Mercati emergenti

Columbia Threadneedle Investments: ecco a che punto siamo con il Fondo monetario asiatico

Secondo Leong Lin Jing, Senior Emerging market sovereign analyst di Columbia Threadneedle Investments, la prospettiva di un FMA avrebbe ripercussioni importanti per gli investitori nel debito dei mercati emergenti, sia a breve sia a medio termine

di Leo Campagna 22 Agosto 2023 08:02

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All'indomani della crisi finanziaria asiatica del 1997 il Giappone aveva pensato un progetto di un Fondo monetario asiatico (FMA). Un’idea rilanciata dal primo ministro della Malaysia, Anwar Ibrahim nell’aprile scorso. “Tra gli obiettivi primari di un Fondo Monetario Asiatico figurerebbero la promozione della stabilità finanziaria, l'offerta di linee di credito d'emergenza, la facilitazione degli accordi di swap su valute e il miglioramento della cooperazione regionale in ambito monetario e finanziario", fa sapere Leong Lin Jing, Senior Emerging market sovereign analyst di Columbia Threadneedle Investments.

LA CHIANG MAI INITIATIVE MULTILATERALIZATION


Permetterebbe inoltre ai Paesi asiatici di affrontare i problemi legati alla bilancia dei pagamenti, le crisi valutarie e le altre sfide finanziarie comuni a tutte le economie locali. Già nel 2010 è stato lanciato il progetto Chiang Mai Initiative Multilateralization (CMIM) che ha coinvolto l'ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico) più Cina, Corea del Sud e Giappone, ed ha portato alla creazione di vari accordi bilaterali di swap su valute.

SRI LANKA E PAKISTAN SONO ESCLUSI


Grazie ai meccanismi sottostanti al CMIM, è migliorata la cooperazione finanziaria della regione ed è garantito un certo livello di supporto. Tuttavia emergono limiti di copertura, vigilanza e capacità di gestione delle crisi rispetto a quelle che potrebbero essere le capacità di un vero e proprio Fondo monetario asiatico. Ad esempio, specifica Lin Jing, la CMIM non include lo Sri Lanka e il Pakistan. Inoltre, alcuni Paesi asiatici ritengono che il Fondo monetario internazionale tenda a favorire gli interessi occidentali come accaduto durante la crisi finanziaria asiatica quando le loro esigenze e i problemi non erano stati tenuti in sufficiente considerazione.

L’APPOGGIO DEL PRESIDENTE CINESE XI JIN PING


“L’FMA ha l’appoggio del presidente cinese Xi Jin Ping perché il colosso asiatico intende acquisire un ruolo di maggior rilievo nel panorama finanziario globale. Oggi la Cina è il più grande prestatore bilaterale del mondo ed è in disaccordo con le condizioni del Fmi. Ha espresso l'intenzione di fornire aiuto finanziario ai paesi insolventi, ma si aspetta anche che le istituzioni finanziarie multilaterali partecipino a queste ristrutturazioni”, spiega la manager di Columbia Threadneedle.

LE AMBIZIONI DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLO YUAN CINESE


Pechino, in assenza della partecipazione delle istituzioni finanziarie multilaterali, rifiuta di accettare uno sconto sul valore del debito nei negoziati di ristrutturazione assieme ad altri creditori privati. “Tuttavia, lo scorso gennaio, ha offerto allo Zambia una moratoria biennale sul rimborso di debito e interessi e prosegue i negoziati con lo Sri Lanka per il ripianamento del debito” aggiunge Lin Jing. Secondo la manager, un Fondo monetario asiatico è inoltre visto da Pechino come uno strumento in grado di propiziare le proprie ambizioni di internazionalizzazione dello yuan, in particolare adesso che altri Paesi come Russia, Brasile e Unione Europea stanno cercando di sottrarsi alla dipendenza dal dollaro statunitense.

RIPERCUSSIONI IMPORTANTI A BREVE TERMINE...


La prospettiva di un FMA ha ripercussioni importanti per gli investitori nel debito dei mercati emergenti. “A breve termine - riferisce Lin Jing - le trattative di rimborso del debito sovrano dei Paesi emergenti che affrontano ristrutturazioni potrebbero diventare ancora più complesse e lunghe di quanto non siano attualmente se la Cina fosse ancora meno disponibile ad accettare sconti nelle ristrutturazioni del debito”.

...E A MEDIO TERMINE


A medio termine, aggiunge la manager di Columbia Threadneedle, un nuovo FMA potrebbe consentire ai paesi asiatici, e in particolare a quelli che non fanno parte della CMIM, di diversificare gli impegni finanziari e ridurre la vulnerabilità a pressioni esterne e favoritismi indesiderati. Una eventualità che potrebbe comportare un upgrade dei rating dei rispettivi titoli sovrani, migliorando la resilienza delle relative valute.

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