al contrario dei consumatori francesi, tedeschi e britannici. “Alla luce del fatto che i consumi rappresentano la parte più rilevante del PIL in questi Paesi (si stima che, nelle economie sviluppate, i consumi rappresentino in media quasi il 70% della creazione di ricchezza), l'impatto sulla crescita è piuttosto significativo. Ed è uno dei fattori che spiega perché la dinamica del PIL negli Stati Uniti è stata più forte di quella europea negli ultimi trimestri” sottolinea Villarroel.
UNA QUESTIONE SPINOSA PER GLI INVESTITORI OBBLIGAZIONARI
Per gli investitori azionari è senz’altro auspicabile un rapporto di risparmio più basso per ottenere un risultato di crescita migliore mentre per quelli a reddito fisso la questione è piuttosto spinosa. “Un tasso di risparmio più elevato rispetto ai periodi precedenti” argomenta il Portfolio Manager di Twenty Four “significa che il cuscinetto è più ampio nel caso in cui i consumatori si trovino in difficoltà”. In pratica, in uno scenario in cui i consumatori risparmiano di più, una lieve recessione, una stagnazione dell'economia, un aumento delle rate dei mutui o un aumento della disoccupazione, i contraccolpi sarebbero ammortizzati. In parallelo, ci sarebbe meno spazio anche per le insolvenze e l’accumulo di prestiti non performanti (NPL) nei bilanci delle banche.
COSA PUO’ COMPORTARE UNA ECCESSIVA CRESCITA
Alla luce di queste considerazioni, in qualità di investitore a reddito fisso, Villarroel ritiene positivo il fatto che i consumatori risparmino di più rispetto al periodo pre-pandemia. Il manager teme infatti che un'eccessiva crescita potrebbe comportare una svendita delle curve dei titoli di Stato, che comporterebbe perdite temporanee di capitale per gli investitori obbligazionari.
TENERE SOTTO CONTROLLO INSOLVENZE E NPL
“Nel caso in cui la crescita dovesse risultare peggiore della nostra ipotesi di base di una lieve recessione, è probabile che una quota di questi risparmi venga impiegata e che i consumi siano più sostenuti di quanto accadrebbe di norma, anche se su livelli ancora deboli. Ma dovrebbe comunque essere sufficiente a contribuire a tenere sotto controllo le insolvenze e i prestiti non performanti (NPL)”, conclude il Portfolio Manager di Twenty Four.