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Prospettive economiche

Capital Group: la temuta recessione Usa è stata solo una rotazione settoriale

Secondo Jared Franz, Economista di Capital Group, abbiamo assistito a una serie di mini-recessioni non sincronizzate con scarse possibilità che ne arrivi una "vera"

di Virgilio Chelli 18 Agosto 2023 11:30
financialounge -  Capital Group Jared Franz mercati recessione USA

La recessione che molti paventavano e che sembrava destinata a devastare l'economia USA quest'anno in realtà c'è stata, ma non tutta insieme. Vari settori hanno subito flessioni in momenti diversi e grazie a questo raro caso di "rolling recession", o progressiva, gli USA potrebbero non subire affatto una recessione tradizionale quest'anno o il prossimo, nonostante la duplice pressione della forte inflazione e tassi elevati. Capital Group, in un commento dell’Economista Jared Franz, vede sempre più segnali che indicano scarse probabilità di una recessione in piena regola, e ritiene che piuttosto stiamo assistendo a mini-recessioni in vari settori e in momenti diversi, non sincronizzate fra loro.

GLI ESEMPI DELL’EDILIZIA E DEI SEMICONDUTTORI


Franz cita ad esempio l'edilizia residenziale, che ha subito una brusca contrazione lo scorso anno, dopo che la Fed ha iniziato ad alzare drasticamente i tassi, fino a che a un certo punto nel 2022 le vendite di abitazioni esistenti sono crollate di quasi il 40%. Ora sembra che il settore abitativo stia iniziando a recuperare, mentre altri, come gli immobili commerciali, iniziano a sprofondare, soprattutto quelli destinati a ufficio per la crescente diffusione del telelavoro. Anche i semiconduttori, nel 2022, hanno risentito delle interruzioni nelle catene di approvvigionamento e di una minore domanda di chip per computer, con conseguenti crolli per i titoli, ma quest'anno il settore si è stabilizzato, la domanda è tornata e i titoli stanno trainando un rally dei mercati azionari globali.

IL PIL USA POTREBBE NON DIVENTARE NEGATIVO


Se queste contrazioni e riprese dovessero proseguire, secondo l’analisi di Capital Group potremmo ritrovarci con un PIL statunitense che non diventa mai negativo nel 2023 o 2024, scampando a una delle recessioni più preannunciate della storia. Ma una fugace e lieve recessione non è da escludere, e se la spesa al consumo non crolla, finirà per somigliare al fantomatico lupo mannaro, che fa paura a tutti ma non arriva mai. Anzi, prosegue Franz, di recente il governo USA ha comunicato che l'economia è cresciuta al 2,4% nel secondo trimestre, ben oltre il consenso e superiore al 2% del primo. A trainare la crescita sono stati la stabilità dei consumi e il forte aumento degli investimenti aziendali, in rialzo del 7,7% annuo.

MERCATO DEL LAVORO SURRISCALDATO


Consumi e investimenti sostenuti hanno contribuito a surriscaldare il mercato del lavoro, con una buona creazione di posti e una disoccupazione al 3,6%, quasi il minimo da 50 anni. Le recessioni sono quasi sempre associate a perdite di occupazione su ampia scala, che non sta affatto accadendo. Per quanto riguarda la curva dei rendimenti invertita, negli ultimi 50 anni ha preceduto ogni recessione negli USA ed era dai primi anni '80 che non se ne osservava una così accentuata, un potente segnale che ha convinto molti economisti e investitori obbligazionari che una recessione fosse inevitabile da qui a uno-due anni.

FED VICINA A RAGGIUNGERE L’OBIETTIVO


Ma oggi il fattore determinante è l'inflazione elevata, altra condizione che mancava dagli anni '80. La Fed ha chiarito che combatterla è la priorità e oggi sembra vicina all’obiettivo di riportarla a livelli accettabili. L'inflazione è scesa al 3% a giugno dal 9,1% di un anno fa, con un notevole calo in soli 12 mesi, il che secondo Capital Group significa che la banca centrale potrebbe essere in grado di tagliare i tassi nei prossimi mesi non perché si aspetti una recessione, ma perché sta per raggiungere l'obiettivo del 2%.

LA CURVA DEI RENDIMENTI INVERTITA SEGNALA TASSI PIÙ BASSI DOMANI


Una curva dei rendimenti invertita indica che il mercato si attende un tasso sui Fed Fund più elevato oggi e più basso domani, “tutto qui” sottolinea Franz. La curva dei rendimenti non prevede un'imminente recessione, ma che l'inflazione sarà inferiore in futuro e, pertanto, la Fed sarà in grado di concludere il suo ciclo di rialzo dei tassi. Di conseguenza, conclude l’analisi di Capital Group, se l'inflazione torna al 2%, l'inversione della curva tornerà a essere un buon indicatore di rallentamento della crescita e aumento del rischio di recessione.
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