Il simposio
Jackson Hole, la politica della Fed continuerà ad essere restrittiva?
Per Monder Bettaieb-Loriot, Head of Corporate Bonds di Vontobel, gli investitori cercheranno nelle parole di Powell, dal simposio del Wyoming, conferme sulla politica monetaria della banca centrale europea e su eventuali nuovi rialzi dei tassi
di Annalisa Lospinuso 24 Agosto 2023 07:13
Al via oggi il simposio di Jackson Hole, la conferenza annuale della Federal Reserve, ospitata dalla Fed di Kansas City, che riunisce l’élite economica ogni estate dal 1982, quando Paul Volcker era governatore della banca centrale Usa e l’economia era impantanata in una profonda recessione. E ancora una volta i mercati guarderanno al simposio di politica economica per capire cosa succederà.
Quest’anno, il presidente della Fed Jerome Powell dovrebbe evidenziare che l’attuale politica della banca centrale americana è sufficientemente restrittiva per riportare l’inflazione al suo obiettivo del 2%, secondo Monder Bettaieb-Loriot, Head of Corporate Bonds di Vontobel.
“Con il continuo calo dell’inflazione americana – fa notare il manager di Vontobel – il tasso nominale dei Fed fund diventa ancora più restrittivo per l’economia americana. Sia Powell che il presidente della Fed di New York Williams hanno recentemente indicato la necessità di ridurre i tassi per mantenere almeno costanti i tassi di interesse reali al fine di preservare il livello massimo di restrittività desiderato. Potremmo quindi muoverci verso un contesto restrittivo più a lungo, che vede la banca centrale attuare tagli dei tassi a partire dal 2024, mentre l’inflazione continua a decelerare, fino a quando l’economia non tornerà a un’inflazione core del 2%. A quel punto, secondo il presidente della Fed di New York Williams, si potrebbe pensare di riportare i tassi reali al livello neutrale”.
C’è da considerare anche il recente rimbalzo dei rendimenti dei titoli di Stato Usa, determinato da un’impennata dei rimborsi e dell’offerta di obbligazioni durante un periodo estivo molto illiquido. “La narrativa che sta spingendo al rialzo i rendimenti – spiega Monder Bettaieb-Loriot di Vontobel – comprende anche il declassamento del rating del credito statunitense da parte di Fitch e l’aggiustamento della curva di controllo dei rendimenti da parte della Banca del Giappone. Niente di tutto ciò cambia la mia convinzione che dovremmo vedere rendimenti molto più bassi verso la fine di giugno 2024, a meno che l’inflazione core non smetta di scendere e il Pil non aumenti in modo sostanziale rispetto alle attuali previsioni della Fed di una crescita dell’1-1,5% nel 2024. Questi cambiamenti dovrebbero avvenire insieme”.
IL DISCORSO DI JEROME POWELL
Quest’anno, il presidente della Fed Jerome Powell dovrebbe evidenziare che l’attuale politica della banca centrale americana è sufficientemente restrittiva per riportare l’inflazione al suo obiettivo del 2%, secondo Monder Bettaieb-Loriot, Head of Corporate Bonds di Vontobel.
TAGLIO DEI TASSI NEL 2024
“Con il continuo calo dell’inflazione americana – fa notare il manager di Vontobel – il tasso nominale dei Fed fund diventa ancora più restrittivo per l’economia americana. Sia Powell che il presidente della Fed di New York Williams hanno recentemente indicato la necessità di ridurre i tassi per mantenere almeno costanti i tassi di interesse reali al fine di preservare il livello massimo di restrittività desiderato. Potremmo quindi muoverci verso un contesto restrittivo più a lungo, che vede la banca centrale attuare tagli dei tassi a partire dal 2024, mentre l’inflazione continua a decelerare, fino a quando l’economia non tornerà a un’inflazione core del 2%. A quel punto, secondo il presidente della Fed di New York Williams, si potrebbe pensare di riportare i tassi reali al livello neutrale”.
RENDIMENTI PIÙ BASSI NEL 2024
C’è da considerare anche il recente rimbalzo dei rendimenti dei titoli di Stato Usa, determinato da un’impennata dei rimborsi e dell’offerta di obbligazioni durante un periodo estivo molto illiquido. “La narrativa che sta spingendo al rialzo i rendimenti – spiega Monder Bettaieb-Loriot di Vontobel – comprende anche il declassamento del rating del credito statunitense da parte di Fitch e l’aggiustamento della curva di controllo dei rendimenti da parte della Banca del Giappone. Niente di tutto ciò cambia la mia convinzione che dovremmo vedere rendimenti molto più bassi verso la fine di giugno 2024, a meno che l’inflazione core non smetta di scendere e il Pil non aumenti in modo sostanziale rispetto alle attuali previsioni della Fed di una crescita dell’1-1,5% nel 2024. Questi cambiamenti dovrebbero avvenire insieme”.