Mercati di frontiera

In Asia la nuova tigre è il Vietnam

A dirlo è Johannes Loefstrand, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV - Frontier Markets Equity, che vede in questo Paese opportunità di investimento interessanti in virtù del nuovo scenario che si sta delineando in Asia

di Annalisa Lospinuso 30 Agosto 2023 11:54

financialounge -  Johannes Loefstrand mercati di frontiera t.rowe price vietnam
Le recenti difficoltà della Cina hanno accesso i riflettori su altri Paesi che potrebbero rappresentare in futuro buone occasioni di investimento. Ci sono i cosiddetti mercati di frontiera, ad esempio, che comprendono 16 delle 20 economie in più rapida crescita al mondo nell’ultimo decennio, con fondamentali solidi, spesso caratterizzati da popolazioni giovani, bassi costi del lavoro e modesti oneri del debito. Johannes Loefstrand, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV - Frontier Markets Equity, T. Rowe Price, scende più nel dettaglio dicendo che “il Vietnam è la prossima tigre di frontiera che potrebbe ruggire negli anni a venire. Si tratta di un mercato profondo e liquido, con circa 1.700 società quotate. Inoltre, scambia in media più di un miliardo di dollari al giorno, alla pari con i mercati più sviluppati, come il Messico”.

LA CRESCITA DEI MERCATI DI FRONTIERA


Anche se le economie di frontiera rappresentano il 36% della popolazione mondiale e il 15% del Pil totale, rimangono decisamente fuori dai riflettori degli investitori, soltanto lo 0,3% del totale del mercato azionario globale risiede nei mercati di frontiera, fa notare il gestore di T. Rowe Price. “Sebbene la performance dei mercati di frontiera nel lungo periodo sia stata solida, con rendimenti paragonabili a quelli dei mercati azionari più consolidati – continua Loefstrand – molti investitori si limitano a ritenere che questo mercato si comporti in modo simile all’indice dei mercati emergenti comunemente diffuso. In realtà, la performance dei mercati di frontiera mostra una bassa correlazione sia con i mercati emergenti che con quelli sviluppati, soprattutto a causa della ridotta attività degli investitori esteri”. Un’altra idea sbagliata riguardo ai mercati di frontiera è la liquidità perché, come sottolinea Loefstrand, le condizioni di liquidità sono in continuo miglioramento in molti mercati di frontiera e non sono affatto problematiche.

LE OPPORTUNITÀ DEL VIETNAM


Per quanto riguarda il Vietnam, nell’ultimo decennio ha registrato un forte aumento delle esportazioni, mentre la crescita della produttività ha superato quella dei vicini regionali. “Con una popolazione giovane, una continua urbanizzazione e un aumento del reddito disponibile – dice Johannes Loefstrand – il Vietnam sta rapidamente diventando una classica economia di consumo. Infatti, all’inizio del millennio, nel Paese c’erano solo sei milioni di persone classificate come classe media o benestante, ma si prevede che entro il 2030 la cifra salirà a più di 75 milioni”.

MOBILE WORLD E PNJ SOTTO LA LENTE


Per fare un esempio concreto, il gestore di T. Rowe Price cita una società che potrebbe capitalizzare il boom dei consumi, Mobile World, che ha il potenziale per diventare il principale rivenditore del Paese. Come suggerisce il nome, Mobile World è la principale azienda vietnamita di vendita al dettaglio di prodotti elettronici, ma potrà incrementare la sua esposizione alla vendita al dettaglio di generi alimentari. Un’altra società destinata a beneficiare dell’espansione dei consumi in Vietnam per Johannes Loefstrand è PNJ, il più grande rivenditore di gioielli del Paese che potrebbe beneficiare dell’ampliamento della classe media.

AUMENTO DI ISTRUZIONE


Un altro fattore chiave a lungo termine per il Vietnam è il suo livello di istruzione: secondo l’Ocse e la Banca mondiale, il Paese vanta un tasso di alfabetizzazione superiore alla media Ocse che vuol dire posti di lavoro più qualificati in settori e industrie specializzate, sia per gli uomini sia per le donne. È chiaramente evidente nel settore tecnologico, con una forte percentuale di informatici e programmatori qualificati.

L'ASCESA DELL'IT


FPT, l’azienda leader in Vietnam nel settore IT – continua il gestore – trae grande vantaggio da queste solide basi. FPT è unica nel mondo dei gruppi di outsourcing IT in quanto possiede una propria università, dove istruisce i suoi oltre 70.000 studenti, principalmente nello sviluppo di software”.

IL RISCATTO DEL VIETNAM


“Oggi il Vietnam è un Paese completamente diverso – conclude Johannes Loefstrand – da quello che ho visitato per la prima volta dieci anni fa. Il Pil pro-capite è raddoppiato in questo periodo, mentre gli skyline delle città sono cambiati, la penetrazione dei telefoni cellulari è aumentata vertiginosamente e la lingua inglese è diventata decisamente più diffusa. Dopo la nostra recente visita nel Paese, siamo sempre più fiduciosi che il Vietnam abbia superato la fase peggiore dell’attuale rallentamento, soprattutto perché il governo ha annunciato una serie di misure per stimolare l’economia nel breve periodo. È importante notare che la narrativa strutturale di lungo periodo rimane intatta, in quanto il Vietnam continua a raccontare una storia convincente guidata dagli Ide, con le grandi aziende che si stanno diversificando dalle basi produttive concentrate in Cina o a Taiwan. Riteniamo che si tratti di un’opportunità incredibilmente interessante per avere un’esposizione a questo mercato, soprattutto perché prevediamo che nei prossimi tre anni la sua ascesa nell’indice MSCI Emerging Markets aumenterà significativamente il profilo delle aziende leader del Paese”.

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