Cambiamenti climatici

Per Columbia Threadneedle El Niño può avvertirci sui rischi climatici del futuro

Secondo Albertine Pegrum-Haram (Columbia Threadneedle Investments) il caso di El Niño ci ricorda quanto le singole aziende (e di fatto l’economia globale) siano vulnerabili ai cambiamenti climatici

di Leo Campagna 30 Agosto 2023 14:00

financialounge -  Albertine Pegrum-Haram Columbia Threadneedle Investments economia El Niño ESG
Oggi una delle preoccupazioni principali degli scienziati è l’incertezza rispetto alle modalità in cui El Niño interagirà con le condizioni preesistenti del cambiamento climatico. El Niño è il termine che indica il verificarsi di temperature superficiali estremamente calde del mare nell'Oceano Pacifico, capaci di causare lo spostamento delle correnti a getto atmosferiche, alterando i modelli meteorologici globali. “Alcuni dei peggiori disastri climatici del mondo si sono verificati proprio in corrispondenza dei picchi dei cicli di El Niño” fa sapere Albertine Pegrum-Haram, Senior Associate, Investimento responsabile di Columbia Threadneedle Investments.

DIFFICILE PREVEDERE L’INTENSITÀ DI QUESTI FENOMENI


È difficile prevedere l’intensità di questi fenomeni, ma è necessario provare a stimarlo dal momento che eventi più estremi causano con maggiore probabilità conseguenze economiche gravi. “L’agenzia metereologica statunitense (NOAA, National Oceanic and Atmospheric Administration), ipotizza che un El Niño potente abbia una probabilità del 56% di verificarsi e che possa protrarsi fino all’inverno del 2023/2024” riferisce Pegrum-Haram.

GLI EFFETTI SUI PREZZI DELLE MATERIE PRIME E SULL’INFLAZIONE


Una previsione da tenere nel dovuto conto dal momento che gli effetti de El Niño sui prezzi delle materie prime e sull’inflazione non sono affatto trascurabili. Concordano su questo uno studio del 2015 condotto dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), i modelli forniti da Bloomberg Economics e un’analisi del 1998 della Federal Reserve.

IL CONTESTO MACROECONOMICO E GEOPOLITICO


Non solo, anche il contesto macroeconomico e geopolitico influenza l’impatto complessivo di un ciclo di El Niño. “Ad esempio, il forte ciclo del 1972-1973 ha influenzato lo shock petrolifero della fine del 1973, determinando un’impennata dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari. Un El Niño di forte intensità nel 2023/2024 potrebbe comportare una simile combinazione di molteplici trend interconnessi a livello globale, i cui impatti sarebbero particolarmente preoccupanti in un periodo in cui l’inflazione è già al di sopra del target in molti Paesi” specifica la manager di Columbia Threadneedle Investments.

L’ORGANIZZAZIONE METEREOLOGICA MONDIALE (WMO)


Un altro problema deriva dall’aumento delle temperature causato dall’accumulo di gas serra nell’atmosfera che complica le previsioni sulla reazione del clima a questo ciclo di El Niño. L’Organizzazione Metereologica Mondiale (WMO) ha dichiarato che la combinazione delle condizioni de El Niño e del riscaldamento antropogenico potrebbe spingere le temperature medie globali oltre l’obiettivo di Parigi di 1,5°C tra il 2023 e il 2027.

I RISCHI LEGATI AL CAMBIAMENTO CLIMATICO


“L’approccio adottato dalle aziende per affrontare il fenomeno di El Niño potrebbe costituire un buon indicatore delle modalità in cui considerano e gestiscono i rischi legati al cambiamento climatico, dal momento che quest’ultimo dipende l’aumento dei fenomeni metereologici estremi in molte regioni del mondo” sottolinea Pegrum-Haram.

UNA REPORTISTICA TRASPARENTE


Nel corso degli ultimi progetti, Columbia Threadneedle ha notato che le aziende stanno iniziando a considerare le conseguenze di El Niño, in particolare nelle economie dei mercati emergenti che dipendono fortemente dall’agricoltura. “Questa opportunità può essere sfruttata per incoraggiare le imprese ad ampliare le considerazioni sui rischi oltre i cicli di El Niño. Possono creare una reportistica trasparente nella quale siano dettagliate le loro vulnerabilità e le esposizione ai rischi climatici fisici preesistenti e futuri” puntualizza la manager.

TASK FORCE ON CLIMATE-RELATED FINANCIAL DISCLOSURES


Alcuni miglioramenti in questi ambiti si registrano grazie all’evoluzione degli standard di reporting, in particolare il Progetto di divulgazione del carbonio (CDP) e la Task Force on Climate-related Financial Disclosures. “Tuttavia, la maggior parte delle informazioni fornite dalle aziende si è finora concentrata sui rischi di transizione derivanti dalla decarbonizzazione del sistema energetico. Il caso di El Niño ci ricorda invece quanto le singole aziende (e di fatto l’economia globale) siano vulnerabili ai cambiamenti climatici” conclude Pegrum-Haram.

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